Home Notizie Sky si ritira dal Beauty Contest: “Tempi troppo lunghi e confusione”

Sky si ritira dal Beauty Contest: “Tempi troppo lunghi e confusione”

Clamorosa decisione di Sky Italia che annuncia il ritiro dal Beauty Contest, la gara d’assegnazione delle frequenze del digitale terrestre.

pubblicato 30 Novembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 01:31


Colpo di scena a dir poco clamoroso: Sky ha annunciato di essersi ritirata dalla gara per l’assegnazione delle frequenze del digitale terrestre, il famigerato beauty contest, con effetto immediato. L’operatore pay satellitare, dopo una lunga lotta a colpi di carte bollate e ricorsi che si era conclusa con il via libera a livello comunitario all’ingresso sul digitale terrestre (subordinato all’impegno di non inserirsi nel mercato pay del terrestre), ha deciso di chiamarsi fuori. Il motivo sarebbe dovuto all’incompatibilità con i tempi lunghi per l’assegnazione e la confusione della gara così come era stata indetta dal ministero guidato fino a qualche settimana fa da Paolo Romani.

Leggiamo dal comunicato ufficiale:

La lunghezza dei tempi, ad oggi ancora indeterminati, che hanno caratterizzato lo svolgimento di questa gara e che impatteranno inevitabilmente sull’assegnazione delle frequenze, sono però diventati del tutto incompatibili con l’esigenza di pianificare con certezza gli investimenti che sarebbero necessari nel caso di un’ipotetica assegnazione. Tale indeterminatezza dei tempi si è inoltre accompagnata a un bando che contiene elementi discutibili, legati all’adozione di un disciplinare di gara con regole che oggettivamente favoriscono operatori già attivi sul mercato. Va ricordato che proprio tali regole hanno portato alcuni partecipanti alla gara – tra cui la stessa Sky – a presentare ricorsi all‘autorità competente, ricorsi che potrebbero moltiplicarsi una volta annunciate le assegnazioni delle frequenze. Tempi poco chiari e regole discutibili sono incompatibili con un mercato televisivo e uno scenario competitivo che è invece in rapida e costante evoluzione. Nella televisione italiana stanno nascendo infatti nuovi modelli di business e fanno il loro ingresso nuovi player, provenienti spesso da settori finora estranei alla produzione e alla distribuzione di programmi televisivi.

Sul fatto che questo benedetto beauty contest sia un pastrocchio che si trascinerà ancora a lungo non ci sono dubbi, ma allo stesso tempo questo annuncio appare strano. Probabilmente i vertici di Sky hanno iniziato a considerare poco conveniente impegnare risorse per sbarcare in un mercato nel quale dominano in modi diversi Rai e Mediaset senza avere, in tempi ragionevoli, la possibilità di fare concorrenza diretta a Mediaset Premium. Non solo, anche potendo il rischio di lanciare un’offerta pay sul digitale terrestre era quello di finire per farsi concorrenza da soli rispetto al più caro (ma potenzialmente più ricco in termini di contenuti e canali) buon vecchio satellite.

Tornando alle dichiarazioni ufficiali riportiamo quelle di Andrea Zappia, ad di Sky Italia, inviate a margine del comunicato stampa ufficiale:

Ci auguriamo che questa nostra decisione, per quanto difficile e onerosa, possa dare un serio contributo ad avviare un dibattito aperto e costruttivo sul futuro della televisione nel nostro Paese; un futuro che in Italia, come in tutto il mondo, vede lo sviluppo e l’affermarsi di nuovi modelli di business basati anche su forme e tecnologie diverse dal DTT, basta pensare al successo che in altri mercati stanno avendo operatori che distribuiscono i loro programmi via DSL e fibra. Siamo convinti che l’obiettivo dei prossimi mesi è, e debba essere, creare le condizioni per fare del mercato televisivo un volano dell’economia digitale e – al fine di creare nuova occupazione e sviluppo – liberare l’incredibile potenziale creativo che è parte del DNA degli italiani. Credo che da questo punto di vista il Beauty Contest avrebbe potuto rappresentare un’importante occasione, ma ritengo che questa occasione sia stata mancata a causa dell’impostazione che è stata data a tutto il processo.

Se permettete una sottolineatura fa un po’ sorridere sentire alludere una grande corporation al fatto che per “aprire un dibattito” per il bene di tutto il settore abbia rinunciato a dei profitti.

Forse sarebbe stato più onesto ammettere che di margini economici nel digitale terrestre free, soprattutto se si vuol fare un buon prodotto e non mandare in onda le televendite dei gioielli e dei cartomanti, non ce n’è.