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Kalispera e Sorrisi – Il flop del brutto che difende i cinepanettoni

Un brutto flop per un brutto programma. Come ne parlerà, il conduttore e direttore di Sorrisi?

pubblicato 17 Dicembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 01:07


Di quanto sia sembrato endemicamente brutto Kalispera si è detto abbondantemente: ne ha scritto Lord Lucas, ne hanno scritto su Twitter, lo confermo personalmente per quel che mi riguarda: brutto, e basta.

E’ brutto come sono brutti i cinepanettoni, che pure Signorini difende in studio – avendo ospiti Sabrina Ferilli e Christian De Sica che altro potrebbe fare? Dirgli in faccia che il trailer del film è esattamente uguale a tutti gli altri? Ovvero penoso? Non potrebbe nemmeno se volesse: siamo pur sempre in Italia -, attribuendo le critiche agli stessi a una certa intelighenzia radical chic che prende le distanze: ma non c’è da preoccuparsi. Non serve essere radical chic per dire che i cinepanettoni sono, semplicemente, indegni del prefisso “cine” e persino dell’accostamento con il panettone. Che sono brutti.

Tutto ciò, però, afferisce – potrà dire qualcuno – alla sfera del gusto: ci sarà ben chi ama il pandoro e si gusta i filmacci di Natale: è legittimo, così come è legittimo che io affermi che, secondo me, il cinema e i cinepanettoni sono due universi paralleli; che il cinema è altro e che anche la televisione dovrebbe essere altro, rispetto a Kalispera. Ma sono gusti, appunto.

Quel che ci si chiede, legittimamente, è come farà, Alfonso Signorini, a fare i conti con il flop clamoroso di Kalispera sul suo Tv Sorrisi e Canzoni? Lo occulterà? Eviterà di parlarne? Dirà forse che a lui gli ascolti non interessano? Perché qua i casi sono due: o i numeri sono numeri – e allora lo sono anche quando si prendono bastonate – oppure si sceglie di ignorarli – e allora poi non li si può tirare fuori quando vanno bene.

Kalispera, oltre che brutto, è stato un flop senza attenuanti in termini numerici, superato anche da Crozza su La7, una rete che in teoria non si può ancora ritenere “competitor” di Canale5. E lo scomodo ruolo del giornalista televisivo che si fa un programma tv sarà molto evidente, sul prossimo numero di Sorrisi.