Home Notizie La Pina e Diego in Questa macchina non è un albergo. Ci fanno anche quando ci sono?

La Pina e Diego in Questa macchina non è un albergo. Ci fanno anche quando ci sono?

C’è una coppia che sto tenendo d’occhio da un po’ di tempo a questa parte e che suscita la mia curiosità, non indenne a un certo sospetto. Essendo originariamente extra-televisiva per lungo tempo non ha meritato la mia attenzione di tvblogger. Ora che li vedo protagonisti di una campagna pubblicitaria coi fiocchi, devono essere miei:

1 Luglio 2009 12:02

diego la pina

C’è una coppia che sto tenendo d’occhio da un po’ di tempo a questa parte e che suscita la mia curiosità, non indenne a un certo sospetto. Essendo originariamente extra-televisiva per lungo tempo non ha meritato la mia attenzione di tvblogger. Ora che li vedo protagonisti di una campagna pubblicitaria coi fiocchi, devono essere miei: non possono sottrarsi al famigerato casco di TvBlog.

Nel secondo numero del nostro shampoo, dopo Belen Rodriguez e Marco Mazzanti, arrivano La Pina e Diego, due amici per la pelle che hanno fatto delle loro bigodinerie un’intesa professionale in costante ascesa… Non è un caso che abbia detto il nome di lei per primo: senza La Pina Diego non sarebbe mai sopravvissuto al decesso di Gay.Tv. E’ grazie a una rubrica radiofonica in coppia con lei, per la precisione Pinocchio, che a nessuno importa quale sia il suo cognome (Passoni). Lui è semplicemente il mitico Diego di Radio Deejay, ovvero l’accessorio più glamour della donna con più attributi della radio italiana, ovvero La Pina.

La Pina e Diego, Diego e La Pina, come non definirli la versione all’amatriciana di Karen e Jack di Will e Grace? Per illuminare il senso della loro coppia, senza che nessuno si senta offeso per questo, prenderò in prestito un’espressione divenuta vero e proprio “caso” in un episodio della quinta stagione di Desperate Housewives. Protagonista il quasi “genero” di Bree Van De Kamp, ormai divenuta a sua volta un’icona gay per carisma e apertura verso il mondo omosessuale.

Ebbene, il nuovo fidanzato del figlio, da omosessuale allergico alle macchiette, accusa la futura suocera di essere troppo critica nei confronti del marito, sottoponendolo a un processo di devirilizzazione. La donna comanda, l’uomo – indipendentemente dal fatto che sia gay o no – sta al gioco e ubbidisce, in una sorta di umiliazione sadomaso che ravviva il sodalizio.

A prescindere dalle conseguenze psicoanalitiche di questo comportamento, da cui ci teniamo alla larga perché non ci chiamiamo Povia, la parola devirilizzazione è la chiave di volta per raccontare molti dei rapporti uomo-donna che si vengono configurando nelle nuove generazioni televisive, diventando parzialmente uno specchio della vita reale. Qui non parliamo necessariamente di orientamenti sessuali, né evochiamo un ritorno alla donna con la gonna gonna di Roberto Vecchioni, antidoto un po’ estremo a una doverosa emancipazione sociale.

Prendete Diego e La Pina, protagonisti della prima vera sitcom pubblicitaria a puntate di una nota concessionaria automobilistica: Questa macchina non è un albergo. Simpatica e totalmente innovativa l’idea di ambientare una sitcom a camera quasi fissa nell’abitacolo di una vettura, teatro di battute lampo nei brevi viaggi quotidiani ma anche location di tutti i rituali quotidiani, quasi che diventasse una seconda casa.

In particolare è molto simpatica la mini-puntata in cui i due sognano di essere i protagonisti di una sitcom americana e fanno dell’ironia sulle risate moleste di sottofondo. Prima ammettono di sognare da sempre che partisse la risata a una loro minima cavolata, e poi non fanno mistero di non poterne più già dopo pochi minuti, chiedendosi come hanno fatto a sopravvivervi per tanti anni gli attori di Friends.

In tutto questo Diego è l’Ambre Magique di La Pina. Da buoni consumatori dell’universo telefilmico e avidi telespettatori più che volti popolari della tv (La Pina è stata voce fuori campo di Mpt mi piaci tu e Uomini e Donne Story, Diego inviato un po’ maldestro di Academy Web), i due sanno e vogliono ammiccare agli Usa, ironizzando loro stessi sui limiti dello humour italiano. Infatti, a vederli provarci, ti chiedi se il casco del parrucchiere sia davvero in agguato e quanto gli epigoni sappiano aggiungere qualcosa di veramente loro, per non scadere nella mera devirilizzazione macchiettistica o in un’iper-femminilizzazione androgina.

Diego e la Pina, due eterni fan di icone iraggiungibili, senza le mode del momento e l’ammiccamento al popolo gay, lavorerebbero?