La nuova tv
Home Tale e quale show Andrea Dianetti a TvBlog: “In tv vorrei fare intrattenimento a 360 gradi. Fiorello? Un modello”

Andrea Dianetti a TvBlog: “In tv vorrei fare intrattenimento a 360 gradi. Fiorello? Un modello”

“A Tale e Quale Show ho imparato a gestire l’ansia da palcoscenico” dice Andrea Dianetti intervistato da TvBlog.

27 Febbraio 2023 12:46

Fresco di partecipazione a Tale e Quale Show Sanremo, dopo essere stato già protagonista dell’ultima edizione di Tale e Quale Show, Andrea Dianetti si è raccontato per la prima volta a TvBlog. 35enne romano, concorrente della quinta edizione di Amici nella categoria Attori, è reduce dalla fortunata esperienza nel talent show di Carlo Conti, che l’ha visto impegnato sia nell’edizione 2022 della gara tradizionale, sia nel nuovo spin-off andato in onda in due serate fra sabato 18 e sabato 25 febbraio. Dalla sua esperienza a Tale e Quale ai suoi progetti futuri (che non riguarderanno esclusivamente la televisione), ripercorrendo anche il percorso fatto fino ad oggi, ecco che cosa Andrea Dianetti ci ha rivelato

Come sei arrivato a Tale e Quale Show? In molti dopo averti visto alle prese con le imitazioni hanno scoperto o riscoperto le tue doti. Tu avevi già valutato di prendere parte al programma in passato?

Io avevo già fatto un provino nel 2020, un provino che era andato molto bene, ma poi per ragioni di casting quell’anno non mi hanno preso. In fondo quella è stata una fortuna, perché quella era l’edizione senza pubblico e il pubblico a Tale e Quale è fondamentale perché ti galvanizza. Due anni dopo mi hanno chiamato loro, ho preparato altri due, tre personaggi per un nuovo provino e questa volta mi hanno preso.

Che cosa pensi ti abbia insegnato Tale e Quale durante questa esperienza? Qual è l’insegnamento più importante che credi di aver ricevuto?

A me ha insegnato a gestire molto l’ansia da palcoscenico, in un ambito diverso dal mio solito, ovvero il canto. Tale e Quale ti insegna a rimanere molto lucido e ad incassare le critiche con diplomazia. Io sono un tipo un po’ fumantino, ma ho capito che a Tale e Quale per me era importante divertirmi, seguendo la regola di Carlo Conti. Ho imparato a mantenere una sorta di self control.

Soprattutto alle provocazioni di Cristiano Malgioglio.

Con tutto il rispetto per Cristiano, ma se Loretta Goggi mi dice che le sono piaciuto tantissimo e poi Cristiano dice che ho fatto una stecca – e io so benissimo che la stecca non c’è stata, confermato poi anche dai vari coach – penso: “Vabbè, Cristiano sta bene così”. È il suo ruolo, pensato per creare scalpore ed essere controcorrente.

Dopo Tale e Quale vedi all’orizzonte nuove opportunità lavorative in Rai, dove sei stato anche recentemente ospite di Boomerissima?

Io lo spero con tutto il cuore. Devo dire che un po’ di cose si sono mosse: nell’ultimo mese ho girato un film insieme a Gilles (Rocca, ndr) e adesso ne inizierò a girare un altro a brevissimo. 

In televisione quali credi che potranno essere le tue future possibili opportunità? In quali contesti potresti esprimerti al meglio?

A me piacerebbe presentare con quello stile di conduzione alla Paolo Bonolis un programma sullo falsariga di STEP o di quello che fa Cattelan. 

Ad Amici nel 2006 sei arrivato secondo, ora anche nell’edizione 2022 di Tale e Quale Show hai replicato lo stesso posizionamento in classifica. Nella tua carriera hai mai percepito, anche a livello di opportunità professionali, di essere un eterno secondo, a cui è mancata finora una grande opportunità per fare emergere tutte le tue capacità?

Ogni tanto l’ho pensata questa cosa, però poi ho visto carriere di secondi essere molto più belle di quelle di chi vinceva in quel momento.

Alcuni anni fa parlavi di un dualismo fra cosa uno vuole fare e cosa uno sa fare. Oggi come si è risolto questo tuo dualismo?

Io voglio fare intrattenimento a 360 gradi. Justin Timberlake fa l’attore professionista e canta canzoni: da noi, invece, viene concesso a pochi e visto come una cosa strana. Vengono giustamente esaltati personaggi come Fiorello, che ballano, cantano e intrattengono, ma se poi prova a farlo qualcun altro viene visto come un matto. 

Il limite forse è il confronto.

Il nostro è un Paese in cui sembra sempre che vuoi copiare qualcuno, invece tu cerchi solo di esprimerti e basta. Ci sono solo dei modelli di riferimento, che cerchi di emulare aggiungendoci un pizzico di tuo.