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Elezioni 2022: il caso Porta a Porta, ossia se il principio giornalistico può prevalere sul servizio pubblico

L’annunciato duello Letta-Meloni a Porta a Porta è un caso politico. Ma è soprattutto l’ennesimo capitolo del solito gioco delle parti

22 Agosto 2022 08:03

Ne avrà di lavoro da fare l’Agcom, chiamato a occuparsi del ‘caso Porta a Porta’ mercoledì prossimo, nella riunione convocata alle ore 15.30. La tensione è alta dopo l’annuncio del confronto tv tra Enrico Letta e Giorgia Meloni, in programma su Rai1 nel programma di Bruno Vespa il 22 settembre, a soli tre giorni dalle elezioni politiche.

La verità è che giornalisticamente parlando la scelta di Vespa è semplicemente impeccabile. Inutile girarci intorno: la vera sfida elettorale – e probabilmente la più spettacolare in termini di audience televisiva – è tra il leader del Pd e la numero uno di Fratelli d’Italia. Lo dicono i sondaggi, lo dicono le più recenti tornate elettorali, lo dice l’opinione pubblica. Con buona pace degli altri partiti, che legittimamente protestano chiedendo pari trattamento e spazio sul piccolo schermo.

Il tema vero qui è se per la Rai il criterio puramente giornalistico sia preminente rispetto alle leggi che regolano il servizio pubblico in periodo di campagna elettorale. E nel merito, appunto, sarà l’Agcom a fornire chiarimenti e tecnicismi vari.

Per il resto, tutto ciò che ha generato e alimentato il ‘caso Porta a porta’ è invece l’ennesimo atto del celeberrimo gioco delle parti, con il segretario nazionale di Noi Di Centro Clemente Mastella che a 75 anni minaccia uno sciopero della fame se non verrà garantita la par condicio sui confronti, con Giuseppe Conte del Movimento 5 Stelle – lo stesso che a novembre scorso, dopo essere stato escluso dal giro di nomine, annunciò che non avrebbe più messo piede in Rai – che si dice disposto a rinunciare alla sua mezz’ora in prima serata per fare un’ora di confronto diretto con i competitor, con Nicola Fratoianni di Sinistra italiana che ammonisce asserendo che i “talk televisivi non sono repubbliche indipendenti, così come la legge del febbraio 2000 non è mai stata abrogata” e che “a Viale Mazzini dovrebbero ricordarlo sempre“, con il presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai Alberto Barachini (Forza Italia) che si muove formalmente e chiede l’intervento di Agcom. E così via.

Dulcis in fundo, partecipa al gioco delle parti il direttore del TgLa7 Enrico Mentana che sui social coglie la palla al balzo e con invidiabile tempismo fa sapere che “noi siamo pronti a ospitare in prima serata venerdì 23 settembre su La7 i leader dei quattro poli per un confronto finale, se vorranno, sarà diretto“. L’aspetto paradossale è che il principio alla base della scelta di Mentana di limitare a quattro i leader per il confronto è lo stesso adottato da Vespa per gli appuntamenti speciali di Porta a Porta. E allora chissà se non stiano per arrivare le reazioni indignate dei rappresentanti del quinto, del sesto e del settimo polo, esclusi evidentemente anche da La7. È il gioco delle parti e deve andare avanti almeno fino al 25 settembre.