Home Quelli che il calcio Allarme Cabello e Tutti pazzi: il radical chic respinto dalla generalista

Allarme Cabello e Tutti pazzi: il radical chic respinto dalla generalista

I programmi di qualità arrancano negli ascolti

pubblicato 7 Novembre 2011 aggiornato 5 Settembre 2020 02:09


C’è un tipo di tv chic di cui tutti amano vantarsi, a partire di chi la fa. E’ la più amata dalla critica e la più dichiaratamente innovativa del settore. C’è, però, un problema di fondo: il successo di Real Time, il nuovo corso di X Factor e MasterChef e la varietà di scelta e qualità che passa su digitale e satellitare costituiscono dei dati ancora sconosciuti ai più, seppur progressivamente rilevanti.

Il cammino è ancora lungo sulla generalista, pure in cerca di un suo equilibrio e sempre più erosa dal nuovo che avanza. La tv di stato, in particolare, deve ancora poter abbracciare un pubblico più ampio, dove l’analfabetismo digitale e il tradizionalismo sono fattori non trascurabili.

Basti pensare al caso di Paola Cortellesi e Francesco Mandelli. Dopo il programma in prima serata su RaiTre umiliato dal Grande Fratello, Non perdiamoci di vista, si sono dovuti “commercializzare” con Zelig e i Soliti Idioti: ora hanno un successo pop inarrestabile, al cinema e in tv, e lavorano di più.

Solo così si spiega il flop – ebbene sì, dobbiamo dirlo anche se ci piace tanto – di Quelli che il calcio versione Victoria Cabello, ieri crollato a 1.341.000 e al 7,38%.


Un ascolto dimezzato rispetto al debutto di quasi il 15%, presto consacrato in termini trionfalistici. Va dato atto alla Ventura di non aver avuto tutti i torti, sul trattamento mediatico di favore riservato alla sua erede.

Anche Tutti pazzi per amore ha confermato, con l’ascolto di ieri, di essere “troppo avanti” per RaiUno. La prima rete di stato, con le ben più canoniche Pession e Cenerentola, aveva battuto sino a domenica scorso il muro dei 6 milioni e del 25%.

Lo share medio dei due episodi di ieri, invece, si è assestato sul 18%, per una media di spettatori inferiore ai 5 milioni. il che fa pensare, su un debutto che non può dirsi fallimentare ma neanche troppo atteso. Un debutto che potrebbe non essere stato “capito” dal pubblico medio di RaiUno, che si sintonizza ogni domenica sulla fiction “per abitudine”.

Tutti pazzi per amore, che è stato un vero successo nella prima edizione per poi calare dalla seconda, in fondo non è mai stata una fiction da record. Il suo ascolto non è mai stato paragonabile a quello di Un medico in famiglia o Don Matteo.

E la colpa di questo riscontro più appannato va, forse, addebitato a quegli stessi ingredienti innovativi e fuori dal coro, come il ritmo sostenuto della sceneggiatura e i numeri da musical.

Se la prima stagione cercava di andarci più cauta, mettendo comunque al centro l’amore nascente dei due protagonisti, via via la sperimentazione ha preso troppo il sopravvento. Con buona pace dei radical chic e il freno a mano dell’Auditel.

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