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Rai, Brunetta contro i Tg Regionali: “Sono di parte”

“Il governatore della Toscana e il sindaco di Firenze sono satrapi babilonesi che si fanno massaggiare i piedi dai giornalisti Rai” scrive Brunetta denunciando ai lettori de Il Foglio e all’Agcom la parzialità dei TgR regionali, che “come la Torre di Pisa pendono, eccome se pendono: a sinistra, sistematicamente”.

pubblicato 17 Agosto 2013 aggiornato 3 Settembre 2020 15:33

L’onorevole Renato Brunetta, capogruppo Pdl alla Camera, continua a passare in rassegna la programmazione di Rai 3 e continua a trovare spunti per esposti all’Agcom per ‘manifesta faziosità’, violazione della Par Condicio e del dovuto pluralismo dell’informazione.

Dopo aver chiesto interventi su In mezz’ora, Che Tempo che FaBallarò, Agorà (quest’ultimo appena prima dell’inizio di agosto), il capogruppo Pdl alla Camera approfitta del giorno di Ferragosto per comunicare, con un editoriale su Il Foglio, di aver presentato un nuovo esposto all’Agcom e una correlata interrogazione in Commissione di Vigilanza Rai.

Oggetto dell’indagine i Tg Regionali della Rai,

“che, evidentemente per ragioni estranee all’equilibrio proprio del servizio pubblico, parteggiano per una parte sull’altra persino là dove le cose si possono misurare con facilità, tanto più nel taglio delle cronache e della cultura saranno accondiscendenti verso la propria casa madre politica. Se il ragionamento non fila, qualcuno mi faccia un fischio”

come scrive Brunetta lungo e dettagliato articolo intitolato “Il doping informativo che ha trasformato i Tgr in un regime sinistro” (mentre l’occhiello recita Il centralismo democratico dei Tg regionali dimostra che il federalismo televisivo di Rai Tre non è mai esistito”).

In esso Brunetta cita, confronta ed elabora dati dell’Osservatorio di Pavia, secondo i quali lo spazio dato al CentroSinistra in Toscana sarebbe pari al 76% vs l’11% dedicato al CentroDestra, in Umbria si registrerebbe un 69% per il CentroSinistra vs un 22% per il CentroDestra, mentre nelle Marche il 66% del tempo andrebbe al CentroSinistra e il 14% al CentroDestra. La ‘classifica’ prosegue con Basilicata, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Liguria, Puglia, Lazio, Piemonte, Sardegna “con casi di sostanziale equilibrio in Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Calabria, Sicilia, Campania…“. Le restanti pendono leggermente al centrodestra.

Per la sua classifica, Brunetta ha confrontato il tempo di parola assegnato dai vari Tg alle compagini politiche con i risultati elettorali di zona, come spiega nelle ‘note metodologiche’:

“I dati che fornisco ora sono attinti né più né meno da quelli dell’Osservatorio di Pavia, che sono cronometristi svizzeri. Di mio ho osato il paragone tra queste cifre e il contesto elettorale dei rispettivi territori, indicando poi se il governatore sia di centrodestra o di centrosinistra (…). L’indagine si riferisce agli ultimi sei mesi del 2012 e, dopo aver saltato a piè pari il periodo elettorale in cui vige la par condicio, al marzo del 2013”.

Giusto per inquadrare l’accusa, riportiamo quanto scrive in merito alla Toscana, prima regione ad essere citata dal capogruppo Pdl che definisce

“un caso ciclopico di Repubblica Socialista Sovietica tuttora imperante e senza un belato che denunci questo strapotere”.

Beh, un primo “belato che denuncia” c’è, no? Ma continuiamo:

“Qui il governatore Enrico Rossi e il sindaco Matteo Renzi sono satrapi babilonesi che si fanno massaggiare i piedi dai giornalisti Rai (parlandone con il dovuto rispetto)”.

Il rispetto è la prima cosa.

“Non esagero: il TgR Toscana ha consegnato al centrosinistra il 76 (settantasei!)% del tempo di parola. L’11% al centrodestra, il 13% alle altre liste. Si consideri: i risultati delle ultime Regionali assegnano al centrodestra il 34% dei voti e alla coalizione di centrosinistra il 61% dei voti. Il centrodestra è stato privato nel telegiornale del servizio pubblico di più di due terzi del suo spazio di diritto. Non il 10%, ma precisamente il 67,64% del suo patrimonio di democrazia spendibile nella tv pubblica. Questo come chiamarlo se non furto di democrazia? Più che difetto di pluralismo, questo è un attentato alla decenza”.

Ecco, a tal proposito… Ci sarà una differenza tra ‘notizia’ e spazio dell’accesso? Giusto per capire, eh.

Se la Toscana è una “perlona”, non è da meno la Val d’Aosta che vede il 76% dello spazio politico assegnato all’Union Valdotaine, il 17% al Centrosinistra e il 7% al Centrodestra. Una ragione politico-amministrativa ci sarà, immagino (come negli altri casi, ma non conoscendo nel dettaglio tutto quel che accade nelle regioni d’Italia posso solo ipotizzare, eh), ma l’on Brunetta ironizza:

“La regione gode di molta autonomia, ma non ho letto in nessun articolo della Costituzione sia un emirato. (…) La porzione di elettori dell’UV è solo del 33,47%. Piccola osservazione. Come mai così pochi? Con la propaganda totalitaria di cui dispone questo partito si vede che gli aostani hanno un animo resistente alle lusinghe martellate ogni dì. Non ha nulla da dire la direzione generale? O visto che l’Union si sposta in sede parlamentare più facilmente a sinistra, le va bene così? O no?”.

In ogni caso, lo stesso Brunetta sottolinea la “resistenza” elettorale della popolazione nonostante “la propaganda totalitaria“:  e quindi o non è una propaganda totalitaria o, come suggerisce l’onorevole, gli elettori non sono così ‘ingenui’ da cadere nelle facili “lusinghe”, no?.

Dati e numeri si mescolano ovviamente con considerazioni e ‘invettive’ politiche in questa ‘disamina’ che ha come oggetto quella che per Brunetta è “la più grande testata giornalistica non solo televisiva europea (…) dal peso planetario”. Sì, planetario, perché

“conta più di 500 giornalisti. Un potere immenso. Anche perché le informazioni raccolte in questa immensa rete poi hanno un doppio uso. La maggioranza viene offerta e consumata sul posto, attraverso i telegiornali regionali di ciascuna delle venti regioni. La pesca più pregiata è indirizzata al mercato centrale, che sta a Roma, in Saxa Rubra, e da qui, oltre che agli italiani, è diffusa per il mondo in proprio oppure esportata ai vari notiziari televisivi esteri, acquistando così un peso planetario”.

Per Brunetta, dunque,

siamo in un regime intangibile (apparentemente, spero) e reso digeribile dall’indifferenza e dal silenzio di troppi complici della casta giornalistica e intellettuale”,

e il capogruppo del Pdl, “dopo aver esposto ai lettori del Foglio e all’Agcom questi dati sconcertanti” si dice

“praticamente certo che, pur essendo agosto, il tutto sarà avvolto dalle nebbie novembrine. Conosciamo i nostri struzzi, già che sono in spiaggia figuriamoci se rinunciano a infilarci la testa sotto”.

Beh, il 15 agosto non è difficile. Non ci resta che attendere le valutazioni dell’Agcom.