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Diletta Parlangeli a TvBlog: “Sogno il Dopo Festival e seguo le orme di Raffaella Carrà per una tv garbata”

Alla conduzione di Play Digital dal 2020, Diletta Parlangeli, voce di Rai Radio 2, racconta a TvBlog il suo percorso professionale ad oggi.

15 Agosto 2022 08:40

Diletta Parlangeli, 37 anni, giornalista professionista dal 2009, è dal 2020 alla conduzione su Rai Play di Play Digital (trasmesso da sabato 2 luglio su Rai2, dove andrà in onda fino al 10 settembre). Dall’esordio in tv ai progetti e sogni futuri, TvBlog ha intervistato la giovane conduttrice.

La tua prima esperienza televisiva è stata nel 2017 Kudos. Come andò?

Benissimo, ne conservo davvero un ricordo affezionato e sono rimasta in ottimi rapporti con le persone con cui il lavoro era alacre e quotidiano. Io ero stata scelta come una sorta di caporedattrice e poi nel corso della preparazione del programma il mio ruolo si è trasformato in un terzo polo di conduzione che fosse espressione proprio della redazione, che era presente anche in video. Nella seconda edizione realizzata in autunno ero poi diventata anche autrice.

Play Digital, ora proposto il sabato mattina su Rai2, è nato nel 2020 per Rai Play. Com’è stato concepito questo progetto?

Play Digital nasce dall’incontro con Antonio Losito, che è l’altro co-autore, e da una proposta che noi abbiamo presentato a Rai Play. Come ha detto Marcello Ravveduto, professore dell’Università di Salerno, è “un format veloce che scaturisce pensieri lunghi”, definizione che mi è piaciuta molto e di cui vado molto fiera. Ha al suo interno una componente di analisi e una più legata alle news, con notizie di fenomeno. Il progetto si è molto evoluto nel corso degli anni: volevamo infatti evocare l’idea dello street journalism e lo abbiamo fatto con i nostri servizi realizzati sul campo.

Come avete vissuto questo passaggio estivo su Rai2, dove avete accorpato e raccordato episodi già disponibili su Rai Play?

La seconda edizione è andata in onda, con il minutaggio standard delle varie puntate, nella scorsa estate, nella notte, su Rai1. Ora siamo molti contenti di questa messa in onda su Rai2 anche perché sta andando molto bene a livello di ascolti.

C’è la possibilità di un trasloco definitivo o il progetto rimane ancorato a Rai Play?

Se dei ragionamenti su questo ci sono, io non ne ho alcuna certezza. Play Digital rimane comunque una produzione originale Rai Play e siamo molto orgogliosi di essere stati fra le prime produzioni originali della piattaforma.

Da giornalista ti sei spesso occupata di innovazione e tecnologia, in radio però co-conduci programmi con una cifra più legata all’intrattenimento. Ti piacerebbe esportare questa dimensione in tv?

Io ho avuto due anime sempre presenti: una giornalistica e una legata all’intrattenimento in senso lato. In radio viene molto fuori e non vedo l’ora di mostrarla anche in video. Sono cresciuta con Serena Dandini e ammiro quello stile di conduzione, che guarda sempre prima al prodotto che alla propria persona.

Avresti già in mente un progetto da portare sulla tv lineare e magari su una generalista come Rai2?

Sono piena di idea e di spunti: direttori di genere, sono qui, chiamatemi. Non disdegnerei però partire da un Dopo Festival.

Con Amadeus direttore artistico per altri due anni è difficile che torni per ora. L’ultimo esperimento con Nicola Savino e il suo L’Altro Festival è stato fatto però su Rai Play. Si potrebbe ripetere…

Perché no, magari!

Da un punto di vista giornalistico c’è qualche tematica che saresti pronta ad approfondire?

A me piacerebbe tornare in strada, dove quando sono partita facevo cronaca bianca, e far parlare le persone, soprattutto i giovani che vanno intercettati nei loro luoghi, non nei nostri.

Chi indicheresti come modello professionale? Prima citavi Serena Dandini…

Lei sicuramente lo è stata. Mi piace tantissimo poi Mia Ceran, che ha uno stile di conduzione competente e garbato. Garbo è divenuto ormai un termine desueto, per me rappresenta un complimento straordinario. Pensando a Raffaella Carrà, al di là che sia stata un’eccezionale innovatrice, tutti ricordano la sua educazione e la famigliarità che era in grado di trasmettere.