Home Netflix Il giovane Berlusconi, su Netflix una coproduzione internazionale per raccontare il Cavaliere dalla tv alla discesa in campo

Il giovane Berlusconi, su Netflix una coproduzione internazionale per raccontare il Cavaliere dalla tv alla discesa in campo

Dai creatori de Il Castello delle Cerimonie, una docuserie sulle gesta del ‘giovane Berlusconi’, dalla creazione di Milano 2 alle elezioni del ’94: nel mezzo ‘la rivoluzione’ della tv

29 Marzo 2024 12:28

Una docuserie in tre parti da 50′ ciascuna per raccontare l’Italia attraverso la scalata al successo del suo ‘Cavaliere’ e delle sue tv: potrebbe essere questo il claim de Il giovane Berlusconi, una produzione B&B Film realizzata in coproduzione con la tedesca Gebreuder Beetz Filmproduktion e con la franco tedesca ZDF Arte, che sarà disponibile in streaming su Netflix dal prossimo 11 aprile.

Come nello stile di B&B Film, che racconta i contesti partendo dai dettagli, Il giovane Berlusconi non si presenta come una agiografia del Cavaliere, quanto come una ricostruzione critica, ma non giudicante, del vero successo berlusconiano, quello televisivo: la sua idea di tv ha segnato l’Italia ben oltre il semplice ‘costume’, che ha riscritto le regole di un medium, che ha ridefinito i confini della politica.

Il giovane Berlusconi © Umberto Cicconi_Getty Images
The politician Bettino Craxi with Silvio Berlusconi at the beach in Hammamet in August 1984. (Photo by Umberto Cicconi/Getty Images)

Di cosa parla Il giovane Berlusconi?

La docuserie, che in forza della sua coproduzione sarà presto trasmessa anche in Francia, Germania e Austria, si concentra, infatti, sul successo di Silvio Berlusconi dai suoi esordi come imprenditore all’invenzione della televisione commerciale alla metà degli anni ’70 per arrivare alle elezioni politiche del ’94. Qui il racconto si ferma: ha inizio tutto un altro capitolo di storia nazionale, sì frutto del precedente ma che si muove su altre logiche e in altri perimetri. Probabilmente meno interessanti.

Ne Il giovane Berlusconi, invece, il racconto si concentra sulla figura di questo ‘figlio del boom economico’ dei primi anni ’60, che negli ani ’70, come molti altri, si butta nel business dell’edilizia realizzando Milano 2, nella quale si progetta, per la prima volta in Italia, la cablatura di tutta la cittadina con il cavo coassiale per evitare il ‘brutto spettacolo’ delle antenne moltiplicate sui tetti. Nasce così, nel 1974, in un sottoscala TeleMilanoCavo, una sorta di televisione di servizio per i residenti, che possono così seguire la messa, le riunioni di condominio, le attività sportive dei propri figli e la pubblicità del negoziante sotto casa.

Uno streaming ante-litteram che si sarebbe trasformato doopo poco in uno dei più grandi gruppi televisivi privati europei, il primo in Italia. Il monopolio della Rai viene aggirato dal cosiddetto “pizzone”, un nastro registrato con programmi e pubblicità che viene consegnato a tutte le emittenti, sparse lungo il territorio nazionale, affiliate con Canale5, che ha ormai sostituito TeleMilano. Con questo escamotage una piccola televisione locale di Milano riesce a far sentire la sua voce in tutta Italia e a vendere tantissima pubblicità.

La creazione di un nuovo immaginario

Al di là del ‘genio’ imprenditoriale, sono i contenuti veicolati dalle reti di Berlusconi che ridisegnano l’immaginario nazionale: con gli Anni di Piombo che fanno ancora sentire gli echi dello stragismo, Berlusconi racconta ai telespettatori un’Italia che ancora non esiste – se mai è esistita – e la intrattiene con telequiz, telenovelas, soap opera, telefilm americani, cartoni animati giapponesi, calcio, programmi comici. Berlusconi parla al consumatore e agli inserzionisti, mentre la TV di Stato si rivolge al cittadino: da questo momento i confini tra i due mondi si faranno più labili, la comunicazione berlusconiana plasma un pubblico nuovo, che presto diventerà elettorato.

Il racconto si dipana senza voci narranti, ma attraverso un cast selezionato di testimoni, capaci di confidenze e aneddoti inediti – tra cui spiccano Marcello Dell’Utri, Achille Occhetto, Jack Lang – unito a materiale di repertorio, in parte inedito o raro.

Dove vederlo

Prodotta da B&B Film (nota al grande pubblico soprattutto per le docuserie ambientate alla Sonrisa) e realizzata in coproduzione con la tedesca Gebreuder Beetz Filmproduktion e con la franco tedesca ZDF Arte, la docuserie è prodotta da Raffaele Brunetti e Christian Beetz, scritta da Matteo Billi e Piergiorgio Curzi: si compone di tre puntate da 50′ dirette da Simone Manetti. Il titolo è stato co-finanziato dalla Regione Lazio (Lazio Cinema International), dal programma Media di Europa Creativa, realizzata anche grazie al Tax Credit del MiC.

Come detto, la docuserie sarà disponibile in Italia dall’11 aprile su Netflix.

Netflix