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Pierluigi Pardo: “La gnocca che legge la schedina mi fa orrore. La Satta a Tiki Taka utile alla drammaturgia”

Il giornalista sportivo Pierluigi Pardo è stato ospite ieri sera a Reputescion, parlando del successo di Tiki Taka

pubblicato 25 Ottobre 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 12:46

Pierluigi Pardo ha ricambiato la cortesia ad Andrea Scanzi, spesso ospite del suo Tiki Taka, facendosi intervistare a Reputescion. Il risultato è stata l’ennessima confessione “pregna” del programma-rivelazione di La3.

Partiamo dall’ottimo web feeling del giornalista sportivo. Al 49% è risultato positivo, al 42% neutro e al 9% negativo. Questo il commento di Pardo:

“Credo che la percezione di neutralità sia in parte calcolata. Il calcio è peggio della politica. in politica puoi cambiare idea a meno che tu non sia Emilio Fede, la squadra di calcio non si cambia mai. E’ un sentimento religioso. Il tifoso è permaloso”.

Poi Scanzi gli ha chiesto qual è il segreto del successo di Tiki Taka, ogni lunedì in seconda serata su Italia1, e il conduttore si è così espresso in merito:

“Funziono io, sono molto bravo. Sto scherzando. Non voglio mettermi a fare Freccero o Aldo Grasso che stimo moltissimo. Io ho fatto due esperienze nella mia vita televisiva molto diverse, una a Sky e una a Mediaset. Credo che ci debba essere un’attenzione per l’immagine e contenuti di una certa qualità che la pay tv ha portato, come montaggi di una certa qualità e anche delle forme di sperimentazione. Però poi esiste una dialettica da talk show da studio che sto imparando a Mediaset e trovo fondamentale. Se non esiste una drammaturgia del talk show andiamo a casa. La realtà è che questa cosa la puoi costruire. Quando la costruisci in maniera eccessiva facendo litigare e basta 50 mostri, forse. funziona un po’ meno. Stavo pensando a una serie di situazioni che secondo me sono troppo trash. Litigare tanto per litigare poi ti scoprono”.

A questo punto Scanzi gli ha domandato se il ruolo della gnocca nel programma sportivo è altrettanto fondamentale. Pardo ha fatto intelligentemente le dovute distinzioni, difendendo la fidanzata di Boateng ed ex velina, sua ospite fissa:

“Io sono sempre a favore della gnocca, trovo che l’alto e il basso siano la stessa cosa. La sensualità è un valore, poi non dev’essere soltanto quello e ridursi al corpo della donna. In quel tipo di target e di trasmissione ci sta. Però Melissa Satta è una che quando parla sa di cosa parla. Un anno e mezzo fa, quando conducevo Undici, mi dicevano che serviva una presenza femminile. Io avevo abbastanza l’orticaria, pur amando le donne, perché avevo paura della ragazzona scosciata che leggeva la schedina, quello mi fa schifo. Il ruolo classico della donna anni ottanta che sorride, con l’inquadratura sulle coscia, è qualcosa che a me fa orrore. Giovalli che è il regista sa che non lo deve fare. Ma se ci sta un motivo per inquadrare la scarpa feticista della Satta, viola, nella settimana in cui il Milan ha litigato con la Fiorentina, è interessante”.

Secondo Pardo questo discorso vale anche per gli uomini di bell’aspetto:

“Che in un dibattito come quello ci possa essere la bellezza e la telegenia vale pure per i maschi. Scanzi, tu sei un ottimo invitato perché hai contenuti importanti, ma anche una buona presenza. Ognuno di noi è forma e sostanza al tempo stesso. E in televisione questa cosa si nota”.

Mai dichiarazione fu più sincera. E Pardo ha offerto spunti interessanti anche con il suo punto di vista sulle prime tribune sportive:

“Che ne penso di Biscardi? Ero piccolo, non ho la cultura necessaria per poterne parlare. Credo sia stata una delle figure più rivoluzionarie della tv italiana. Con lui la tv ha smesso di essere il Tg1 delle 20.00 con l’ufficialità e ha cominciato a essere un luogo dei vox populi, del parere della gente, del politicamente scorretto. L’altro è stato Funari, che io adoro anche se non mi è piaciuto tutto quello che ha fatto, ma per quella capacità fisica di approcciare il pubblico e di buttarla sanamente in caciara tirando fuori il lato profondo della gente, che poi è Twitter. La grande forza di Twitter è che uno scrive senza pensare alle conseguenze. Con i programmi di Funari e Biscardi questo ha cominciato a succedere”.

Quanto alla scuola di telecronisti per cui parteggia, non ha dubbi, è quella più contemporanea:

“Io sto più dalla parte di Caressa che di Compagnoni. E’ un fatto di carattere. Io credo che i telecronisti si dividano in due scuole, una un po’ più da personaggi e l’altra descrittiva. Il mio mito è sempre stato Piccinini, sono cresciuto con le sue telecronache, lui ha avuto il coraggio di cambiare il linguaggio essendo cambiato il pubblico. Pizzul aveva venti milioni da accompagnare con garbo, che evidentemente Caressa, Piccinini e io non abbiamo. Credo che il telecronista di una grande partita debba inventarsi qualcosa di più per renderla accattivante. Poi c’è il rischio di rompere le scatole, ma ci sono occasioni in cui te la giochi dicendo una frase in più, anche a costo di pensare di aver detto una parola di troppo o fatto una cazzata”.

Un gran bell’intervistato, Pierluigi Pardo, che ha scoperto di avere a fine puntata un reputometro web di tutto rispetto:+1,89. Ecco il verdetto del buon Scanzi:

“Poco commentato, ma positivamente uno dei migliori telecronisti. E’ rimpianto molto dai tifosi abbonati a Sky, mentre chi è a Mediaset è contento del nuovo acquisto. Come conduttore non convince fino in fondo alcuni, mentre per altri è uno showman eccezionale sprecato come giornalista sportivo”.

Chapeau (a Pardo e a Reputescion come sempre).