Home Notizie The Voice, manager Sfera Ebbasta: “Escluso da Rai con motivazione pretestuosa e non reale”

The Voice, manager Sfera Ebbasta: “Escluso da Rai con motivazione pretestuosa e non reale”

Shablo annuncia che si riserva di “prendere i legittimi provvedimenti a tutela dell’artista che rappresento”. Intanto l’ad Rai Salini parla pubblicamente del caso per la prima volta

pubblicato 22 Febbraio 2019 aggiornato 31 Agosto 2020 00:21

Resto sorpreso ed amareggiato di fronte a questi atteggiamenti e vedo un solo comportamento politicamente scorretto. Mi riservo di prendere quindi i legittimi provvedimenti a tutela dell’artista che rappresento“. Questo il sunto delle dichiarazioni rilasciate all’Ansa da Shablo, manager e produttore di Sfera Ebbasta, in merito allo stop alla presenza in giuria del trapper da parte dell’ad Rai Fabrizio Salini. Di seguito la dichiarazione completa:

Non capisco bene cosa sia successo. Ho visto diversi articoli sui quotidiani e sul web che parlano di un problema con Sfera, l’artista che con il suo grande seguito ha conquistato la vetta dei dischi più venduti dell’anno e che con le sue canzoni ha conquistato decine di migliaia di giovani. Ho letto di un “politicamente scorretto in musica” e di una Rai che “non sarebbe pronta”. La stessa Rai che insieme a Fremantle ha confermato la partecipazione di Sfera salvo poi ripensarci con una motivazione pretestuosa e non reale. Resto sorpreso ed amareggiato di fronte a questi atteggiamenti e vedo un solo comportamento “politicamente scorretto”. Mi riservo di prendere quindi i legittimi provvedimenti a tutela dell’artista che rappresento.

L’iniziativa di Shablo potrebbe in qualche modo finire per coinvolgere anche Elettra Lamborghini e Guè Pequeno (che insieme a Morgan e ad un altro artista per ora misterioso comporranno la giuria del talent), che hanno in comune con Sfera Ebbasta l’etichetta discografica (la Bhmg)?

Intanto poco fa l’ad Salini ha per la prima volta spiegato pubblicamente la sua posizione sul caso The Voice:

Appena mi sono stati sottoposti i nomi della giuria, ho posto un tema di opportunità su un giudice, un’osservazione anche di buon senso. Non è politically correct, è servizio pubblico e non è una brutta parola. È la nostra mission per cui stiamo qui.