Home La Pupa e Il Secchione La Pupa e il Secchione e Viceversa, Paolo Ruffini a Blogo: “Un esperimento sociale punk pop”

La Pupa e il Secchione e Viceversa, Paolo Ruffini a Blogo: “Un esperimento sociale punk pop”

Il conduttore toscano svela alcuni retroscena sulla terza edizione del programma, in onda su Italia 1

pubblicato 6 Gennaio 2020 aggiornato 30 Agosto 2020 09:03

Due universi agli antipodi, lo spirito pupo e lo spirito secchione, si mettono a confronto, superando i confini di genere e scardinando ogni pregiudizio. Dopo dieci anni di assenza, torna su Italia 1 “La Pupa e il Secchione” con una nuova veste e un “Viceversa” che segnala una delle novità dell’edizione, in onda in prima serata da martedì 7 gennaio 2020. Quali le altre novità? Paolo Ruffini, conduttore e autore della trasmissione prodotta da EndemolShine Italy, ci ha svelato alcuni retroscena del programma. E non solo.

Quali sono gli elementi di novità di questa nuova edizione de La Pupa e Il Secchione, che acquista il “viceversa” nel titolo?

“Abbiamo capito che l’incultura non è abbinata a un genere, ma è trasversale, tanto più in questo momento della storia, che pullula di pupi che hanno un’attenzione maniacale per la propria immagine. Diversa rispetto al passato è anche la confezione: un linguaggio televisivo inedito, che mescola il docu-reality senza studio con il game show. Da autore del programma, ho cercato di mettere da parte l’insistenza verso un tipo di comicità: non si parlerà di ignoranza, che può far danni, ma appunto di incultura, che se affrontata con la giusta leggerezza e un certo candore può offrire divertimento ed intrattenimento. Nessun giudizio moralistico: si riderà con i concorrenti, non dei concorrenti. Sia chiaro, non mancheranno strafalcioni, belle ragazze in costume, ragazzi che non sanno cosa sia un filtro per Instagram, ma il tutto sarà condito da un ingrediente apparentemente improprio: la tenerezza”.

Oltre che autore, sei anche conduttore della trasmissione. Che ruolo avrai? E quale sarà quello di Francesca Cipriani?

“Sarò il burattinaio che muove i fili dei propri pupazzi, un narratore onnisciente alla Rocky Horror Picture Show, ma anche un entomologo al microscopio, che indaga il comportamento di curiosi animali. Vuol dire stare un passo indietro allo show, forse per farne uno avanti, in una sorta di rincorsa con tuffo che permetta al programma di andare oltre ciò che è stato già fatto. Francesca Cipriani sarà ospite fissa della trasmissione: è talmente pupa che è diventata secchiona. È il massimo dell’innocenza, sempre sorridente, accogliente e buffa”.

Che ci puoi dire degli ospiti? Sono loro che formeranno la giuria?

“Gli ospiti cambieranno di puntata in puntata, anche in base al tema delle prove: per quella dedicata alla divulgazione ci sarà Roberto Giacobbo, la prova sul cinema vedrà protagonista Sandra Milo. Poi altre illustri celebrità: da Barbara Alberti ad Alessandro Cecchi Paone, passando per Aldo Busi. Una lunga lista di giurati, che giudicheranno secondo le loro competenze. Ci saranno anche prove di abilità e di astuzia, a punteggio e a tempo, i cui risultati saranno oggettivi e non avranno bisogno di una giuria”.

La nuova impostazione, che ricalca un po’ i docu-reality di successo degli ultimi anni, come modificherà la struttura delle puntate?

“Ogni puntata riassume i quattro giorni precedenti vissuti nella villa dai concorrenti. Mai come in questo caso, La Pupa e Il Secchione si figura come un esperimento sociale: influencer entreranno in relazione con persone mai usciti di casa, che non hanno mai avuto esperienze amorose o dormito una notte fuori. Tra prove e confronti, al termine del quarto giorno, la sfida che abbiamo chiamato “bagno di cultura” decreterà gli eliminati”.

Una rivoluzione ricca, ma che emerge poco dai provini che abbiamo visto in rete e in tv, non troppo diversi da quelli di dieci anni fa. Non è rischioso voler proporre qualcosa di nuovo in questo modo?

“Al giorno d’oggi è rischioso tutto, anche Celentano. Walt Disney diceva che vola solo chi osa farlo. Se non osi, non fai, e l’incognita è già solo nel riproporre un format che è fermo da dieci anni, che per giunta parla di questi temi. Il rischio vale sempre, soprattutto per una trasmissione che nella sua dicotomia, nel suo essere pop e culturale, riesce ad essere divertente. Mi chiedono perché abbia deciso di farla, e io rispondo “ma perché no?”. Anzi, te la faccio moderna, senza pregiudizi di genere. Pupa o donna come sinonimo di gallina? No, ci sono anche gli uomini che sono così. Questo aggiornamento la rende una trasmissione punk, curata al minimo dettaglio, girata con telecamere in 4K, come fosse un film. Sono convinto che diventerà virale”.

In dieci anni sono cambiate le tecniche e gli strumenti per fare intrattenimento?

“Di certo bisogna essere molto più plateali perché è cambiata la cultura moderna, il modo di essere curiosi. Il grande bluff di Internet, che ci avrebbe concesso di avere accesso a una cultura illimitata, ci ha atrofizzati. Non scatta una grande risata se qualcuno inverte Spongebob con Walter Chiari, Gandhi con Andreotti, perché non c’è empatia coi telespettatori, che per primi potrebbero non conoscere le risposte giuste. D’altronde, la tv la si fa per chi la guarda…”

Pensi che, per il tipo di comicità che propone, La Pupa e Il Secchione copra un buco di palinsesto, rispolveri a suo modo un’ironia più sguaiata e facilmente soggetta a critiche?

“C’è fuori un mondo di gente che non segue la televisione sui blog e su Twitter, che accende il televisore solo per ridere. Sono le persone che incontro all’autogrill, che cercano solo l’evasione di programmi come questo o Colorado. La televisione, da grande contenitore, non deve commettere l’errore di rendere nicchia ciò che pop, altrimenti procede alla rovescia. Abbiamo scavalcato Warhol, il pop non deve vergognarsi o procedere in punta di piedi, intralciato su alcuni portali. Manca la voglia di scatenarsi, di sbagliare. In questo modo, rischiamo di diventare dei soloni, di imporci da soli una volontà censoria nell’arte. Perché devo sentirmi più stupido se amo un certo tipo di comicità più pecoreccia? Bonolis dimostra che una televisione semplice e scorretta possa essere fatta con genialità e acume. Questa convinzione che la roba seria sia fatta da gente più intelligente sta diventando devastante, perché quando poi va a sostenere interviste fa brutte figure”.

Quella che tu definisci “televisione semplice” è un traguardo che pochi superano con successo. Perché oggi è complesso produrla?

“La semplicità è complicata perché è legata all’individuo. Per essere semplici devi commettere una gaffe. Ci fosse oggi Mike Bongiorno con le sue papere, Tvblog ci farebbe un articolo al giorno! Ma quale sarebbe la sua nomea sui social, lui che prendeva in giro l’Elia? La semplicità che avevano lui, Vianello, Corrado era fatta sull’umanità. Molto spesso si incensano dei conduttori che sono perfetti, ma poco naturali. L’umanità è data dalla scivolata, dall’errore, che ti rende uno della gente. Ormai è difficile trovare qualcuno che in tv ti faccia pasta e fagioli”.

In definitiva, la nuova edizione de La Pupa e Il Secchione si pone questo come obiettivo, la semplicità?

“È un programma senza pretese, molto pop, che vuole far divertire offrendo una piccola riflessione in più, per capire che cosa siamo oggi con personaggi diretti, chiari fin da subito”.

 

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