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Michel Dessì a TvBlog: “Se lavoro a Mediaset è grazie a Nino Spirlì e a Mario Giordano”

Oggi inviato di Pomeriggio Cinque e Stasera Italia, Michel Dessì racconta per la prima volta a TvBlog il suo percorso professionale

29 Gennaio 2024 10:34

Sotto casa dei Ferragnez per Pomeriggio Cinque c’era lui: Michel Dessì. Fedez non ha gradito la presenza della troupe del programma sotto casa sua per giorni, ma il suo attacco lo ha rivolto esclusivamente a Myrta Merlino. “Fortunatamente non mi ha taggato: se lo avesse fatto, mi avrebbe fatto un torto. Io alla fine stavo lavorando solamente per il programma” ci racconta Dessì, a distanza di alcune settimane dall’accaduto.

“Rivendico comunque il lavoro che abbiamo fatto. Eravamo lì, come ha scritto Gramellini, per rompere lo specchio della narrazione che Fedez e Chiara Ferragni costruiscono esclusivamente sui loro social. Credo che ci siamo riusciti, mostrando il tratto irascibile della personalità di Fedez” prosegue l’inviato di Pomeriggio Cinque. Michel Dessì ha alle sue spalle, però, un percorso professionale ben più lungo, che parte in ambito televisivo dalla sua terra, la Calabria.

Nel 2014 hai fondato una televisione locale, SUD. Come nasce la tua passione per la televisione?

I primi ricordi che ho davanti alla televisione sono quelli di quando guardavo il Maurizio Costanzo Show. Facevo anche tardi per seguirlo, nonostante andassi ancora a scuola. Poi, quando ho iniziato l’università e mi sono reso conto che Medicina non faceva per me per tutto il dolore che sei costretto a portarti a casa, è stato guardando Antonella Clerici a La Prova del Cuoco che ho capito che avrei voluto fare televisione nella mia vita. Ho fatto un’accademia di comunicazione a Roma e poi mi sono proposto per lavorare ad una tv locale calabrese.

Come sei arrivato poi a fondare una tv locale?

C’era l’editore che aveva già tutta la struttura, ma cercava qualcuno che producesse dei contenuti. Nino Spirlì, che è stato per anni autore di Forum ed era un mio compaesano, mi propose questo progetto. Lì, oltre a coordinare la parte giornalistica, conducevo un programma quotidiano, “Di buon mattino”, e un programma di seconda serata, che andava in onda il lunedì sera e si chiamava “Il rinoceronte”. 

Qual è il percorso che ti ha condotto a Mediaset?

Tutto è partito da un collegamento che ho fatto nell’estate del 2015 per “Dalla vostra parte”. Ero a Rosarno per seguire le tensioni che si erano create in un campo che accoglieva gli emigrati africani e così, dato che con SUD avevamo già supportato Mediaset per realizzare il collegamento, Nino Spirlì mi chiamò per dirmi che mi volevano in collegamento per dare conto di quello che stava accadendo. Alla fine di quella diretta, mi chiesero di fare altri pezzi per i giorni successivi. Così, grazie a Mario Giordano, sono diventato poi inviato per il centro-sud Italia per “Dalla vostra parte”.

A Cologno Monzese, quindi, ci arrivi solo in un secondo momento.

Sono arrivato a Cologno nel 2018 per “L’almanacco di Retequattro”, che era curato dal Tg4. Così quando questo è passato sotto Videonews, sono tornato a fare i pezzi per “Dalla vostra parte”, che per un periodo invece non li aveva avuti. Poi il programma è stato chiuso ed è nato Stasera Italia con Giuseppe Brindisi e Veronica Gentili. Con l’arrivo di Barbara Palombelli nel settembre di quello stesso anno, la trasmissione si è trasferita a Roma e io con lei.

Che ricordo professionale conservi degli anni di lavoro con Barbara Palombelli?

Barbara è una donna straordinaria, generosa e umana in una dimensione incredibile. Lei volle che in studio ci fosse sempre qualcuno della redazione per dare le agenzie durante la diretta, non perché non lo potesse fare tranquillamente lei, ma perché ci voleva insegnare anche il lavoro in studio, che noi inviati altrimenti non avremmo conosciuto.

Sei a Pomeriggio Cinque dallo scorso novembre. Quale rapporto si è creato in questi primi mesi di lavoro con Myrta Merlino?

Io lavoro benissimo con Myrta e credo che si vede anche in onda il feeling che si è già creato durante i collegamenti.

C’è un sogno nel cassetto per il tuo futuro professionale?

Io non progetto niente. Per il momento faccio questo e mi diverto.