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Mai Dire Grande Fratello

Ecco, adesso mi tocca andare controcorrente. Qualcuno penserà che io lo faccia per amor di polemica, o per scatenar risse virtuali. Nulla di tutto questo, percarità. Ma andiamo con ordine. Che la Gialappa’s abbia una innata capacità di far ridere e di raccattare una grossa fetta dei veri comici che circolano in televisione è cosa

1 Febbraio 2006 10:50

Ecco, adesso mi tocca andare controcorrente. Qualcuno penserà che io lo faccia per amor di polemica, o per scatenar risse virtuali. Nulla di tutto questo, percarità. Ma andiamo con ordine.
Che la Gialappa’s abbia una innata capacità di far ridere e di raccattare una grossa fetta dei veri comici che circolano in televisione è cosa conclamata: lo fanno da anni, e fanno sempre la stessa cosa. Tremendamente bene, però.
Anche quest’anno ritornano, i tre, puntuali, con il loro Mai Dire Grande Fratello e Figli (è quel è Figli che, ne sono certo, regalerà gioie ancor più grandi), condotto dall’immancabile Mago Forest – grande battutaro, dà il meglio di sé dal vivo, dove risulta ancor più esilarante – in compagnia di Ubaldo Pantani e della new entry Caterina Guzzanti. Che dire sul programma? Che è ben fatto, ironico, fa ridere, che altro si può dire? E si porta appresso un sito dove gli utenti si sbizzarriscono in fotomontaggi e altre amenità, come quello che vedete qui – a proposito, mi candido per fondare il primo Man Lò Fan Club. E allora dov’è la polemica? Be’, è nei confronti di tutti coloro che lo osannano e bastonano il Grande Fratello 6.

Buon ultimo Dipollina, oggi su Repubblica (ultimo in ordine cronologico, visto che l’ode a Mai Dire Grande Fratello è stata cantata un po’ da tutti). Ebbene, è troppo facile lodare il comico e sparare sul reality, è troppo facile dire: loro sì, il GF no. Facile, acritico e un po’ ipocrita. L’uno – il Grande Fratello – esiste senza l’altro. Il viceversa non vale. E dunque, sì, la Gialappa’s fa bene e fa ridere come al solito. Ma campa sul reality, che esiste e che rende possibile riderne: è parte integrante del sistema, della televisione che cannibalizza se stessa – questo fa, dichiaratamente, la Gialappa’s da una vita – e non esce nemmeno un po’ dalla logica degli ascolti del reality show, sebbene sia fatto con ironia e intelligenza estrema.
Si potrebbe obiettare che la satira campa sull’esistenza delle sue stesse vittime. Vero, ma qui è diverso, qui si parla di televisione: un sistema chiuso che si autoalimenta. Inutile pretendere di attribuire a un programma valenze che non ha e non pretende di avere.