Home Netflix Russian Doll 2, il finale spiegato: non c’è presente senza accettazione del passato

Russian Doll 2, il finale spiegato: non c’è presente senza accettazione del passato

Nadia volta viaggia nel tempo, alla volta di una caccia al tesoro, che le permetterà di scoprire molto più sulla sua famiglia e sul senso del presente…

26 Aprile 2022 11:55

Ci sono serie tv che, forti del loro successo di pubblico e critica alla prima stagione, tornano con nuovi episodi che, di fatto, ripropongono lo stesso identico schema di quelli già visti dal pubblico. E poi c’è Russian Doll 2: la seconda stagione della serie tv che nel 2019 era diventata un piccolo fenomeno made in Netflix è finalmente tornata in onda con una prosecuzione ben differente rispetto a quello che ci si sarebbe potuto aspettare.

Russian Doll 2, la trama

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La serie tiene infatti conto, innanzitutto, del tempo passato rispetto alla prima stagione: c’è quindi un salto temporale di quattro anni, durante i quali la protagonista Nadia (Natasha Lyonne) ed il suo compagno di avventure Alan (Charlie Barnett) hanno smesso di morire e di rivivere la stessa giornata, cercando di vivere sfruttando la lezione imparata.

Ma il destino ha in serbo per loro una nuova avventura, soprattutto per Nadia che, per puro caso, si ritrova a viaggiare indietro nel tempo, nel 1982, anno della sua nascita. Non solo: la protagonista, arrivata nel passato, entra proprio nel corpo della madre Nora (Chloë Sevigny), ai tempi incinta di lei.

Nadia capisce presto che quel viaggio nel tempo -possibile grazie ad un semplice treno della metropolitana di New York- le è stato riservato per scoprire meglio la vita della madre, a cui ha sempre dato la colpa di averle fatto passare un’infanzia difficile e di essere stata poco presente per lei, come il resto della sua famiglia. Ne nasce così una sorta di caccia al tesoro, dove per tesoro si intendono delle preziose monete d’oro, i Krugerrand, che sarebbe dovute servire alla sua famiglia come assicurazione per il futuro.

A Nadia non resta che dare il via ad un’indagine tra il cinico ed il nostalgico, un cui scopre le ragioni della famiglia -rifugiata negli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale- e le difficoltà della madre di tenerla con sé. Alan, invece, via nella Berlino Est del 1962, impersonando sua nonna e scoprendo il ruolo chiave che ha avuto in un piano segreto.

Russian Doll 2 finale, come finisce?

-ATTENZIONE: SPOILER-

© Netflix

La settima ed ultima puntata della seconda stagione (“Matrioska”) è probabilmente la più surreale, ma perfettamente in linea con quanto raccontato fino ad allora. Nadia, nel 1982, si è ritrovata a partorire… se stessa: convinta di potersi garantire un futuro migliore, la protagonista non si limita a modificare il passato (come ci si aspetterebbe da qualsiasi storia di viaggio nel tempo), ma “rapisce” la se stessa neonata, sale sul treno 6622 e torna nel presente.

Questo gesto, però, ha inevitabilmente delle conseguenze sulla linea spazio-temporale: passato, presente e futuro iniziano a co-esistere, costringendo Nadia a scoprire nel giro di pochi minuti che Ruth (Elizabeth Ashley), colei che l’ha cresciuta fin da piccola, sta per morire. Ma Nadia, in questo frullatore temporale, non riesce a stare accanto alla donna, ritrovandosi direttamente al suo funerale.

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A farle capire di dover rimediare è proprio Alan, l’unico che percepisce insieme a lei lo stravolgimento della linea temporale. All’apice del caos, i due effettuano una sorta di viaggio purificatore verso il nuovo presente: prima cadono dall’alto in un edificio pieno di acqua, per poi uscirne ed andare incontro alla loro nuova vita. Ma se Alan, nel suo ritorno alla realtà, incontra la nonna che gli raccomanda di vivere senza paura la sua vita, per Nadia è più complesso.

La donna, infatti, prima deve accettare il fatto di non poter mai più recuperare le 150 monete d’oro per cui aveva incominciato a viaggiare nel tempo, scegliendo di tenere in braccio la se stessa neonata piuttosto che borsa con il tesoro. Poi, di nuovo in metropolitana, rivede sua madre ed una Ruth giovane: a loro affida la neonata, ringraziando Ruth per l’amore incondizionato che le riserverà.

Nadia può finalmente tornare nel presente, attraversando le strade di New York per raggiungere la commemorazione di Ruth, a casa di Maxine (Greta Lee), la stessa in cui nella prima stagione era cominciato tutto. Ritrovato Alan, Nadia torna nel bagno in cui ha ricominciato più volte la stessa giornata quattro anni prima, si guarda allo specchio e, questa volta, sembra essere più serena.

Russian Doll 2, la spiegazione del finale

© Netflix

Se la prima stagione di Russian Doll era più concentrata sulla vita di Nadia come singolo personaggio, la seconda esplora il suo passato e, soprattutto, la storia della sua famiglia. Ed è proprio la famiglia il tema portante di tutta la seconda stagione, e soprattutto del suo finale.

Nadia (ma anche Alan, sebbene la sua linea narrativa sia molto più marginale) ora è mossa da motivazioni che vanno oltre la semplice ricerca di una soluzione a quanto sta accadendo: ad inizio stagione, sembra quasi divertita all’idea di poter viaggiare nel tempo. Solo iniziando ad indagare sulle 150 monete d’oro della sua famiglia si rende conto che dietro a quel bottino c’è una storia di sofferenza, paura ma anche di premura verso il futuro.

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Il presente di Nadia era sempre stato condizionato dalla sua opinione verso sua madre, accusata anche durante la prima stagione di averla di fatto abbandonata senza volerle davvero bene. Solo ora Nadia capisce i motivi per cui Nora non è potuta essere la madre che avrebbe desiderato di avere.

Da una parte, quindi, Russian Doll 2 sembra voler allargare la propria riflessione esistenziale passando dal “chi sono io?” al “chi eravamo noi?”, ricordandosi che dietro ogni persona c’è una storia che ne coinvolge di più e che da queste storie derivano le tante realtà che costituiscono il presente.

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Dall’altra, però, la serie vuole anche ricordare ciò che potrebbe sembrare un’ovvietà ma che spesso dimentichiamo: il passato è tale e non può essere cambiato, a prescindere da quello che sarebbe potuto succedere se fosse stato differente. Spesso, nel corso della seconda stagione, si fa riferimento all’espressione “Se solo…”, variante dell’“E se…?”, che spesso intriga gli sceneggiatori.

Quasi ossessionando dal quel “Se solo…”, Nadia per buona parte della stagione si dimentica che il suo viaggio è nel passato, mentre il suo posto dovrebbe essere nel presente. Dimenticandosi di dover vivere nell’“ora”, la protagonista rischia di perdersi un’altra volta, come nella prima stagione.

Un concetto ben spiegato dalla metafora presentata da Chez Carrera (Sharlto Copley), fidanzato di Nora nel 1982, che spiega alla protagonista che la sua ricerca delle monete d’oro è diventata una “Coney Island”. Facendo riferimento ad un episodio della propria famiglia, Chez sostiene che si tratta di una situazione che, se fosse successa o no, avrebbe potuto rendere tutto migliore, ma non c’è verso di poterlo sapere. Inutile, quindi, chiedersi come sarebbe il presente se il passato fosse stato differente: meglio affrontare l’oggi e tutto ciò che esso comporta.

Russian Doll 3 si farà?

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Così come la prima stagione avrebbe potuto chiudere definitivamente la serie, anche la seconda stagione si chiude dando un finale senza particolari cliffhanger. Ma Russian Doll 3 è più di una ipotesi: intervistata da The Hollywood Reporter dopo l’uscita della prima stagione, Lyonne confermò che la sua idea iniziale proposta a Netflix era di una serie composta da tre stagioni. “Magari saranno solo due stagioni, magari quattro”, aveva detto, “ma per ora mi sembra abbastanza chiaro che devono essere tre”.

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