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Tg2 strigliato dalla Svezia: “Affermazioni errate nel loro servizio”

Un servizio sull’aumento della criminalità in Svezia, causa immigrazione, viene contestato dall’Ambasciata, che diffonde una nota.

pubblicato 27 Maggio 2019 aggiornato 30 Agosto 2020 19:19

Nuova polemica sul Tg2 dopo la diffida dell’Agcom per violazione della Par Condicio. Questa volta è la Svezia a contestare i contenuti del TG diretto da Gennaro Sangiuliano, con tanto di nota stampa ufficiale diffusa dall’Ambasciata di Svezia in Italia. Al centro della polemica un servizio trasmesso il 19 maggio 2019 nel quale si dipingeva una situazione sostanzialmente fuori controllo nel paese a causa del “fallimento del modello di integrazione”: si apriva così il servizio, ancora visibile sul portale del Tg2.

 

Il 22 maggio arriva in redazione la lettera dell’Ambasciata, con la quale “informa la direzione che  nel servizio girato in Svezia ci sono diverse affermazioni errate“; lettera che l‘Ambasciata ha pensato bene di rendere pubblica tre giorni dopo.

In essa si enumerano, come esempio, alcuni passaggi del servizio (il che fa pensare che la lista sia ridotta per evitare pedanterie…):

“Per esempio nel servizio si parla di oltre 60 quartieri “totalmente fuori controllo”, dove la polizia non entra e dove vige la sharia, la legge islamica. Questa descrizione corrisponde a quelle che vengono comunemente definite “no go zones”. Non esistono “no go zones” in Svezia.”

si legge nella nota, che continua e precisa:

“Come nella maggior parte delle grandi città esistono aree socialmente vulnerabili dove, al contrario di ciò che si afferma nel servizio, è stata rafforzata la presenza della polizia negli ultimi anni. […] Desideriamo inoltre precisare che in Svezia viene applicata la legge svedese in tutto il paese e la legge è uguale per tutti. Non esistono aree dove viene applicata la legge della sharia”.

E ancora, nel servizio si affermava che in Svezia si registra il maggior numero di stupri in Europa: un dato da interpretare e relativizzare, come tutti. E l’Ambasciata precisa:

“La statistica in questo caso dà un immagine errata della situazione. Il malinteso nasce da tre fattori principali. In Svezia ogni atto di violenza sessuale viene registrato come una denuncia a sé stante. Una denuncia può contenere un gran numero di stupri, come per esempio chi denuncia di essere stato violentato più volte dalla stessa persona. Anche in questi casi la polizia deve registrare ogni atto di violenza come un singolo crimine. Un altro fattore che contribuisce al malinteso è la nuova legge sul consenso esplicito, entrata in vigore nel 2018 e che sancisce che il sesso se non è consensuale è illegale, quindi passibile di denuncia. Inoltre la definizione giuridica svedese di cosa è considerato stupro è più ampia che nella maggior parte degli altri paesi e le persone vengono incoraggiate a denunciare le violenze. Per questi motivi la frequenza delle denunce è molto alta e tante persone hanno il coraggio di denunciare le violenze, ritenendo lo stato intenzionato ad aiutarle e in grado di farlo”.

La Svezia termina con una chiosa che sa di raccomandazione e di ammonizione, e anche un po’ anche di ‘lezioncina’ di giornalismo:

“L’Ambasciata è sempre disponibile a fornire informazioni sulla Svezia e a facilitare il contatto con esperti e istituzioni per avere un quadro completo del nostro paese”.

Chiedete e vi sarà detto.