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Il Collegio, Andrea Di Piero e quel vero salto al 1992

Andrea Di Piero come Joe Schittino. Una delle star del Collegio riporta alla mente il ragazzo prodigio che imperversò al Costanzo Show. Proprio nel 1992

4 Dicembre 2020 11:26

Vedi Andrea Di Piero e pensi a Joe Schittino. Quest’ultimo, assieme alla sorella Jennifer, diventò una celebrità quasi trent’anni fa grazie alle sue ospitate al Maurizio Costanzo Show. Impassibile, acculturato e mai sorridente, Schittino ricorda per molti aspetti uno dei protagonisti indiscussi de Il Collegio.

Il reality di Rai 2, quest’anno ambientato nel 1992, ha aperto le sue porte anche al sedicenne di Fiuggi, aspirante politico che si è subito imposto per i modi ricercati e un look d’altri tempi.

Guarda caso, era proprio il ’92 quando Schettino, allora definito un ragazzo prodigio, si confrontava sul palco del teatro Parioli, rimanendo fedelissimo al suo personaggio. “La materia per me più difficile a scuola? L’educazione fisica”, affermava senza muovere ciglio. Non troppo diverso da Di Piero, che appena viene chiamato ad allenarsi nell’ora di ginnastica cambia espressione nemmeno fosse diretto al patibolo. “Sono una persona abbastanza legata al passato”, ha spiegato nella scheda di presentazione. “Essendo una persona a cui piace sapere il perché delle cose ho fatto numerose riflessioni che mi hanno portato ad essere convinto dell’esistenza di Dio. A me piace parlare, fare discorsi e mi piace anche dimostrare che la mia idea è giusta”.

I due si somigliano nell’abbigliamento, nell’acconciatura, persino nelle espressioni e nello sguardo, apparentemente privo di particolari intenzioni.

Classe 1977, oggi Schittino è un affermato compositore, con una carriera che si è sviluppata più all’estero che in Italia. “In Sicilia dirigo l’Istituto musicale di Caltagirone”, svelò nella trasmissione di Italia1 90 Special.

Difficile immaginare un collegamento voluto da parte del programma, anche perché lo zoccolo duro del pubblico del Collegio è rappresentato da ragazzini nati dopo l’ingresso nel terzo millennio. Tuttavia, il gioco dell’adolescente ‘nato vecchio’ – capace addirittura di appassionarsi alla visione di una puntata di Milano Italia con Gad Lerner – è stato accolto da diversi spettatori come un gradito déjà-vu. Intenzionale o no, poco importa.