Home La Gabbia, torna Paolo Barnard. Cacciato da Paragone a marzo, lo aveva definito un “verme”

La Gabbia, torna Paolo Barnard. Cacciato da Paragone a marzo, lo aveva definito un “verme”

Il giornalista economica motiva così il suo ritorno, su invito del conduttore: “Il messaggio di contrasto al mostro Neofeudale dell’Eurozona che io porto è troppo importante per la vita di milioni”. E aggiunge: “Avrò zero sorrisi per Paragone”

pubblicato 13 Maggio 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 04:36

Dopo avergli dato del “verme con un’età mentale di 16 anni” ed essersi autodefinito un “porco” per aver lavorato con lui, Paolo Barnard torna da Gianluigi Paragone, a La Gabbia, nella puntata di mercoledì 14 maggio. L’annuncio è arrivato ieri sul blog del giornalista esperto di economia, cacciato qualche mese fa dalla trasmissione di La7 per le offese rivolte alle donne e non solo (incluse Daria Bignardi appellata con “troi@” e alcune redattrici de La Gabbia) anche via Twitter.

Ecco come si è arrivati al ritorno nel talk show del mercoledì sera di Barnard, con un passato travagliato anche nelle squadre di Samarcanda e Report con Michele Santoro e Milena Gabanelli.

Venerdì scorso Paragone, ospite di Miscappaladiretta, format ideato per il web da Salvo Mandarà (ex collaboratore di Beppe Grillo, era colui che garantiva le dirette streaming dei suoi comizi fino allo scorso anno), annuncia in anteprima l’intenzione di invitare per la puntata di mercoledì 14 maggio (in apertura di post trovate il video integrale). Ma precisa di farlo soltanto per rispondere all’offensiva di Rai, Corriere, Repubblica e Stampa in piena campagna elettorale per raccontare i “miracoli dell’Europa e dell’euro”.

Paragone cita anche Alberto Bagnai, altro ‘epurato’ con polemiche da La Gabbia. Ma alla fine mercoledì nello studio milanese di La7 ci sarà soltanto Barnard.

Potrei scrivere a Barnard o a Bagnai. E dire: ‘di quello che sono i rapporti nostri non me ne frega un caxxo, ma siccome c’è una guerriglia in atto, allora andiamo tutti a fare la guerriglia. Noi contro di loro. Poi le cose personali ce le smazziamo nel tempo che verrà. Magari non dobbiamo nemmeno tornarci a bere una birra insieme. Siccome il problema non è la nostra birra, ma è l’Europa delle balle contro l’Europa della verità, rimettiamoci insieme. Ognuno con i propri spazi, senza essere amici, e ognuno dice le proprie cose.

Ecco come ha annunciato il suo ritorno in tv Barnard, famoso al grande pubblico anche per aver dato a L’Ultima parola su Rai2 del “criminale” e “bugiardo” all’allora Premier Mario Monti.

Nulla di risolto fra me e Gianluigi Paragone. Stima reciproca esattamente dove stava prima. Legittimo per entrambi. Ma tutto risolto per la mia partecipazione al programma, almeno fino alla prossima rottura, che vedo assai probabile.

La sua soluzione sembra essere stata questa: “Mi interessa solo una cosa: bilanciare la controinformazione che in queste ultime settimane di campagna elettorale Rai, Corriere, Repubblica e Stampa faranno per raccontare i “miracoli” dell’Europa e dell’euro. Se hai voglia di contrastare questa campagna bene, altrimenti amen. Paragone”

La mia soluzione è questa: il messaggio di contrasto al mostro Neofeudale dell’Eurozona che io porto è troppo importante per la vita di milioni. Se mi si dà una telecamera nazionale con cui rivolgermi alle famiglie, è mio dovere parlargli. Ne va della loro vita. Torno a La Gabbia, ma no censure.

Io, al contrario di Noam Chomsky che si accompagna con fanatici sostenitori dell’Eurocrimine, gli è amico, gli sorride e non capisce la contraddizione col suo messaggio, avrò zero sorrisi per Paragone. Lavoro e basta. Lui per il suo interesse, io per il mio, come precisati sopra.

p.s. Nessuno s’illuda che io risollevi gli ascolti del programma, che soffrono per ben altre cause.

A parte notare il p.s decisamente condivisibile, in attesa di scoprire con quanto ‘entusiasmo’ le redattrici donne abbiano accolto la notizia, restiamo interdetti. E se vi chiedete perché vi consigliamo di rileggere le parole (solo alcune) scritte da Barnard a marzo scorso, quando annunciò a suo modo l’addio al talk show di La7. E se nemmeno queste vi bastano facciamo notare che Paragone dichiarò a Le invasioni barbariche, ma anche a TvBlog, che avrebbe ripreso il collega soltanto se avesse chiesto scusa. Coerenza che si frantuma davanti ad una spia rossa di una telecamera?

E mi sento dire da sto zero che devo abiurare le mie idee per 5 donne isteriche sue amichette in un ufficio di Milano.La mia risposta a Gianluigi Paragone è scontata. Può affogarsi, e io non sarò più alla Gabbia. Ma quello che è ignobile è che questo stolto per la seconda volta priva il grande pubblico italiano dell’unica difesa dal neonazismo economico dei Neomerantili tedeschi e di Bruxelles per le sue 5 amiche e per 20 tweet. Sessanta milioni di italiani crepino per le sue amichette.

La7