Home Dritto e rovescio Dritto e rovescio, Del Debbio contro i detrattori: “Ci irridono perché facciamo esprimere la gente comune”

Dritto e rovescio, Del Debbio contro i detrattori: “Ci irridono perché facciamo esprimere la gente comune”

Paolo Del Debbio attacca i critici nell’ultima puntata di Dritto e rovescio: “C’è chi ci irride, chi ci banalizza, chi vuole far intendere che siamo dei poveretti”

pubblicato 30 Giugno 2023 aggiornato 31 Ottobre 2023 10:17

Paolo Del Debbio saluta il pubblico senza rinunciare alla polemica. All’inizio dell’ultimo appuntamento stagionale di Dritto e rovescio, il conduttore commenta la sua tradizionale copertina realizzata in giro per l’Italia prendendosela con i detrattori della trasmissione.

Non riteniamo che ci sia da autoglorificarsi per quello che abbiamo fatto, riteniamo che abbiamo adempiuto ad un dovere, personalmente lo concepisco così. Abbiamo dato l’opportunità alla gente comune di esprimere i propri bisogni, i propri desideri, le proprie idee. Riteniamo che sia un dovere civile, un dovere politico, un dovere umano”.

Del Debbio, che nei primi anni duemila conduceva la striscia Secondo Voi, rivendica la decisione di dare la voce alla gente comune: “C’è chi ci irride, chi ci banalizza, chi vuole far intendere che siamo dei poveretti. A questi qui voglio dire di studiarsi la storia della filosofia e della Chiesa. Studino la storia della filosofia per un motivo: c’è stato un largo periodo in cui si riteneva che il senso comune fosse qualcosa da cui partire. Io lo ritengo ancora, ritengo che le persone qui in studio e le persone che incontro personalmente esprimano qualcosa che va ascoltato, rispettato e trasmesso alla classe politica. Poi studino anche la storia della Chiesa e troveranno che si parla del senso dei fedeli. La teologia e il magistero della Chiesa hanno detto spesso che il senso della gente comune che non è preparata, che va alla messa la domenica, può rappresentare il senso della Chiesa. Gente che può dare qualcosa che un prete, un vescovo non possono dare. Perché? Perché questa gente vive la vita reale e nella vita reale si costituisce la verità della vita. Non si costituisce nelle stanze chiuse di un burocrate. E’ lì che si esprime, fiorisce e si appassisce la vita reale. Non c’è dubbio che sia lì la vita reale, noi ci andiamo per quello. Cari criticoni, le ragioni sono umanistiche. Andate a studiare, vi aspetto a settembre per l’esame di riparazione”.

Sui titoli di coda il giornalista lucchese rincara la dose, non rinunciando ai ringraziamenti di rito: “Non so se la formula di Dritto e rovescio sia la migliore al mondo, ma non mi interessa. E’ la formula nella quale mi ritrovo e nella quale si ritrova qualche bel numeretto di italiani. Continueremo così quando riprenderemo a settembre e la nostra linea non cambierà. La linea è che i protagonisti di Dritto e rovescio sono le persone comuni”.

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