Home Notizie L’angelo di Sarajevo, Luca Angeletti a Blogo: “Impossibile non farsi prendere dalla storia” (VIDEO)

L’angelo di Sarajevo, Luca Angeletti a Blogo: “Impossibile non farsi prendere dalla storia” (VIDEO)

L’attore interpreta Romano, l’amico cameraman del giornalista Marco De Luca, protagonista della miniserie di Raiuno con Beppe Fiorello

pubblicato 14 Gennaio 2015 aggiornato 2 Settembre 2020 19:50

Luca Angeletti, diventato popolare grazie al ruolo di Giulio in Tutti pazzi per amore, interpreta il cameraman Romano in L’angelo di Sarajevo, la miniserie di Raiuno in onda martedì 20 e mercoledì 21 gennaio 2015. Si tratta della storia vissuta in prima persona e scritta in Non chiedere perché da Franco Di Mare (video intervista di Blogo), che nella fiction si chiama Marco De Luca ed è interpretato da Giuseppe Fiorello (video intervista di Blogo).

A Blogo Angeletti ha raccontato il “viaggio giornalistico ed emotivo” messo in scena nel film tv diretto da Enzo Monteleone:

Non è stato molto difficile farsi prendere dalla storia. Girare in quei luoghi è emotivamente molto forte. I colleghi serbi sono stati straordinari, dalla piccola Iva che abbiamo visto cambiare e crescere nei mesi di ripresa, a Radoje Cupic, ossia il driver Kamel, attore di grandissima sensibilità, come anche Thekla Reuten che interpreta la giornalista responsabile dell’Eurovisione Karen. Metà della troupe era serba, è stato un viaggio molto emozionante.

Ad Angeletti, che ha appena finito di scrivere la sceneggiatura del suo primo film da regista (per il cinema), abbiamo chiesto come si sia approcciato alla fiction, il cui valore aggiunto è ovviamente il fatto di essere liberamente ispirata ad una storia realmente accaduta:

Non ho parlato direttamente con Franco Di Mare, ma con un cameraman che ha lavorato con lui quando era inviato di guerra. Mi ha raccontato come si vive non solo nei luoghi di guerra ma anche dopo quando torni. Cosa rimane, di cosa si ha paura, quali sono le piccole abitudini che ti porti dall’Italia. Girare nei luoghi che sono stati la sede della stampa estera a Sarajevo, sulle colline dove adesso purtroppo ci sono cimiteri spontanei nati dall’esigenza di seppellire le persone in disavanzo. Un termine orrendo, ma è così purtroppo. C’erano talmente tanti morti che li seppellivano tra le case, nei giardini, nei parchi. Una cosa che fa venire i brividi.

In apertura di post la video intervista integrale.