Bella Ciao, la sua storia in un docufilm per History Channel
Come nasce il testo di Bella Ciao? Quale il suo significato? E quali le origini di questo brano popolare? Lo spiega un doc, presto su History
Bella Ciao – Song of rebellion è il titolo scelto per il docufilm prodotto da Millstream Films and Media ed Ala Bianca Group per A+E Networks Italia, che vedremo in autuno di History Channel. Un progetto esclusivo – realizzato in collaborazione con i detentori dei diritti della canzone ‘Bella Ciao’(Fausto Amodei), Edizioni Bella Ciao srl, l’Istituto Ernesto De Martino, la già citata Ala Bianca Group Srl e Lilium Distribution – per raccontare la vera storia di una delle canzoni popolari più famose al mondo, nata come canto delle lavoratrici e diventato inno della Resistenza contro il nazifascismo. Un brano di libertà che ha conquistato una recente notorietà internazionale perché usato nella colonna sonora della serie tv spagnola firmata Netflix La casa di carta che ne ha forse offuscato le radici, ma l’ha fatta conoscere al mondo. Tanto da causare qualche ‘guaio’ a chi la conosce ‘solo’ come colonna sonora seriale: si pensi a quanto (incredibilmente successo, va detto) al neo-acquisto della Lazio Elseid Hysaj che l’ha cantata il primo giorno di ritiro come omaggio ai compagni e ai tifosi italiani, proprio perché sentita in tv. Ne sono seguite contestazioni e fiere rivendicazioni fasciste da parte di alcune frange del tifo organizzato laziale. La necessità di far conoscere, dunque, le origini e la storia di questo brano valicano, quindi, i confini nazionali: non è un caso che il docufilm abbia il patrocinio dell’ANPI, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia.
Il docufilm ricostruisce la storia del brano, ma anche la sua diffusione popolare, il suo essere diventato canto di libertà, ma nonostante questo divisivo anche per la società italiana contemporanea. Il viaggio nella storia individuale e collettiva di un paese, e di un universo di valori, parte nell’ottobre 2020 con una intervista a Fausto Amodei, cantautore e musicologo che per primo nel 1963 rielaborò, trascrisse e registrò il copyright della versione partigiana di Bella Ciao; le testimonianze continuano con Giovanna Marini, Paolo Pietrangeli, regista, scrittore e autore di “Contessa” per arrivare a Debora Kooperman,che evoca la scena musicale a New York negli anni ’60. E in effetti la storia di Bella Ciao intreccia storia politica, civile e di costume non solo italiana ma di mezzo mondo: si va dalla Praga del 1947 dove Bella Ciao venne presentata già nella versione partigiana al Festival della Gioventù Democratica al Festival di Spoleto del 1964 dove se ne cantò la versione popolare delle mondine ai partigiani della brigata Maiella (Abruzzo) e Brigata Garibaldi (Marche), per arrivare alla scena contemporanea internazionale.
E dire che le ricerche condotte per il documentario – su tutte quelle dello storico Cesare Bermani – riportano le origini di Bella ciao in una filastrocca di origini trentine e venete e in un canto piemontese, e ancor prima in una canzone francese del 1500 e in un canto Yiddish dell’Est Europa. A dimostrazione che la musica popolare non ha confini, né separazioni e che lo slittamento di senso e di rappresentanza fa parte della cultura. Ma è importante conoscere la storia: e quella di Bella Ciao è davvero interessante. La scopriremo nelle sue diverse sfaccettature in Autunno su History Channel: nel frattempo, però, possiamo goderci il trailer.