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The Newsroom, Aaron Sorkin chiede scusa per la serie tv: “Vorrei tornare indietro e ricominciare”

Aaron Sorkin chiede scusa per The Newsroom, ammettendo di non aver voluto insegnare nulla, e spiega che alcune scene non sono state scritte come avrebbe voluto a causa dei tempi stretti della tv

pubblicato 23 Aprile 2014 aggiornato 3 Settembre 2020 05:17

Fin da quando è andata in onda la prima stagione “The Newsroom” ha suscitato numerose polemiche tra i giornalisti, che hanno accusato la serie di rappresentare il mondo del giornalismo in maniera molto diversa rispetto alla realtà, ma soprattutto è stato criticato il senso di apparente arroganza con cui Aaron Sorkin, creatore dello shhow, avrebbe voluto insegnare ai giornalisti a fare il loro lavoro.

Il creatore della serie, durante una serata al Tribeca Film Festival, ha chiarito che non è mai stata sua intenzione insegnare un mestiere, ed ammette di aver commesso qualche errore nello scrivere la serie tv, la cui terza ed ultima stagione andrà in onda in autunno sulla Hbo:

“Parlerò a voi come a chiunque altro nel mondo, se non vi dispiace. Credo che siamo partiti con il piede sbagliato con The Newsroom, mi scuso e vorrei ricominciare dall’inizio.”

Sorkin non si limita a chiedere scusa, ma spiega come mai abbia deciso di ambientare la serie nel passato, permettendo ai protagonisti, giornalisti dell’Atlantis Cable News, capitanati dal conduttore Will McAvoy (Jeff Daniels) e dalla produttrice MacKenzie McHale (Emily Mortimer), di avere a che fare con fatti accaduti nella realtà:

“Credo ci sia stato un terribile fraintendimento. Non ho ambientato lo show nel passato recente per insegnare ai professionisti come fare il proprio lavoro. Ho ambientato lo show nel passato perchè non volevo notizie finte. Sarebbe stato strano se il mondo in cui vivono i personaggi non ricreasse quello reale. Inolte, volevo la possibile di avere un’incredibile dinamica in cui il pubblico sa più dei personaggi… Quindi, non stavo provando e non sono capace di tenere una lezione ai giornalisti professionisti. Non era il mio intento e non è il mio intento convincervi di qualcosa”.

Sorkin non si è limitato a chiedere scusa, ma ha anche giustificato il suo modo di scrivere, spiegando che ha sempre cercato di unire la finzione al realismo (cosa che ha già sperimentato con i suoi show in passato, come “The West Wing” e “Studio 60 on the Sunset Strip”):

“Mi piace scrivere romanticamente ed idealisticamente. Provo a bilanciarli con abbastanza realismo in modo che si percepisca che qualsiasi ideale romantico possa essere accessibile. Non è un cartone. Non è animato. Ci sono delle persone che provano a fare bene delle notizie quando le forze del mercato sono contro di loro”.

Nessuna intenzione di salire in cattedra e dire come i giornalisti dovrebbero lavorare, quindi:

“Non sono diventato un esperto in nulla. Non sono raffinato se si deve parlare di politica o se si deve parlare di giornalismo. Non sono intelligente come i personaggi o, come potete vedere, così articolato. Voglio che sia chiaro: non so niente”.

Sorkin, però, si sente di dare parte della colpa anche ai tempi televisivi, che gli hanno impedito di lavorare come avrebbe voluto sullo show:

“Sono più capace di capire se qualcosa è scritto male prima che arrivi sulla pagina di come ero abituato. Il problema con la televisione, la programmazione è così feroce. E’ così veloce… Abbiamo delle date. Lavoriamo in ritardo. Ci sono delle date che devono essere raggiunti e scrivi anche quando non stai scrivendo bene e poi devi riprendere il tutto. Abbiamo girato la mia prima bozza, e devi vivere con la sensazione che ‘c’è qualcosa scritto male qui. Dobbiamo farlo. E’ per questo che abbiamo firmato’. Non c’è un singolo episodio di una serie tv che abbia scritto che non vorrei riprendere e rifare”.

Sorkin esagera: “The Newsroom” non è una brutta serie, ed è riuscita a raccontare la realtà attraverso gli occhi di un mondo, quello del giornalismo, che spesso è accusato di usare le notizie con lo scopo di poter raggiungere più persone possibili e non di informare. La squadra di Will, che invece punta a fare informazione andando contro l’agenda delle altre reti all-news, dimostra che il giornalismo, quando fatto con passione, è un mestiere duro ma che regala soddisfazioni.

Ad ogni modo, Sorkin ha imparato la lezione, e rivela che la terza stagione sarà migliore delle precedenti:

“Mi sembra che stia imparando solo adesso come scriverlo. Sono molto orgoglioso di The Newsroom. Ho passato del tempo a lavorare con la gente con cui ho lavorato, ma c’è una curva di apprendimento e sfortunatamente queste lezioni si imparano davanti a numerosi milioni di persone. Vorrei poter tornare all’inizio di The Newsroom e ricominciare… Ma mi piace la terza stagione. Riguardo la serie con affetto e con orgoglio e vorrei riprendere ogni scena di ogni episodio per poterla rifare”.

Delle scuse non richieste che sicuramente faranno piacere a quei giornalisti che, sentendosi presi di mira, avevano criticato il telefilm senza osservare il reale senso che Sorkin voleva far passare in tv.

[Via BuzzFeed]