La vicenda è nota, ieri dal profilo twitter della società Arcobalenotre è arrivato un messaggio inequivocabile:
Oggi depositato atto di citazione a @RaiUno per danni immagine, economici e biologici a seguito vicenda @peregopaola tribunale di Roma.
I bene informati dicono che questa decisione è figlia di dissapori avvenuti fra Rai1 e la società che fa capo a Lucio Presta, a margine dell’accordo che lo stesso Presta ha chiuso con la televisione pubblica e che prevedeva 8 prime serate sulla Rete 1 con protagonista la moglie Paola Perego.
Questa decisione da parte della Rai di riprendere il rapporto lavorativo con Paola Perego, dopo che Rai 1 decise di chiudere il programma Parliamone sabato a seguito della nota vicenda, era una implicita ammissione dello sbaglio fatto con la sospensione della trasmissione del sabato pomeriggio della Rete 1.
Evidentemente, raggiunto l’accordo editoriale sulle prime serate, c’erano altre intese collaterali (si parla fra l’altro del saldo dei compensi non corrisposti per le puntate tagliate di Parliamone sabato, oltre a danni patiti della conduttrice lombarda) che andavano perfezionate e che evidentemente non sono arrivate a compimento. Da qui la decisione di citare Rai1, la prima rete della Rai, presso il tribunale di Roma.
Da ambienti di viale Mazzini, venuti a conoscenza di questo atto di citazione, si fa sapere che la Rai valuterà la condotta processuale da assumere, comprese eventuali azioni risarcitorie in via riconvenzionale. Si fa inoltre notare -sempre dalle stesse fonti- che la pendenza del giudizio comporterà evidentemente l’impossibilità di avviare collaborazioni con Paola Perego sino alla sentenza.
Per collaborazioni la Rai evidentemente intende le prime serate annunciate durante la presentazione dei palinsesti, ovvero 4 fra dicembre e gennaio (Superbrain) e altre 4 fra maggio e giugno.
Non tutto però è ancora perduto, gli atti di citazione possono essere presentati, ma anche ritirati e a stretto giro di posta, in molti sono pronti a scommettere che avverrà un incontro fra Lucio Presta e Mario Orfeo per chiarire definitivamente tutti i termini di questa vicenda.