Home L'Eredità Gaffe all’Eredità: l’errore degli autori su Cavour fa arrabbiare il web e qualcuno in particolare…

Gaffe all’Eredità: l’errore degli autori su Cavour fa arrabbiare il web e qualcuno in particolare…

La gaffe risale a venerdì scorso, quando nella puntata di Natale, gli autori dell’Eredità hanno commesso un errore di datazione nel porre una domanda

28 Dicembre 2020 14:47

L’Eredità è abituata alle gaffe dei concorrenti, meno a quelle degli autori del programma. Venerdì sera scorso, nell’appuntamento natalizio del 25 dicembre, è arrivato un’inaspettato errore da parte del team d’autori formato da Carlo Conti – che per anni è stato anche conduttore del game show di Rai 1 -, Mario D’Amico, Emanuele Giovannini, Leopoldo Siano, Nicoletta Berardi e Antonio Miglietta.

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Nel gioco del Triello il campione Francesco, che anche ieri sera è arrivato a giocare alla Ghigliottina con un totale di 130.000 euro, si è trovato a rispondere, infatti, a una domanda apparentemente insensata dato che un elemento posto nella domanda si è rivelato inesatto. La domanda che Flavio Insinna, conduttore de L’Eredità, gli ha rivolta era la seguente:

Nel 1869, con quale frase Cavour avvertì l’ambasciatore piemontese che Garibaldi era entrato a Napoli?

L’errore viene facilmente notato dai telespettatori: Camillo Benso, conte di Cavour, muore nel 1861, quindi è assolutamente illogico pensare che potesse essere in vita ben otto anni dopo la sua scomparsa.

Il fatto di cui si parla nella domanda risale invece al 1860, quando il 7 settembre Giuseppe Garibaldi, e non bensì Camillo Cavour, scrisse proprio al primo ministro dell’allora Regno di Sardegna:

I maccheroni sono cotti e noi li mangeremo.

Era stato infatti Cavour pochi mesi prima a scrivere, in seguito all’occupazione della Sicilia, risalente al 16 luglio, che i maccheroni non sono ancora cotti. La metafora era tutta in ambito gastronomico perché la regione più meridionale d’Italia veniva rappresentata da delle arance, che per Cavour erano “già sulla nostra tavola”.

L’errore sui social ha fatto indignare più di qualche utente, fra i quali Mario Adinolfi, che non ha perso occasione, tramite un post Facebook, per attaccare la Rai 1 del direttore Stefano Coletta, già ribattezzata negli scorsi dallo stesso giornalista “Gay 1”. Ecco l’attacco di Adinolfi alla trasmissione e al direttore di rete:

Grande cultura all’Eredità su Raiuno. La sera di Natale fanno domande sulle frasi di Cavour “nel 1869”. Quando Cavour era morto da otto anni. Un altro bel colpo piazzato dal direttore Coletta. La Rai, la principale azienda culturale italiana. In mano agli ignoranti. Una perfetta fotografia del paese.

Arriverà una replica da parte del direttore di Rai 1 e/o dalla produzione de L’Eredità oppure tutta la polemica cadrà nel vuoto, trattandosi  di una comprensibile distrazione sul vastissimo numero di domande che vengono fatte nella trasmissione di Flavio Insinna?

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