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Fuori dal coro, è Mario Giordano Show. Tra gag, tormentoni e monologhi per la famiglia tradizionale (Video)

Fuori dal coro è sempre più il Mario Giordano Show. Il conduttore si lancia in monologhi a difesa della famiglia tradizionale: “La vogliono distruggere”. Poi gag e battibecchi con la regia. Stavolta Salvini e Lega restano sullo sfondo

pubblicato 12 Luglio 2019 aggiornato 30 Ottobre 2020 14:32

Fuori dal coro diventa ufficialmente il Mario Giordano Show. Il conduttore al centro della scena, col resto del mondo chiamato a fare da contorno in quella che sembra un’interminabile piece teatrale.

Giordano gioca a fare il personaggio, caricando ulteriormente smorfie, tormentoni e prese di posizione. Il giornalista torna sul caso di Bibbiano e si lancia in un attacco frontale:

“Sedici persone agli arresti, con l’accusa di aver strappato i bambini alle loro famiglie. Perché nessuno ne parla? Perché nessuno si indigna? Forse perché non si può parlare male delle famiglie arcobaleno, delle nuove coppie, delle famiglie omosessuali? Per questo è calato il silenzio su questa storia? O forse perché c’è un attacco alla famiglia? Difendere la famiglia è diventata una cosa fuori dal coro.  Chi difende la famiglia è medievale, passatista, oscurantista. La famiglia va distrutta, bisogna distruggerla, ma io non voglio vivere in un mondo che distrugge la cosa più preziosa che abbiamo. La vogliono distruggere.  Ma voi almeno lo avete capito? Vi rendete conto?”.

Giordano si rivolge al pubblico in studio, che per tutta risposta gli regala una standing ovation. Lui si inginocchia e quasi piange: “Diranno che ho esagerato, ma quando toccano la famiglia mi vengono i brividi”.

Tempo qualche secondo e il clima muta. Giordano si occupa dell’Inps e dei 18 mila immobili di proprietà vuoti a fronte dei 90 milioni di euro spesi in affitti.

In scena entra un mega contenitore di monete con la scritta ‘contributi per le pensioni’. Un ladro arriva e comincia a rubarle, riempiendo un borsone. Giordano urla “basta” e l’uomo nero se ne va. Poco dopo il tizio rientra e il pubblico parte con un lungo “buuuuu”, suggerito dallo scalda pubblico più volte visto nelle registrazioni di Avanti un altro.

Ma le gag riguardano pure la regia – col mitologico Donato che sbaglia lanci di servizi a ripetizione – e i pali elettrificati destinati a filobus fantasma riprodotti in studio per essere presi a calci da Giordano.

Il grande assente, a differenza di una settimana fa, è invece Matteo Salvini. La vicenda dei presunti fondi russi alla Lega viene affrontata in apertura con tono sì canzonatorio, a scapito però degli avversari del vicepremier. E quando arriva Carlo Calenda c’è appena tempo per un commentino sulle dichiarazioni rilasciate da Salvini sull’argomento.

Fuori dal coro. O forse fuori dal mondo.