Gerry Scotti a TvBlog: Io, la Tv, il presente, il passato ed il futuro
Stasera riparte su Canale 5 “Io canto generation”. I successi di “Tu si que vales” e “La ruota della fortuna”. L’intervista a Gerry Scotti
Stasera riparte su Canale 5 con una nuova serie di Io canto generation, il talent show musicale diretto da Roberto Cenci. Lui è anche il padrone di casa del successo di questo primo scorcio di stagione tv nel preserale dell’ammiraglia Mediaset con La ruota della fortuna. E’ anche uno dei giurati dello show del sabato sera Tu si que vales. Insomma lui è protagonista anche di questa stagione dell’intrattenimento di Canale 5. Gerry Scotti è oggi ospite di TvBlog per parlare di tutto questo e anche di altro.
Riparti con Io canto generation, dopo un’inizio di stagione da incorniciare grazie agli ottimi riscontri della Ruota della fortuna. Partiamo da questa nuova edizione di Io canto generation, come sarà?
Il programma è stato accolto molto bene dieci anni dopo, quindi era naturale che tornasse in onda anche quest’autunno. Le novità saranno due. Una è Iva Zanicchi che passa in giuria, che voi avete anticipato. Era gravoso per lei il ruolo di coach che richiede molte ore di lavoro con i ragazzi per molti giorni la settimana. La seconda novità è l’arrivo di Lola Ponce, una bella e brava artista, che insegnerà ai ragazzi anche un aspetto di questo lavoro che è quello legato al mondo dei musical, cui lei è una delle migliori interpreti. Poi vedrete che si creerà fra il gruppo di giurati, con l’ingresso di Iva, un clima molto divertente in stile Muppets show, insieme ad Orietta Berti e Albano.
Come ti sembra il cast di quest’anno dei ragazzi?
Di ottima qualità, sopratutto le ragazze. Probabilmente perchè le ragazze maturano prima le qualità vocali rispetto ai maschi di quell’età. Il maschio dagli 11 ai 13 anni cambia già voce due volte e dai 13 ai 15 può cambiarla definitivamente. Ho visto delle ragazze di una maturità, di una presenza scenica, di una disinvoltura pazzesca.
Forse è il mondo che corre più velocemente oggi
La mia generazione, quella del dopo guerra aveva quell’ingenuità, quella freschezza dei ragazzi che si stupivano per qualunque cosa. Oggi si cresce più in fretta, si vive più velocemente come dici tu. E’ un bene, un male? Non lo so.
Sei nato a Radio Deejay, quindi hai la musica nel sangue. Ti piacerebbe fare un programma musicale tutto tuo, magari una specie di Taratata in cui dialoghi con un grande della musica leggera e ripercorri con lui la sua carriera fra musica e parole?
Certo che mi piacerebbe, anche molto. Io sono quello che sono oggi grazie a quegli anni vissuti in radio. Un programma di nicchia, ma molto bello è per esempio “33 giri” in onda su Sky (viene vivisezionato un 33 giri insieme agli addetti ai lavori, ndr). Certo la musica in televisione oggi, parliamo della generalista, per funzionare, ha bisogno di avere attorno una cornice che la renda accattivante al pubblico. Come per esempio un evento come Sanremo, che ha la magia della gara al suo interno.
La tua conoscenza della musica leggera ti permetterebbe secondo noi di fare il Festival di Sanremo come conduttore e direttore artistico, come ha fatto Amadeus e ora Carlo Conti. Per altro come te entrambi che provengono dalla Radio. Qualora la Rai pensasse a te seriamente, cosa saresti disposto a sacrificare dei tuoi attuali impegni televisivi per farlo? Del tipo che abbandoneresti Mediaset per una intera stagione tv ?
Certo che mi piacerebbe farlo e il mio editore mi ha già dato il permesso, ma solo per quella settimana (ride, ndr). Non credo proprio che lascerei i miei programmi di Mediaset se la Rai mi chiedesse di farlo. Ho ancora due anni di contratto con Mediaset. Ricordo che in sede di rinnovo ci siamo detti con Piersilvio che per il contratto successivo sarei stato disponibile a fare un solo programma e lui si era detto d’accordo. Poi però prima di uscire dal suo ufficio, arrivato alla porta, mi ha detto “facciamo due”. Uno per me e uno per lui (ride, ndr). Magari quando verrà il momento di discutere il rinnovo fra due anni torna a chiedermene tre (ride, ndr).
A proposito di questo, tu sei stato nei secoli fedele a Mediaset, cosi come Arbore e Conti lo sono stati con la Rai. Amadeus invece è la seconda volta che lascia la Rai. La prima per andare a Mediaset e non andò bene, ora per andare a Discovery e gli ascolti ancora non ci sono. Che ne pensi ?
Diamogli tempo, anzi mi sembra che se lo sia già iniziato a prendere (ride, forse il riferimento è al fatto che “Chissà chi è” da lunedì si è allungato di 10 minuti, ndr).
Ma la Rai ti ha mai cercato veramente?
Qualche abboccamento, ma niente di veramente serio. Però devo dire che quando vado da loro ospite mi trattano sempre bene, parlo delle maestranze Rai. Con i dirigenti non si è mai discusso veramente di un passaggio da loro.
La ruota della fortuna sta andando molto bene e pure noi di TvBlog ne abbiamo parlato nel nostro Focus ascolti. Il vintage funziona in tv? Sopratutto se riproposto dopo molto tempo ?
Siamo effettivamente molto soddisfatti dei risultati della “Ruota“. Se per vintage si intende una cosa vecchia che viene celebrata, la cosa lascia il tempo che trova e francamente non mi interessa. Il riproporre invece una idea valida dieci o venti anni dopo, attualizzandola, come abbiamo fatto noi con la “Ruota” allora ha un senso e i risultati ci stanno dando ragione. Naturalmente ringrazio il pubblico.
Quante puntate avete in mente di fare della Ruota della fortuna ?
Ne faremo per ora 120. Non so ancora dirti se andranno in onda di fila anche durante il periodo natalizio oppure no. Nel caso di uno stop ne manderemo 80 e più avanti le altre 40 nel 2025. Sarà una decisione che prenderanno i maghi dei palinsesti. Per ora siamo “appoggiati”, una parola che non mi piace, così.
Facciamo un gioco. Ipotizziamo tu sia direttore di una tv, chi ingaggeresti di Rai e chi di Mediaset e quali programmi porteresti via dalle due aziende per il tuo canale ?
E’ difficile risponderti. Diciamo che la mia squadra di Canale 5 la chiamerei in blocco e richiamerei anche Piero Chiambretti, che mi piace molto. Poi vorrei nel mio gruppo Massimo Gramellini per un programma di libri.
A proposito di libri, sei pronto ad un bis dopo il tuo primo libro “Che cosa vi siete persi” ?
Ebbene si confermo, sta per uscire il mio secondo libro. Sarà nelle librerie fra un mese per Rizzoli e s’intitolerà “Quella volta“. Sono tutte quelle volte in cui nella vita mi sono capitate situazioni strane, particolari, legate a momenti speciali. Un modo per guardare al mio passato che spero possa interessare la gente.
A proposito di passato, hai parlato in una recente intervista della fede di tuo papà sul tuo comodino che guardi ogni sera ed ogni mattina. Se avessi una macchina del tempo, in che periodo della tua vita torneresti e per fare cosa?
Probabilmente mi piacerebbe tornare ragazzo, diciamo negli anni del liceo. Vorrei tornare per rivedere i miei genitori, che mi sono sempre stati molto vicini. Loro avevano solo la licenza elementare e forse non si sentivano alla mia altezza, frequentando io le scuole superiori in quel periodo. Invece quello non alla loro altezza ero io. Mi piacerebbe dirglielo.
Parliamo del futuro ora. Cosa manca ancora Gerry Scotti e come se lo immagina il suo domani, privato e professionale?
Quando appenderò il microfono al chiodo, mi piacerebbe vivere il mare, perchè lo amo molto. Ma questo dopo i settant’anni, se la salute mi assiste e se mi vorranno far lavorare. Sulla quantità possiamo discutere, come ti accennavo sopra quando ti ho raccontato il momento in cui ho rinnovato il contratto con Piersilvio. Sempre in tv, ma forse con qualche programma in meno. La verità è che la televisione è una abitudine, e le abitudini sono le cose più difficili da cambiare.