Home C'è posta per te C’è posta per te, la relazione “tossica” di Valentina e Stefano e le accuse a Maria De Filippi: “Hai normalizzato una storia di violenza”

C’è posta per te, la relazione “tossica” di Valentina e Stefano e le accuse a Maria De Filippi: “Hai normalizzato una storia di violenza”

La lente di ingrandimento social sulla tv. L’operazione, sempre più frequente negli ultimi anni, riguarda la televisione in generale, ma in particolare i prodotti televisivi più popolari. A questo giro tocca a C’è Posta per te, che nella prima puntata della 26esima stagione, andata in onda sabato scorso su Canale 5, ha ospitato la storia

12 Gennaio 2023 15:41

La lente di ingrandimento social sulla tv. L’operazione, sempre più frequente negli ultimi anni, riguarda la televisione in generale, ma in particolare i prodotti televisivi più popolari. A questo giro tocca a C’è Posta per te, che nella prima puntata della 26esima stagione, andata in onda sabato scorso su Canale 5, ha ospitato la storia di una coppia in crisi. Lei ha tradito lui, dopo essersi sentita trattata male e messa da parte da lui. E ora chiede a lui di tornare insieme.

Una storia d’amore “tossica“, come l’ha ribattezzata in tempo reale Chiara Ferragni in una storia, non tossica, Instagram di Fedez.

Un commento, quello della influencer in procinto di debuttare sul palco del Festival di Sanremo, che è sembrato da subito in linea con il sentiment popolare, cioè con quello che effettivamente il pubblico a casa provava assistendo al racconto della storia di Valentina e di suo marito.

La pagina Instagram Freeda, quasi 2 milioni di follower e un attivismo femminista molto ostentato, ha pubblicato un video nel quale è stata bacchettata Maria De Filippi,  in quanto “è stata raccontata la storia della relazione abusiva e violenta tra Stefano e Valentina, come se fosse una storia normale“. Ed invece, si ascolta nella clip postata sui social e vista, ad oggi, da quasi un milione di utenti, “nel 2022 in Italia sono state uccise 124 donne, di cui 101 in ambito familiare o affettivo“. La chiusa è un attacco alla trasmissione di Canale 5: “I programmi televisivi hanno il dovere e la responsabilità di non promuovere esempi come questo, e di condannare comportamenti violenti e abusivi“. Una posizione simile è stata presa anche da aesteticasovietica, una rivista social che su Instagram è seguita da circa 126 mila utenti.

Qualche ora dopo, precisamente nella giornata di ieri, la ong Differenza Donna ha segnalato la puntata in questione di C’è Posta per te all’Agcom,  Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, che ha la competenza di valutare la violazione dei principi legislativi e regolamentari riguardanti la corretta rappresentazione dell’immagine della donna nei programmi di informazione e intrattenimento, sollecitando anche l’esercizio dei poteri sanzionatori.

L’organizzazione non governativa, che gestisce dal luglio 2020 il 1522, il numero nazionale antiviolenza e antistalking di pubblica attivato nel 2006 dal Dipartimento per le Pari Opportunità – Presidenza del Consiglio dei Ministri, ritiene che l'”assenza di qualsivoglia intervento correttivo da parte della De Filippi” sia un fatto grave:

Per noi è molto grave in quanto ha riprodotto e legittimato in un vasto pubblico, quale è quello di un programma di prima serata del sabato, trattamenti inaccettabili che configurano, se abitualmente riprodotti nelle relazioni, reati molto gravi che offendono beni giuridici di rango costituzionale.

Premesso che la storia si è conclusa, almeno in tv, con un happy end (lui ha aperto la busta e si è detto pronto a dare a lei una nuova possibilità di vita insieme), premesso che siamo di fronte ad una vicenda che non presenta – a quanto risulta – problematiche di natura giuridica, premesso che l’entourage della De Filippi fa sapere che non ci sono commenti ufficiali, la questione di fondo è la seguente: raccontare pubblicamente conflitti famigliari, senza esprimere giudizi definitivi, significa normalizzare comportamenti che invece andrebbero stigmatizzati e raccontati con una contestualizzazione più attenta? Nell’era delle sentenze social è ancora possibile mostrare la realtà con un approccio più o meno neutrale senza l’obbligo morale di stabilire cosa sia giusto e cosa sbagliato?

 

C'è posta per teMaria De Filippi