Home Festival di Sanremo L’Assedio, Michela Murgia contro Sanremo 2020: “Ipocrita, sessismo passato come una cosa da ridere”

L’Assedio, Michela Murgia contro Sanremo 2020: “Ipocrita, sessismo passato come una cosa da ridere”

La scrittrice ribadisce: “Sanremo cornice maschilista, sessismo compromette il diritto alla realizzazione di metà della cittadinanza”

pubblicato 12 Febbraio 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 06:41

Ospite della prima puntata dell’anno de L’Assedio, trasmissione di Nove condotta da Daria Bignardi, Michela Murgia. Habitué del talk-show figlio de Le invasioni barbariche, la scrittrice è intervenuta per commentare le ultime vicende di politica interna, ma anche per dire definitivamente la sua sull’ultima edizione del Festival di Sanremo. Già prima dell’inizio dell’evento, a pochi giorni dalla sciagurata conferenza stampa  del “passo indietro”, Michela Murgia aveva espresso disappunto per le parole spese da Amadeus per presentare le donne che lo avrebbero accompagnato sul palco, giudicate sessiste.

La costruzione dello show non pare aver fatto cambiare idea alla donna che, interrogata da Daria Bignardi, ha confermato il proprio giudizio sulla kermesse e sul comportamento del direttore artistico:

Un Sanremo maschilista. È sempre stata una cornice sessista, ma mai come quest’anno. Anche ipocrita. E poi basta con questa storia del povero Amadeus, lo trattiamo come un figlio con dei limiti, è brutto. “Non voleva, non intendeva, non lo ha fatto per male”, nelle sue cose è bravissimo, ma nel momento in cui fai una gaffe, perché arrampicarsi sugli specchi? Ti rispetto di più se dici di aver detto una caz*ata e chiedi di far finta che non abbia detto nulla.

La conduttrice ha poi chiesto all’ospite se ritenesse grave che Francesca Sofia Novello, presente sul palco dell’Ariston in due delle cinque serate del Festival, fosse stata inclusa nel cast delle co-conduttrici per via della sua relazione con Valentino Rossi:

Invitata in qualità di accessorio di un uomo famoso? È grave. Quel palco è quello della trasmissione più vista in tutto il paese nell’arco dell’anno. È il luogo dove si mette in scena una rappresentazione sociale. E se la tua idea della donna è ancora quella che sia un accessorio di un uomo, e se non fosse chiaro, lo chiarisci pure… Quella roba lì la sentono: quelle che non sono d’accordo si sentono frustrate […], quelle che non hanno un’idea chiara del ruolo della donna in questa società dicono “per arrivare in un punto visibile devo avere accanto un uomo più visibile di me”.

In conclusione, Michela Murgia ha espresso indignazione anche per il modo in cui la polemica sul sessismo sia stata smaltita durante lo show, quasi a volerla ridurre a questione di poco conto, periferica, utile solo per qualche gag o tormentone. Il riferimento, seppur non del tutto esplicito, è a Fiorello e ai suoi “-ismi“:

Il sessismo in questo paese è una cosa serissima, compromette il giusto diritto alla piena realizzazione di metà della cittadinanza, per cui che tu ne rida o lo minimizzi – manismo, bacismo, fiorismo – è tutto un modo per dire che il sessismo è una cosa da ridere, da burletta, che sono queste femministe che non si depilano a essere fissate con l’idea che le donne non abbiano diritti in questo paese. Vorrei vedere se una donna presentasse Sanremo e proponesse come contorno due o tre uomini che sono lì perché fidanzati di una donna.

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