Bravi #Mahmood e #Blanco!
Una gran bella vittoria, simbolo di un'Italia contemporanea, di qualità, che si fa apprezzare in tutto il mondo. Adesso facciamo il tifo per loro anche all'@Eurovision di #Torino.
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Eurovision, quando Macron chiese l’espulsione dei Maneskin vincitori
Anche Macron chiese la squalifica dei Måneskin dalla finale di Eurovision 2021. Non con un tweet, ma con un messaggio all’inviata a Rotterdam.
Anche il presidente della Francia Emmanuel Macron chiese la squalifica dei Måneskin dall’Eurovision dello scorso anno: è quello che emerge – tra ricordi, spigolature, curiosità e politica – da un articolo della BBC che vuole così evidenziare il peso ‘socio-politico’ dell’ESC, ma che finisce – suo malgrado – per rinfocolare polemiche mai davvero sopite a poche ore dall’inizio della prima semifinale di Eurovision 2022.
Intanto ricordiamo i fatti: lo scorso anno la Francia accusò Damiano dei Måneskin di aver sniffato cocaina in diretta mondiale. L’accusa montò via social durante la finale e proseguì anche dopo la proclamazione della vittoria del gruppo italiano. Ricordiamo che prima del televoto a guidare la classifica c’erano Barbara Pravi, in rappresentanza della Francia, e Gjon’s Tears per la Svizzera, classificatisi poi rispettivamente al secondo e al terzo posto.
Le accuse e le proteste esplose sui social portarono l’EBU ad aprire un’inchiesta formale, risoltasi con un nulla di fatto: l’accusa non sussisteva. Il titolo di vincitori è quindi rimasto saldamente in mano ai Måneskin, ma lo storico malanimo tra cugini di qua e di là dalle Alpi ha acquisito un’ulteriore ragion d’essere. Diciamo così.
A riattizzare le polemiche, come detto, ci pensa un articolo apparso sul sito della BBC, che ha raccolto i ricordi di Stéphane Bern, commentatrice per la Francia della scorsa edizione dell’Eurovision. È lei, infatti, a ‘svelare’ che tra i tanti messaggi che le intasarono il cellulare in quella frenetica serata ce n’era anche uno del presidente Macron, piuttosto lapidario:
“Fai qualcosa, per favore”.
Non era stato l’unico membro delle istitituzioni francesi: anche il Ministro per gli Affari Europei, presente a Rotterdam, le scrisse per chiedere cosa fare e per invitarla a fare qualcosa.
“Cosa dovremmo fare? Cosa dovremmo fare? Per favore, fai qualcosa”
le scrisse il ministro. Una situazione non facile per l’inviata francese, pressata dall’alto ma oggettivamente impossibilitata a far qualsiasi cosa:
“Ma cosa avrei potuto fare? Non ero io a condurre. E non sono certo il presidente dell’Eurovision!”
Un riferimento non casuale, visto che anche la presidente dell’EBU, Delphine Ernotte, è francese: da lei, però, sono arrivate subito parole ferme e volte alla calma. La stessa Bern ricorda come la Ernotte le abbia detto che la vittoria dovesse arrivare per merito:
“Se vittoria deve essere, deve essere per merito, non per la squalifica di chi ha conquistato il primo posto”.