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Riforma Rai: consiglio di indirizzo di 5 membri scelti dalle Authority? Giacomelli smentisce

Il Parlamento potrebbe scegliere i membri del nuovo cda da una rosa di candidati indicati da Crui, Agcom e Siae?

pubblicato 6 Ottobre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 23:40

UPDATE 15.45 – Arriva la smentita di Giacomelli, sottosegretario alla Sviluppo.

Riforma Rai: consiglio di indirizzo di 5 membri scelti dalle Authority

Come sarà la nuova Rai, quella a cui sta lavorando il governo Renzi? Con l’aiuto de Il Messaggero proviamo a fornire una risposta. Premessa: l’obiettivo è di arrivare tra qualche mese ad un ddl o, se necessario, per accorciare i tempi, a un decreto legge. In ogni caso prima del rinnovo della convenzione che scadrà nel 2016 (ma potrebbe essere anticipato al 2015). Il Premier infatti vorrebbe che i successori della presidente Tarantola e del direttore generale Gubitosi vengano designati con il nuovo sistema. Al lavoro ci sono il sottosegretario alla Sviluppo Antonello Giacomelli e il suo omologo all’Editoria, Luca Lotti.

La ‘nuova’ Rai sarà controllata al 100% dal Tesoro ma dovrà essere sganciata ‘libera’ dalle ingerenze politiche. Obiettivo da tanti anni annunciato e mai davvero raggiunto. A capo dell’azienda ci sarà un consiglio di indirizzo formato da 5 membri, tra cui il presidente e l’amministratore delegato scelti in una rosa di candidati proposti da organismi neutri. Le ipotesi al momento in campo in questo senso sono il Crui, la Conferenza dei rettori delle università italiane, l’Agcom, l’autorità per le garanzie nelle comunicazioni, e la Siae, la società italiana autori ed editori.

Tale consiglio di indirizzo (o di sorveglianza) non dovrebbe essere più diretta espressione della politica, perché il Parlamento sceglierebbe in questa rosa i membri come fa oggi per i giudici della Consulta o per i componenti laici del Consiglio superiore della magistratura.

Intanto entro ottobre 2014 ci sarà il decreto Rai che definirà le nuove regole e gli importi che disciplineranno il canone tv. Il prossimo 17 ottobre, invece, il cda potrebbe avviare un piccolo valzer di poltrone tra direttori di rete e testate, anche se è probabile che si dia priorità al il via libera dei sindacati al piano di riforma dell’informazione ideato da Gubitosi.

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