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Agon Channel, Una canzone per 100.000: un “puzzle quiz” piacevole ma troppo lento

La prima puntata del quiz condotto da Pupo.

pubblicato 1 Dicembre 2014 aggiornato 2 Settembre 2020 21:20

Pupo ha debuttato oggi con il suo nuovo game show in onda su Agon Channel, l’emittente albanese in lingua italiana che ha ufficialmente dato il via alla propria programmazione.

Lo mettiamo in chiaro fin da subito: Una canzone per 100.000 non è Sarabanda e il fatto che ogni quiz musicale debba essere per forza sottoposto al paragone con il celebre quiz di Enrico Papi ha un po’ stancato. Sarabanda, Furore et similia non hanno avuto l’esclusiva dei quiz musicali e recentemente abbiamo avuto anche altri esempi (la scala musicale di Reazione a Catena, ad esempio).

Ad essere più precisi, Una canzone per 100.000 può essere definito un “puzzle-quiz”, considerato che gli autori hanno pescato sapientemente qua e là in quiz già esistenti o esistiti, mettendo poi in atto la classica variazione sul tema che allontana i guai.

Togliamoci di torno la parte noiosa ossia la spiegazione del quiz: i concorrenti (che questa settimana saranno vip o pseudotali) devono indovinare il titolo di una canzone e, per farlo, devono giungere al gioco finale dopo aver attraversato indenni quattro prove; i concorrenti sono cinque e, dopo ogni prova, c’è un’eliminazione.

Queste sono le prove:

Parole, parole, parole: il concorrente deve indovinare a quale cantante o canzone appartiene un verso;
Il dizionario: il concorrente deve indovinare quale parola è inclusa tra due parole esistenti sul dizionario (una prova che ricorda molto Il braccio e la mente di Flavio Insinna);
Bufala o non bufala: il concorrente deve indovinare se una notizia è falsa oppure no (praticamente il Vero e Falso de L’Eredità);
In ordine: il concorrente deve mettere in ordine una lista di nomi, paesi o cose in base alla domanda del conduttore;
Gioco Finale: il concorrente deve indovinare il titolo della canzone in base ad una serie di indizi; ad ogni indizio, il montepremi si dimezza.

E’ proprio nel gioco finale che Una canzone per 100.000 si differenzia. Gli indizi, infatti, vengono nascosti minuziosamente (troppo minuziosamente, sono impossibili da scovare) nei quiz antecedenti al gioco finale.

Una canzone per 100.000 è un game show piacevole con Pupo che ha nuovamente dimostrato che il game show è l’ambito televisivo a lui più congeniale.

Tralasciando volontariamente i concorrenti presi in prestito dai salotti di Barbara D’Urso, e il prevedibile e banale trashume che si sono portati dietro, il quiz condotto dal cantante toscano non brilla certo per originalità (le idee sono da minimo sindacale, ammettiamolo) ma si apprezzare comunque per la semplicità.

Il lato pesantemente negativo, però, è la durata. Il programma dura oltre un’ora e mezza e più della metà della trasmissione è incentrata sulla parte finale.

Come sappiamo, il gioco finale è il fulcro di ogni game show. Il gioco finale di Una canzone per 100.000 non è memorabile ed è proprio per questo che velocizzarlo alzerebbe l’adrenalina. Spalmarlo su quasi 40 minuti è una scelta suicida.

Il ritmo, quindi, è la pecca maggiore di Una canzone per 100.000. Per il resto, il programma ha buone chance di fidelizzare una parte di pubblico.