Home Disney+ Piccoli Brividi, Stoller e Letterman raccontano la serie: “Volevamo fare qualcosa di diverso dei romanzi di Stine”

Piccoli Brividi, Stoller e Letterman raccontano la serie: “Volevamo fare qualcosa di diverso dei romanzi di Stine”

I 10 episodi della prima stagione sono tutti disponibili su Disney+ in streaming

17 Novembre 2023 07:50

La prima stagione della nuova serie tv Piccoli Brividi è terminata venerdì 17 novembre su Disney+ con il rilascio del decimo e ultimo episodio in contemporanea con gli USA e il resto del mondo. In occasione del finale di stagione abbiamo incontrato (virtualmente) Rob Letterman e Nicholas Stoller autori di questo nuovo adattamento dei romanzi di R.L. Stine. Dopo un ottavo episodio che sembrava aver chiuso le vicende della serie, il nono e il decimo hanno saputo stupire il pubblico con ulteriori sviluppi, confermando la capacità di intrattenere con storie umane, personali dei protagonisti e un orrore alla portata di tutti. Il finale di stagione, senza far spoiler, apre alla possibilità di un ritorno della serie.

Nicholas Stoller e Rob Letterman raccontano la serie tv di Piccoli Brividi

Nicholas Stoller e Rob Letterman arrivavano da background diversi. Letterman aveva già diretto il primo film di Piccoli Brividi, Stoller è autore e creatore di diverse commedie come Bros, Cattivi Vicini tra i film e il recente Platonic per Apple Tv+. Come è stato lavorare insieme e sviluppare questa serie?

“80% grida e lamentele e 20% vero lavoro” Hanno scherzato entrambi.
Stoller: “Rob (Letterman) dopo aver realizzato il film, mi ha presentato l’idea di questa serie e abbiamo subito trovato un punto d’incontro. Lui ha letto praticamente tutti i libri della saga, io ne ho letti un bel po’ e a quel punto abbiamo iniziato a sviluppare la storia. C’è stata una sorta di seduta di terapia, ci siamo raccontati le nostre esperienze da adolescenti, in più abbiamo entrambi figli di quell’età. Così è stato possibile definire quello che volevamo raccontare nella serie, riflettendo queste esperienze personali. Avevamo già stabilito che volevamo sviluppare una serie che fosse sia divertente che drammatica e spaventosa, quindi abbiamo plasmato i racconti per ottenere questo obiettivo.

Letterman: “Lavorare insieme è stato facile. Magari capita a volte con altri che ti devi sforzare di esser sempre gentile. Invece tra noi è stato tutto semplice, nessuno si è mai offeso di un’idea magari smontata o cambiata. Se dovevamo dirci che una cosa era stupida lo facevamo.

Trasformare i romanzi, passare da un film a una serie tv, è stata una sfida complicata?

Letterman: “Banalmente in una serie hai molto più lavoro da fare. Rubo una frase già detta da Nick in precedenza. Un film è come un racconto, una serie tv è come un romanzo. Fare il film è stato molto divertente, aveva un suo tono ben definito che ho adorato, così come ho amato lavorare intorno al mondo di Piccoli Brividi. Ma lavorando con Nick volevo fare qualcosa di diverso e originale che non fosse stato fatto prima con il materiale dei romanzi di Stine. L’obiettivo era di rendere tutto più oscuro, più maturo, avere personaggi più grandi rispetto ai libri e al film. Non c’è quindi un legame con il film. Ma visto che era la mia prima volta con una serie tv, il mio approccio è stato lo stesso della realizzazione di un film”.

Stoller: “Durante la lavorazione gli ho dovuto spiegare alcune cose dello sviluppo di una serie. Per esempio si preoccupava che non avessimo le sceneggiature della settimana successiva già pronte. Ma io gli ripetevo che era normale, è la tv. La sua reazione era sempre, ma come è possibile?

Piccoli Brividi

In Piccoli Brividi convivono tanti generi intorno all’horror, c’è il dramma, c’è la commedia, c’è il soprannaturale, un’operazione che Nicholas Stoller ha già fatto in Platonic (per esempio) 

“Tutto quello che faccio di base ha una struttura drammatica. Anche commedie come Platonic o Cattivi Vicini sono di base drammi nella loro struttura. Ma cambia il modo con cui ti approcci al tema, con cui lo sviluppo. Io, per esempio, vedo il mondo e la vita attraverso lenti comiche. Penso che i lavori più sinceri siano quelli che abbiano una componente comica. Uno dei mie film preferiti in generale e nell’horror è Shining. E Shining è profondamente divertente. Fa paura, è dark ma è sorprendentemente divertente. A me non attrae qualcosa di solo e totalmente serioso, non lo trovo credibile. Perché penso che la comicità sia parte della vita umana. Quindi la costruzione dei personaggi e di quello che affrontano è drammatico e questo vale per tutti i miei lavori, poi è l’approccio con cui affronti quella cosa che genera il tono.

Soprattutto negli episodi iniziali, Piccoli Brividi ha una sorta di “mostro del giorno” che è in qualche modo collegato con le emozioni del personaggio che vive quell’avventura.

Letterman: “Legare il ‘mostro del giorno’ con le emozioni del protagonista è fondamentale perché è un modo per affrontare le paure della vita e trasformarle in qualcosa di concreto. Nella stessa natura di Piccoli Brividi c’è questo tipo di costruzione, i mostri nascono da quello che i personaggi, i ragazzi desiderano ‘fai attenzione a quello che desideri’ è una frase frequente. Il desiderio si trasforma così in una maledizione. Il soprannaturale è una manifestazione del trauma interiore e in questo modo è più semplice, in qualche modo, da affrontare.

Le colpe dei padri ricadono sui figli. Anche in Piccoli Brividi questo tema, spesso ricorrente nell’horror e non solo, è cruciale

Stoller: Avere la presenza dei genitori, degli adulti era cruciale per realizzare la serie, perché molti dei vecchi fan dei libri e della serie oggi hanno dei figli a loro volta. Inoltre nel corso della stagione ci si rende conto di come quello che i genitori hanno fatto nel passato si riflette sulla vita dei figli ed è questa una metafora di come spesso gli adulti complicano la vita dei loro figli anche magari senza volerlo.

Piccoli Brividi

Cosa vi spaventava da giovani e cosa vi spaventa oggi?

Stoller: La morte. (ride)

Letterman: Sarebbe scontato dire un fantasma, ma anche un fantasma ha un lato entusiasmante perché vuol dire che c’è qualcosa dopo la morte. Secondo me è spaventoso tutto quello che non vedi e quindi è l’immaginazione che lavora e che si crea la paura di quello che potrebbe succedere. Per esempio in un film come lo Squalo tu l’animale non lo vedi mai ma ne percepisci la presenza e questo fa paura. Anche in altri horror non vedere il mostro è spesso più spaventoso che vederlo realmente. Da un punto di vista narrrativo non mostrare crea la tensione che genera la paura.

So che è come chiedere il figlio preferito ma avete un episodio preferito?

Letterman: Un episodio preferito magari no, ma ce ne sono alcuni che mi stupisco di quello che siamo riusciti a fare. Per esempio l’episodio 8 tutto girato in una tempesta di neve, o nel quarto in montagna sotto l’acqua con i vermoni che inseguono Lucas.
Stoller: Tutti gli episodi in cui ci sono scene d’azione mi hanno entusiasmato.

Letterman: ma anche i momenti più intimi tra i personaggi, sono molto orgoglioso di come abbiamo sviluppato il tutto.

Tutti gli episodi di Piccoli Brividi (Goosebumps in originale) sono disponibili su Disney+ in streaming per essere visti e rivisti in attesa dell’annuncio di una seconda stagione.

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