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Torna Calciomercato L’Originale. Bonan: “In onda mi diverto sempre. Il programma diventerà itinerante”

Il 2 gennaio torna su Sky Calciomercato L’Originale. Bonan a TvBlog: “Il programma diventerà itinerante, fuori dagli studi ci si rigenera. Nella prima puntata omaggio a Sconcerti”

31 Dicembre 2022 09:11

Stessa squadra, stesso spirito. Il 2 gennaio riparte su Sky Calciomercato L’Originale con l’appuntamento invernale che anticiperà la ventesima edizione estiva, da celebrare a partire da giugno. Alla guida della banda ci sarà, come sempre, Alessandro Bonan, che verrà affiancato dal re delle notizie Gianluca Di Marzio e dall’immancabile Valerio ‘Fayna’ Spinella, braccio destro e protesi nell’ambito di un racconto che mescola competenza, ironia e leggerezza.

Confermatissima la sigla auto-prodotta, scritta e cantata dallo stesso Bonan. “Si intitolerà Procuratore povero – rivela a TvBlog – tempo fa mi era balenata in testa questa associazione assurda. Quando ci ho pensato, i procuratori erano oggetto di discussione. Troppo potere, troppi soldi, allora ho riflettuto e ho pensato al contrario rispetto al flusso dell’opinione comune. In fondo, se esistesse davvero un procuratore povero, questo non verrebbe accettato dal sistema. All’inizio avevo in testa un’altra musica, poi ho optato ad un genere funky-soul”.

Ci saranno novità?

 Vorrei portare in studio un pianoforte a mezza  coda, suonato da Leonardo Lagorio. Per quel che riguarda gli ospiti, ruoteranno. Torneranno Walter Zenga e Aldo Serena, oltre ai vari talent di Sky. Stiamo inoltre ragionando su una eventuale esterna a Madonna di Campiglio, verso la fine di gennaio.

Confermate quindi la volontà di portare il programma in giro per l’Italia.

La scorsa estate abbiamo esordito a Rimini, è stato un esperimento molto riuscito, certamente da perfezionare. L’idea itinerante funziona per il fatto che facciamo la trasmissione fuori, al di là delle location più o meno azzeccate. Fuori dagli studi ci si rigenera. Quando si è in onda per due mesi, ininterrottamente, se il mercato non offre spunti diventa necessario usufruire di nuove energie. E spesso si trovano fuori. E’ come fare un viaggio, si scatena una goliardia che portiamo di conseguenza in diretta. Da anni sostenevo che la trasmissione dovesse andare in giro, al contempo ne ero anche spaventato. Perché un conto è divertirci noi, un altro è far divertire chi sta a casa. Ma ho avuto la percezione che si potesse fare.

Durante i Mondiali siete andati in diretta con uno spin-off, seppur senza diritti. E’ stata un’esperienza positiva?

E’ stato assolutamente divertente, per due motivi: il primo perché quando sono in onda mi diverto sempre, anche se mi trovo a raccontare il campionato di tiro della caciotta; il secondo perché avevo la possibilità di essere dentro a questo clamoroso evento che catalizzava il mondo. Vederlo da semplice spettatore mi sarebbe dispiaciuto. Non avevamo le immagini a supporto, ma sono quelle circostanze formative dove ci si deve impegnare con le idee.

Calciomercato - L'Originale

Doverlo raccontare praticamente “al buio” è stato un peso?

No, affatto. Ci ho messo un paio di puntate per capire che registro dare alla trasmissione. Ho capito che dovevo raccontare di più il Mondiale e non pensare di raccontare una cosa alternativa. Sarei stato fuori luogo.

E’ stata la prima – e forse ultima – volta di un Mondiale svolto in inverno.

A mio avviso questa edizione ha rafforzato l’idea della potenza e della trasversalità del calcio. Quando si parla di un Mondiale, che tu lo faccia in estate, inverno, autunno o primavera è uguale, lo segui sempre con grande interesse. L’immagine televisiva, se uno va oltre i risvolti oscuri che ci sono stati e ci sono a livello sociale, è stata spettacolare. Gli stadi erano belli, pieni, lo spettacolo a livello tecnico è stato ottimo. Probabilmente, il fatto di farlo cadere in mezzo ad una stagione ha portato ad avere i giocatori più in forma.

Non segue dunque la corrente dominante del “mai più un Mondiale a dicembre”.

Non faccio mai parte della categoria degli integralisti. Su qualsiasi argomento.

Quale squadra, oltre all’Argentina, l’ha sorpresa maggiormente?

L’Argentina ha meritato di vincere. Aveva il giocatore più forte e la squadra più solida. La solidità ti porta in fondo, poi devi avere anche altre qualità a supporto e l’Argentina le aveva. Oltre ai sudamericani mi è piaciuto il Marocco, che mi è sembrato organizzato e per nulla catenacciaro. Quando ha sfidato la Francia in semifinale ha giocato bene. Se avesse avuto un vero centravanti, avrebbe potuto fare davvero male.

Vedere Messi alzare la coppa con addosso quel mantello l’ha colpita?

In quei momenti di particolare euforia non penso si abbia particolare lucidità. Messi può essere scusato. In assoluto penso invece che sarebbe stato meglio toglierlo e alzare la coppa con la maglia della sua nazionale.

Con L’Originale ha dimostrato che sul calcio si può scherzare, nonostante il più delle volte si evidenzi una certa permalosità di quel mondo.

Non so se è un mondo permaloso. Magari un certo tipo di spettatore lo è, ma non generalizzerei. Il tifoso becero, in quanto tale, non coglie l’ironia in niente, anche se consumata bene. In quel caso non mi interessa, al contrario mi dispiace se lo spettatore attento mi critica perche ritiene che abbia in qualche modo esagerato. Può capitare, ma credo di aver trovato negli ultimi anni una cifra sobria. Sono molto dentro a ciò che faccio. Sono più convinto adesso rispetto ad una volta.

Da qualche tempo avete aperto le porte del programma ai protagonisti degli sport minori. Come è nata la trovata di questa commistione?

Mi ci sono rapportato benissimo. Negli altri sport non cerco tanto l’aspetto tecnico, bensì un punto di vista diverso. Provo ad integrare i due mondi mettendo in risalto le esperienze comuni. Ci sono situazioni psicologiche identiche e le differenze diventano l’elemento interessante. Dal mio punto di vista, mi diverto quanto più riesco a sconfinare dal mio focus che è il calcio. E’ la fortuna della trasmissione, la sua caratterizzazione.

Protagonista di diverse edizioni di Calciomercato fu Mario Sconcerti, scomparso poco prima di Natale. Lo omaggerete?

E’ mia intenzione dedicargli la prima puntata. È stato un protagonista del programma per tante edizioni. E’ inutile continuare a parlare delle sue capacità, è stato già detto tutto. Amo piuttosto sottolineare la sua assoluta libertà. Quando sei un giornalista di potere, cercano di tirarti da una parte e dall’altra. Lui non si faceva tirare per la giacchetta, diceva quello che pensava e fronteggiava le conseguenze in maniera serena, senza turbamenti. La libertà ti permette di essere sempre te stesso. Sei te stesso se non hai padroni e lui non ne aveva.