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Le Iene, Pif: “Che tristezza vedere Matano che fa le interviste interrotte…”

“…mi viene un po’ di malinconia”, dice l’ex Iena al Corriere della Sera. Solo malinconia?

pubblicato 19 Gennaio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 09:24

Alla vigilia del ritorno de Le Iene su Italia 1, già slittato e ora previsto per mercoledì 22 gennaio, il Corriere della Sera ripercorre la carriera di alcuni dei volti noti del programma concentrandosi su PIF (alias Pierfrancesco Diliberto), reduce dal successo del suo debutto cinematografico con il suo “La mafia uccide solo d’estate” e celebrato autore/conduttore de Il Testimone su MTV.

Quella di PIF è una vera e propria dichiarazione d’amore per la sua prima casa tv che non a caso tratteggia come se fosse la sua famiglia d’origine e alla quale dichiara di dover praticamente tutto (o quasi).

“Ho sempre pensato che ‘Le Iene’ fossero i marines delle televisione. È un programma in cui fai di tutto. Io ero autore, riprendevo con la telecamera, montavo i filmati. Dovevo fare un po’ il giornalista, un po’ il clown”

dice Pierfrancesco, che ha poi portato all’estremo questa filosofia proprio ne Il Testimone, nel quale si manifesta quasi come una ‘trinità’ composta da operatore, autore e intervistatore.

Una palestra insuperabile, dunque, dalla quale però si rischia di non andar più via:

“Proprio perché “Le Iene” sono un’isola felice, io avrei potuto anche starci a vita. Fermarmi lì. In fondo mi sentivo realizzato e fortunato per avere l’opportunità di fare cose che molti sognano”.

E invece lascia:

“Ho sentito il bisogno di capire se potevo camminare con le mie gambe. Lasciare il programma è stato come andare via dalla casa di mamma e papà. Quando sono tornato per presentare il mio film, è stato come far conoscere tuo figlio ai genitori”.

E con un rapporto ‘filiale’ del genere difficile non pensare a un possibile ritorno:

“Mi sento un ‘senatore a vita delle Iene’ (…) Non escludo di tornare a fare qualcosa per il programma, in futuro”.

In questo caso i genitori, però, adottano – o quantomeno prendono in affidamento – sempre nuovi figlioli, nuove leve da formare e da ‘gettare’ nel mondo dello spettacolo o dell’informazione (cfr. Alessandro Sortino, passato alla cronaca politica per La7). E tornare in redazione fa un po’ l’effetto di farsi un giro nella propria cameretta, ora presa in consegna da qualche ‘fratellastro’.

“Ora quando vado in redazione e vedo tante facce nuove, provo un po’ di tristezza. Un po’ come quando vedo i servizi di Frank Matano… Lo vedo fare le interviste interrotte che un tempo facevo io e mi viene un po’ di malinconia. Ma in fondo deve essere successo anche a Peppe Quintale quando vedeva me”,

aggiunge PIF, che descrive una sorta di passaggio di ‘testimone’ (per l’appunto), anche se quella che parrebbe essere semplicemente una tenera osservazione, figlia della malinconia, potrebbe essere interpretata da qualche malpensante (o semplicemente da qualche fans) come una ‘ironica’ punzecchiatura al giovane collega.

Ora invece tocca a Matano ‘travestirsi’ da giornalista e infastidire i vip (e lo vediamo in basso) raccogliendo l’eredità di un format portato al successo proprio da Diliberto (qui un suo video) e ancor prima da Quintale. Una cosa però se ne deduce, senza grandi possibilità d’errore, ovvero che in fondo Le Iene fanno sempre la stessa cosa…


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