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Come finisce La Casa di Carta 5? Il finale è… un’illusione

Il finale conferma che la quinta parte di questo fenomeno globale, per quanto ben fatto nelle scene d’azione, abbia avuto veramente poco da dire

4 Dicembre 2021 09:00

Dei finali tanto attesi e tanto contestati abbiamo parlato qualche settimana fa. Chissà se a questi si aggiungerà anche il finale de La Casa di Carta: con gli ultimi cinque episodi, usciti il 3 dicembre 2021 su Netflix, una delle serie più popolari della piattaforma si chiude con un’attesa globale, capace di suscitare curiosità in ogni angolo del mondo e, proprio per questo, generare un’aspettativa che non sarà del tutto soddisfatta. Ma andiamo con ordine: volete sapere come finisce La Casa di Carta 5?

-ATTENZIONE: SPOILER SUL FINALE DE LA CASA DI CARTA-
Negli ultimi cinque episodi, in realtà, non avvengono particolari ribaltoni nella trama: nei primi tre episodi ci si concentra, oltre che agli inevitabili flashback per riavere sullo schermo Berlino (Pedro Alonso, che sarà protagonista di uno spin-off tutto suo), sulle peripezie del Professore (Alvaro Morte).

Capace di calcolare ogni passo della banda ed ogni fase della rapina fin dal primo episodio, in questo capitolo finale Sergio -questo il suo vero nome- perde la trebisonda, sconvolto dalla morte di Tokyo (Ursula Corbero). Uno shock che permette ad Alicia (Najwa Nimri), che era tenuta ostaggio nel covo del Professore, dove ha partorito la figlia Victoria, di fuggire.

Il Professore riesce però a raggiungerla ed a portarla dalla sua parte, ricordandole che anche lei è ormai una ricercata. Al Banco di Spagna, intanto, il resto della banda si muove tra momenti di dolore per la scomparsa dell’amica ed altri di entusiasmo per la riuscita della rapina: l’oro, grazie ad una nuova ingegnosa idea del Professore, messa precedentemente a punto con Berlino e Palermo (Rodrigo de la Serna), viene effettivamente portato fuori dall’edificio.

E’ nel quarto episodio, però, che le cose iniziano a smuoversi per davvero: i ladri, infatti, finiscono per essere ingannati e derubati a loro volta dei lingotti d’oro. Serve poco a capire che l’autore del furto è Rafael (Patrick Criado), figlio di Berlino che -come ci rivelano i flashback- si è fidanzato con Tatiana (Diana Gómez), ex moglie del padre, provocando grande rammarico in Berlino.

La Casa di Carta 5 come finisce
© Netflix

L’esercito, intanto, riesce ad avere la meglio sulla banda ed a interrompere la rapina: al Professore non resta che costituirsi, non prima, però, di aver affidato ad Alicia il compito di rintracciare l’oro rubato. Il Professore cerca così di bluffare di fronte a Tamayo (Fernando Cayo), facendogli credere di sapere dove si trova il bottino. Ma il leader della banda aveva in mente un piano per ingannare le autorità: restituire dei lingotti fasulli, usando quelli veri come assicurazione sulla propria libertà. Un piano di cui nessuno era al corrente, ma che funziona: per Tamayo è scacco matto, e non gli resta che assecondare il Professore, onde evitare che la notizia della sparizione di tutto l’oro di Spagna porti la Nazione in una profonda crisi economica negli anni successivi.

Tutti i componenti della banda, ad eccezione di Denver (Jaime Lorente), a cui viene fatta un’offerta per lui e la sua famiglia, vengono dichiarati morti. Le cose non stanno così: nel finale ritroviamo tutto il gruppo in un capannone, scortato dall’Esercito e raggiunto da Denver, che ha rifiutato l’offerta per ricongiungersi a Stoccolma (Esther Acebo) ed ai suoi amici. Grazie a dei passaporti falsi ed ad una “buonuscita” sufficiente per non costringerli più a fare rapine, i protagonisti iniziano delle nuove vite con delle nuove identità, mentre la Spagna evita la crisi pur non sapendo di custodire dei lingotti falsi: quelli veri si trovano in Portogallo.

Un finale epico? Ma anche no

Già la prime parte di quest’ultimo volume de La Casa di Carta ci aveva destato qualche sospetto: il finale conferma che questi ultimi episodi non aggiungono davvero nulla ad un racconto che non aveva più molto da dire. Se togliamo gli attimi di azione, gli inseguimenti e le scene di guerriglia tra la banda e l’Esercito (indubbiamente ben fatte), La Casa di Carta ha perso il suo fascino ormai da tempo.

Questo finale, purtroppo, non riesce a risollevare le sorti delle serie, sebbene ne mantenga una delle caratteristiche principali, ovvero l’eccessività. Sembra quasi che il pubblico debba essere distratto onde evitare che si renda conto che di cinque episodi, solo gli ultimi due fanno fare dei passi avanti alla trama, ed anche troppo in fretta: non sapremo mai come il figlio di Berlino abbia messo a segno il suo furto (ci dobbiamo limitare ad un “lui conosceva il nostro piano”), così come convincerlo a seguire il piano dello zio diventa una scena decisamente veloce e poco spiegata. Piuttosto, tornano regine le scene di azione ed i dialoghi in cui i ladri parlano, parlano e parlano.

La Casa di Carta 5 ultimi episodi
© Netflix

Ecco, La Casa di Carta in queste ultime parti si è spacciata come serie di azione e di Resistenza, ma ha invece solo voluto mettere in risalto personaggi che non avevano la capacità di reggere un successo di questo tipo, e quindi, si sono ritrovati a dover crescere tramite riflessioni ad alta voce, gesta eroiche e sacrifici.

Il finale epico, insomma, non è giunto: piuttosto c’è stata l’illusione di un finale di questa portata, giusto per giocare con la “magia” con cui il Professore mette a segno il suo ultimo colpo. Ma Netflix ha saputo giocarsi incredibilmente bene le sue carte, facendo squadra con sceneggiatori e produttori per costruire da un fenomeno diventato tale grazie al passaparola un vero e proprio evento mondiale. Un piano astuto che ha fatto milioni di ostaggi nel mondo. Ostaggi che solo ora possono essere liberi, in attesa di essere rapiti dalla prossima serie cult.