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El Camino, la recensione: il tassello mancante di Breaking Bad

El Camino, disponibile su netflix, mette la parola fine alla saga di Breaking Bad, con un racconto che non fa esagerazioni ma che resta fedele al mondo creato da Vince Gilligan

pubblicato 15 Ottobre 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 12:44

Un film, certo, ma soprattutto un tassello mancante in quel mosaico che negli anni Vince Gilligan ha sapientemente realizzato e che è passato alla storia come Breaking Bad. E’ questo, in estrema sintesi, El Camino, la pellicola che Netflix ha messo a disposizione dei propri abbonati da venerdì 11 ottobre 2019. Una produzione inevitabile, visti i numerosi fattori in gioco, e che non dispiace che sia stata realizzata. Cerchiamo di capire perché.

Un finale per Jesse (no spoiler)

El Camino racconta semplicemente cosa sia successo al personaggio di Jesse (Aaron Paul, che del film è anche produttore), il cui destino era rimasto in sospeso nel finale di serie. La pellicola, in realtà, risolve anche il mistero sulla sorte del protagonista della serie Walter White (Bryan Cranston), ma El Camino non è la sua storia.

Seguiamo così Jesse da quando riesce a fuggire dalla prigione in cui si era ritrovato costretto a produrre metanfetamina, una fuga sulla Chevrolet El Camino di Todd (Jesse Plemons) che passa per i suoi amici di sempre, Skinny Pete (Charles Baker) e Badge (Matt L. Jones) ed un solo obiettivo: fuggire da quella vita che lo sta rovinando. Tra vecchi e nuovi nemici e numerosi flashback, Jesse trova così il suo finale, guardandosi spesso indietro e cercando, a fatica, di puntare ad un futuro differente.

L’episodio che mancava (ma che non tradisce la serie)

Lo avrete sicuramente già letto altrove: El Camino è un lungo episodio di Breaking Bad, che non sfrutta l’onda del successo internazionale della serie tv per raccontare chissà quale storia con chissà quali colpi di scena. Gilligan rimane fedele alla fonte originale, senza stravolgere il finale di Breaking Bad con un film che possa dare spunto ad eventuali revival.

El Camino, come abbiamo detto in apertura, è semplicemente un tassello mancante al racconto che ora non manca più, che si inserisce alla perfezione nell’universo creato dallo sceneggiatore per cinque stagioni e si adagia senza fare troppo rumore. Jesse, diventato nel corso della serie un vero e proprio co-protagonista, qui si prende tutta la scena, così come fa Paul, che torna a vestire i panni di questo personaggio come se non lo avesse mai abbandonato.

Un film, insomma, che fa bene a tutti: sia ai fan di Breaking Bad che volevano dare un’ultima occhiata alla loro serie preferita, che a Netflix, che nei suoi primi anni di attività divenne artefice del successo dello show detenendone i diritti per lo streaming e facendolo conoscere a chi ancora non ne aveva avuto occasione.

Il rischio di realizzare una pellicola che facesse leva solo sui personaggi cult e sul loro ritorno davanti alla macchina da cinepresa senza nulla da dire è stato ampiamente evitato: Gilligan (che scrive, produce e dirige il film) non cede alla tentazione di riportare sul set tutto il cast originale giusto per omaggiarlo, ma fa un lavoro di selezione che è sempre funzionale al racconto. Non c’è delusione, alla fine di El Camino, ma c’è un senso di chiusura, forse non estremamente necessario, ma comunque ben gradito.

Breaking Bad è finito?

Con El Camino, la saga di Breaking Bad può dirsi definitivamente conclusa? In tempi come questi, in cui mai dire mai su possibili ritorni in scena, rispondere di sì a questa domanda potrebbe essere rischioso. Eppure, lo scopo di El Camino sembra essere proprio quello: mettere le parole “The End” alla fine del racconto, chiudere quel sospeso con cui si era conclusa la serie e guardare avanti.

Realizzare un film tratto da una delle serie più apprezzate di questi anni poteva essere un azzardo, ma sia Gilligan che Netflix non hanno voluto premere sull’acceleratore, ed hanno saputo regalare al pubblico un capitolo che a tutti gli effetti si propone come conclusivo. Ed è giusto che sia così: Breaking Bad non merita di essere spremuto solo per fare contento qualche dirigente o fan estremista. E con El Camino il concetto sembra essere abbastanza chiaro: ora il mosaico è davvero completo.

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