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Che tempo che fa, Luciana Littizzetto sul Ddl Zan: “La società è già più avanti di voi: fate con comodo, noi vi aspettiamo qua”

Luciana Littizzetto prende posizione sul Ddl Zan a CTCF: “Era una legge per dare diritti in più, per aggiungere, non per togliere”

1 Novembre 2021 00:00

Anche Luciana Littizzetto arriva sul Ddl Zan. La tv in quest’ultima settimana, come abbiamo già visto, ha affrontato a modo suo e con diverse sfumature a seconda della sensibilità dei conduttori e del tono delle trasmissioni l’affossamento in Senato del disegno di legge firmato dall’onorevole del Pd Alessandro Zan.

Alla coda di programmi e volti televisivi che si sono espressi sulla questione si aggiunge quindi anche Luciana Littizzetto che nell’ultimo appuntamento di Che tempo che fa, oltre a ricevere dei videomessaggi per il suo compleanno e a prendere parte in maniera inusuale al Tavolo, ha letto un’intensa riflessione sull’argomento.

L’applauso è partito per festeggiare l’affossamento del Ddl Zan, la legge contro l’omotransfobia. In quest’anno in cui l’Italia vince in tutto il mondo, anche nel mondiale di pasticceria, purtroppo perdiamo in casa e perdiamo nella gara più importante, quella di far sentire tutti uguali e tutti rispettati. Mi spiace perché questo disegno di legge era forse pieno di imperfezioni, ma bastava mettersi d’accordo e modificarlo. E poi era una legge per dare diritti in più, per aggiungere, non per togliere, per tutelare la diversità e l’inclusione. Pillon spillava gioia da tutti i pori, aveva il farfallino spanato come una corolla di crisantemo: mancava che gli si staccasse dal colletto e gli si posasse sull’inguine come la farfallina di Belen. Ma almeno lui è coerente: è sempre stato contrario alla legge e ci ha messo la faccia. Io non sopporto quelli che dicono: “Ero d’accordo sul principio, ma c’era un dettaglio che non mi quadrava: io ho votato contro”. E non sto parlando di Renzi che era in Arabia Saudita, che come si sa è il faro dei diritti civili di questo pianeta: se mi chiedi due posti dove cui mi sento libera, quelli sono Amsterdam e Riyad. Io dico gli altri, quelli che hanno votato no e un minuto prima dicevano sì, quelli che sono a favore delle leggi civili solo il giorno del Gay Pride o il giorno prima delle elezioni. Sentire queste discussioni di fino su quel qualcosa che non quadrava mi stupisce perché quando c’è da prendere i soldi della finanziaria i senatori piazzano dentro qualunque , sui diritti invece si trasformano invece in precisetti che vanno a vedere il pelo nell’uovo con il microscopio del Cern. Le leggi già ci sono e le tutele pure, perfetto, allora facciamo una cosa rivoluzionaria: inseriamo l’educazione sentimentale e sessuale nelle scuole, obbligatoria anche per i più piccoli perché è da lì che parte tutto. L’unica cosa che mi consola è che in tanto la società è già più avanti di voi: quei diritti sono nella teste della maggioranza delle persone, per cui potremmo dirvi: “Carissimi, fate con comodo: noi vi aspettiamo qua”.