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Nomine AgCom. Trionfa la partitocrazia

Eletti Maurizio Decina, Antonio Martusciello, Antonio Preto e Francesco Posteraro. Tutti in quota a partiti (il Pdl ne ottiene due, il Pd uno, uno l’Udc)

pubblicato 6 Giugno 2012 aggiornato 4 Settembre 2020 04:14


Si era parlato molto della trasparenza e del merito, a proposito delle nomine per l’AgCom. Ma alla fine ha prevalso la logica partitica in ogni caso, e i buoni intenti sono rimasti sulla carta.

Oggi, infatti, la Camera ha eletto con 163 voti Maurizio Decina e con 148 Antonio Martusciello. Dècina, professore ordinario di telecomunicazioni al Politecnico di Milano, era il nome che circolava da giorni come candidato favorito dal Partito Democratico. Martusciello, invece, è stato manager dell’agenzia pubblicitaria Publitalia e tra i fondatori di Forza Italia, dunque legato a doppia mandata a Silvio Berlusconi e al Pdl. 15 voti sono stati riservati a Stefano Quintarelli, candidato indipendente.

Stessa musica al Senato: Antonio Preto (94 voti), già consigliere del segretario generale del Parlamento europeo, è in quota PdL e ha spesso collaborato con l’ex Ministro Renato Brunetta; Francesco Posteraro (91 voti), vice segretario della Camera, è in ottimi rapporti con Pierferdinando Casini.

Un fallimento, dunque, la campagna per la trasparenza e il merito. I radicali in quota al Pd e l’Italia dei Valori, per protesta, non hanno partecipato al voto. Felice Belisario ha spiegato così l’abbandono dell’Aula da parte dell’IdV:

Il Gruppo IdV al Senato non intende prestare il fianco alla buffonata del voto per i componenti delle Authority, un’autentica presa per i fondelli da parte delle forze politiche che hanno già deciso chi eleggere senza neanche consultare i curricula dei candidati. L’elezione per il rinnovo di Agcom e Garante della Privacy, fatta in questo modo, non ha nulla da invidiare ad un concorso truccato, dove i posti si assegnano ai protetti e ai raccomandati dei partiti. Per questo abbiamo abbandonato l’Aula, non partecipiamo alla spartizione delle poltrone e non riconosciamo all’operato del Parlamento trasparenza nè autonomia».

Foto | © TM News