Non è la Rainbow
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Klaus Davi, il coming out a Storie Italiane: “Se mi picchiavano, mi difendevo e picchiavo anche io. Non mi ci riconoscono nel gay vittima”

Il massmediologo nel programma di Eleonora Daniele: Non ero uno che porgeva l’altra guancia”.

pubblicato 20 Aprile 2022 aggiornato 24 Novembre 2023 09:58

Nel corso del programma Storie Italiane il massmediologo e giornalista Klaus Davi, noto per aver partecipato soprattutto a L’Arena prima e Non è L’Arena poi di Massimo Giletti, lo scorso marzo ha fatto coming out (anche se molte testate stanno dando la notizia come avvenuta in queste ore):

“Devo fare un coming out a Storie Italiane. Anche io da piccolo ho subito minacce, aggressioni, ma dirò una cosa politically scorrett, quando mi menavano io rispondevo. Mi spiace dover dire queste cose, ma io reagivo. Io non porgevo l’altra guancia, più che seguire il Vangelo seguivo l’Antico Testamento e rispondevo per le rime. Io questa storia del gay-vittima non l’ho mai tollerata. Non mi ci riconosco. Vissi la mia infanzia in Svizzera e poi in Belgio, non sempre erano rose e fiori”.

L’esperto di comunicazione, che ha fatto molto parlare di se stesso molti anni fa quando affisse nel paese di  Buccinasco i manifesti con un volto della criminalità organizzata vestito da drag ha continuato:

 “Per capirci, se mi picchiavano, mi difendevo e menavo anche io. Parliamo delle elementari e del ginnasio alla scuola europea. Non ero uno che porgeva l’altra guancia. Ovviamente era tutto sbagliato, sia l’aggressione che la contro-aggressione. Ma allora ragionavo così. Sono sempre stato di scorza dura”.

Klaus Davi infine ha parlato all’interno del programma condotto da Eleonora Daniele nel daytime su Rai 1 la sua parentesi in politica:

 “Qualche anno fa decisi di candidarmi a San Luca in Aspromonte (paese noto per la Faida di San Luca, ovvero lo scontro tra due famiglie della criminalità, ndr). Non si votava da 11 anni per le infiltrazioni mafiose. Tutti mi dicevano ‘ma sei pazzo, ti candidi nel cuore della Ndrangheta?’. Tutti mi scoraggiavano. Mi sono presentato alla comunità e ho detto: ‘mi candido’. All’inizio non è stato facile. Ma poi mi sono imposto ed è nato un bellissimo rapporto con quella stessa comunità. Fui eletto in consiglio comunale contro tutte le previsioni. Con molto tatto qualcuno mi chiedeva ‘ma è vero che sei gay?’ e io rispondevo ‘sì, ma anche noi gay abbiamo le p….!”