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Gente di Mare

Mi ero risparmiato, fino a ora, una recensione di questa fiction italiana che sta conoscendo un buon successo in termini di ascolti, complice il titolo nazional popolare, il bel , il popolo di santi e navigatori che ama il mare e si sorbisce tutto. Ma è giunto il momento di parlare approfonditamente di Gente di

28 Dicembre 2005 12:58

Mi ero risparmiato, fino a ora, una recensione di questa fiction italiana che sta conoscendo un buon successo in termini di ascolti, complice il titolo nazional popolare, il bel , il popolo di santi e navigatori che ama il mare e si sorbisce tutto.
Ma è giunto il momento di parlare approfonditamente di Gente di Mare (sulla quale mi ero brevemente espresso).
Da un punto di vista strettamente registico e di montaggio, siamo ai limiti della depressione. Lunghe camminate con chiacchierata a due e steadycam a precedere, grandi totali, grandi campo e controcampo statici, nulla di innovativo, nulla di lontanamente paragonabile alla qualità di una fiction americana. Considerato il budget – che non sembra così basso – ci si poteva aspettare qualcosa di più.
Ma veniamo alla storia, alla sceneggiatura. La linea orizzontale è imbarazzante e vedrà, ovviamente, il trionfo nella vita e nell’amore del protagonista, il monoespressivo – ma multidivisa, considerato il fatto che prima di far parte della Guardia Costiera era già in CarabinieriLorenzo Crespi.
I casi di puntata, poi.
Non se ne dovrebbe nemmeno parlare, ma già che ci siamo. Nella miglior tradizione investigativa à la Signora in Giallo – che risale a trent’anni fa, resta infinitamente superiore per carisma della protagonista e per fotografia e realizzazione – lo spettatore sgamato sa cosa accadrà prima che accada. Nella puntata che ho avuto la sventura di vedere, sono stato in grado di stabilire prima dell’omicidio chi sarebbe stato il morto, chi il sospettato, chi il vero omicida. Nonché il movente e l’arma del delitto. Ma una fiction non si giudica semplicemente dalla sua prevedibilità, giusto?
Ebbene, ecco come il grande Crespi risolve il caso: si ricorda una frase che l’omicida ha detto alla moglie – amante del fratello dell’omicida. Il morto, ovviamente – e si ricorda come lei ha risposto, confermando una versione dei fatti inesistente.
Cadono le braccia al povero spettatore-blogger, che rinuncia a vedere il seguito e si dispera nel constatare gli ascolti del giorno dopo. Si dispera, letteralmente.