Home Notizie K2, la fiction attacca la cima con un racconto epico ed umano. La montagna protagonista

K2, la fiction attacca la cima con un racconto epico ed umano. La montagna protagonista

K2 – La montagna degli italiani scala la cima del racconto eroico invogliando il pubblico a saperne di più

pubblicato 18 Marzo 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 20:10

copia 2″ width=”586″ height=”329″ class=”aligncenter size-blogoextralarge wp-image-194999″ />Quando c’è da raccontare una storia che unisca impresa e dramma, voglia di riscatto e forza, passione e Storia, c’è da stare attenti: perchè hai tutti gli elementi per fare un buon lavoro, ma anche un maggior numero di possibilità di fare un pasticcio. Nel caso di “K2 – La montagna degli italiani”, la fiction in onda su Raiuno, è prevalso il primo caso.

Il racconto è di quelli noti a tutti: l’impresa che ha portato nel 1954 un gruppo di alpinisti italiani sulla seconda vetta più alta del mondo diventa occasione, per un’intera Nazione, di rialzare la testa dopo anni di difficoltà e di morale a terra.

Gli italiani riescono a dare il meglio nei momenti di difficoltà, sembra dire la fiction, la cui operazione è quella delle più interessanti proposta in questa stagione tv: il K2 è lì, sullo sfondo, sai che i protagonisti dovranno attaccarlo e vincere la sfida prima che gli americani li battano. Ma come ogni storia epica che si rispetti, il bello deve ancora venire, ed al pubblico quel momento viene fatto desiderare lungo tutta la prima puntata.

K2-La montagna degli italiani
K2. La montagna degli italiani K2. La montagna degli italiani K2. La montagna degli italiani

Solo la parte finale della prima serata del film-tv porta i dodici prescelti in India. Prima, è tutto un percorso di presentazione e conoscenza dei protagonisti, un percorso che, contrariamente a quanto si possa pensare, non annoia ed anzi incuriosisce: chi era Walter Bonatti (Marco Bocci), da dove arrivava Achille Compagnoni (Massimo Poggio), qual è la storia di Lino Lacedelli (Michele Alhaique)?

Abbiamo sentito i loro nomi, ma poco sappiamo di loro: ecco, allora, l’obiettivo della prima puntata. Introdurre i futuri eroi, presentandoli nelle caratteristiche più umane, come pregi, difetti e paure. Si supera l’ostacolo di dover riempire più di un’ora di fiction senza scadere nel banale facendo la cosa più semplice possibile, ovvero raccontare una storia di un gruppo di uomini accomunati da una passione: la montagna.

Proprio la montagna diventa metafora delle difficoltà dell’Italia di allora, ma anche dell’Italia di oggi: la cima è lontana, la fatica molta, ma la tenacia e la voglia di piantare per primi la bandiera non manca. L’immedesimazione dei nostri tempi con quelli in cui è ambientata la vicenda è facile, ma non scontata. Siamo ancora distanti dal racconto epico che è passato alla storia, ma ormai il pubblico è stato conquistato: ora sul K2 non saranno più in dodici.

“K2” dimostra una cosa: che la fiction italiana può superare i suoi difetti più evidenti, come un doppiaggio fastidioso ed un montaggio incerto, solo quando alla base c’è una sceneggiatura che sa quello che vuole. In questo caso, umanizzare ed attualizzare una vicenda passata alla Storia che si è fatta col tempo adatta solo ai libri.

Invece, il nostro Paese è ricco di racconti di questo genere, capaci di portarci laddove solitamente la fiction italiana non va. E’ bello vedere che quando si cerca di prendere una boccata d’aria fresca, i risultati arrivano: e dall’alto di una cima, si può sperare in altre storie così cariche di speranza e di passione.


K2. La montagna degli italiani

K2. La montagna degli italiani
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