Home Moro, 40 anni dopo: Rai soddisfatta per Il Condannato, ma il vero ‘omaggio’ è su RaiPlay

Moro, 40 anni dopo: Rai soddisfatta per Il Condannato, ma il vero ‘omaggio’ è su RaiPlay

Dg Rai soddisfatto per gli ascolti del doc di Ezio Mauro diretto da Simona Ercolani. Da non trascurare, però, la sezione di RaiPlay dedicata a Moro: tra Tg d’epoca e interviste a caldo c’è tutto il racconto di un’epoca.

pubblicato 17 Marzo 2018 aggiornato 2 Novembre 2020 10:29

Gli ascolti de Il Condannato – Cronaca di un sequestro hanno fatto registrare 1.700.000 telespettatori e uno share del 6,9% nella prima serata di Rai 3 proprio nel giorno del 40° anniversario della strage di Via Fani e del rapimento di Aldo Moro. Un 16 marzo 1978 che Ezio Mauro ha ripercorso partendo dall’agguato del commando delle Brigate Rosse, ricostruendo la prigionia di Moro, la sua gestione da parte delle BR, gli errori marchiani nelle indagini, la debolezza della Procura, la determinazione politica, i retroscena delle persone più vicine al presidente della DC. Un document(ari)o costruito senza sovrastrutture, con una semplicità direi disarmante che ha mostrato luci e ombre di una pagina ‘sovraesposta’ della storia italiana, ma il più delle volte raccontata con un’impronta ideologica – talvolta di matrice rivoluzionaria altre volte di ispirazione sacrificale – che ne ha sempre reso ovattata la visione, almeno a chi come me non ha memoria diretta di quegli anni.

Il doc realizzato da Ezio Mauro – con la regia dal sapore contemporaneo di Simona Ercolani e la produzione di Stand by Me – ha invece ricostruito il sequestro Moro rappresentando senza sconti le due forze in campo, le BR e la politica italiana. Da una parte, un gruppo di aspiranti guerriglieri che danno tutta l’impressione di voler essere ‘salvati’ dalla loro stessa azione –  vittime di “delirio di onnipotenza e impotenza” come dice bene Mauro – e che cercano ogni modo per essere ‘costretti’ al rilascio; dall’altra, una politica che si trincera dietro una fermezza ‘scalfita’ da sedute spiritiche, depistaggi, collusioni e che sembra applicare la legge della marina Borbonica disarmando peraltro il proprio ‘braccio armato’, gli inquirenti, anzi ‘l’inquirente’ Luciano Infelisi, lasciato sostanzialmente da solo a seguire l’evento più sconvolgente dell’Italia Repubblicana.

Al netto delle personalissime valutazioni, il lavoro di Mauro è interessante e asciutto, appassionante e trascinante nel disegno di un’epoca, favorito dalla scelta di una messa in onda senza break pubblicitari (e lo potete rivedere su Raiplay). Il riscontro in termini di ascolti ha inorgoglito il Direttore Generale della Rai, Mario Orfeo che ha rilasciato una nota di apprezzamento alla lettura dei dati Auditel.

“Il grande riscontro di ascolti del film documentario curato da Ezio Mauro sul rapimento e l’uccisione di Aldo Moro è motivo di profondo orgoglio per il servizio pubblico e per la sua missione di informazione seria, rigorosa e puntuale”

scrive il DG, che loda “Il Condannato” definendolo

“non solo un prodotto televisivo di grande pregio che scandaglia con cura e attenzione i due mesi più cupi della storia italiana del dopoguerra [ma] anche la dimostrazione di come temi così sensibili debbano essere trattati, dando voce a tutti i protagonisti e mettendo in chiaro chi sono le vittime, chi sono gli assassini senza mai rinunciare alla condanna netta della  barbara follia terrorista”.

Il Condannato, l’intervista ad Adriana Faranda

Un commento, quest’ultimo, che sembra agganciarsi alla polemica scoppiata qualche giorno fa per la presenza nello speciale Atlantide firmato da Andrea Purgatori  sul Caso Moro di interviste e di ricostruzioni da parte di brigatisti. Una circostanza che ha spinto il Capo della Polizia Franco Gabrielli, a criticare la scelta fatta da La7 e sulla quale è intervenuto anche il direttore del TgLa7 Enrico Mentana. 

Anche lo speciale di Mauro ha ricostruito quei 55 giorni attraverso il racconto di Adriana Faranda, che partecipò attivamente al sequestro Moro e che si è poi dissociata dalle BR nel 1979. Una voce ‘interna’ ai fatti con la quale Mauro ha puntellato lo speciale, su cui si sono poi innestati testimonianze e le interviste al figlio dello statista, Giovanni Moro, il Sostituto Procuratore Luciano Infelisi, il segretario del Presidente Nicola Rana, l’allora studente universitario e quel giorno a Via Fani Francesco Pannofino.

“La Rai continuerà a compiere il suo dovere celebrando la memoria di Aldo Moro e dei cinque agenti della sua scorta con altre produzioni originali che andranno in onda nelle prossime settimane”

ha concluso il DG Orfeo. E a questo punto non possiamo che consigliarvi i materiali raccolti da Rai Teche per lo speciale disponibile online su Raiplay.it.

Caso Moro, su RaiPlay con Frajese e Vespa il vero racconto di un’epoca

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A fronte del lucidissimo documentario di Mauro – capace di restituire a freddo, in maniera mai così netta e definita, un momento cruciale della storia politica e sociale italiana – c’è l’offerta di materiali d’epoca offerta online da Raiplay. Il racconto a caldo del sequestro che ha nell’edizione straordinaria del Tg1 subito dopo l’agguato il suo documento forse più prezioso (tutta visibile qui).

La vulgata di quel Tg è  soprattutto nell’incredibile servizio realizzato da Paolo Frajese con l’operatore Ruggeri a Via Fani. Un lunghissimo piano sequenza, realizzato tra i bossoli e i corpi della scorta, col sangue ancora caldo delle vittime (i cui parenti non erano stati avvertiti) raggiunte a mezz’ora dai fatti e un racconto concitato, con informazioni raccolte dai colleghi sul posto e qualche ipotesi tutta da verificare comunque registrata su nastro. Un servizio realizzato come se fosse una diretta, per ridurre al massimo la necessità di montaggio ed essere così rapidamente in onda. Così fu, lanciato peraltro con un inedito ingresso di Frajese al fianco dell’anchorman Bruno Vespa. Una pagina di giornalismo che ha fatto scuola – e che forse oggi sarebbe oggetto di furiose polemiche -, ma soprattutto l’atto iniziale di un’edizione straordinaria di un’ora e mezza che fa arrossire in un attimo decenni di all-news nel mondo. Fu così, alle 9.50, che iniziarono le trasmissioni televisive della Prima Rete quel giovedì 16 marzo.

Una camera, un giornalista che riesce a gestire una diretta del genere senza perdere la bussola, che ordina i fatti, li interpreta, li contestualizza, fa domande ai colleghi, palleggia agenzie che arrivano a mano, telefonate dalla regia, i collegamenti da Montecitorio, gli interventi dei colleghi che ricostruiscono a voce (non ai videowall) i fatti secondo le prime informazioni dalle Forze dell’Ordine. Ma è soprattutto la sequenza delle interviste ai politici raccolte a caldo dagli inviati del Tg1 che restituisce subito il quadro politico dell’epoca e dispone le varie pedine istituzionali sullo scacchiere del lungo sequestro.

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I Tg restano, del resto materiali d’elezione per la ‘storiografia’ tv e per la ricostruzione socio-politica di un’epoca. A questi, si aggiungono su Raiplay una selezione di documenti che restituiscono le dinamiche politiche e terroristiche del periodo e che confermano l’importanza, la ricchezza e l’impegno della piattaforma online soprattutto in occasione di momenti di memoria collettiva come questo tipo di anniversari.

In questo senso, preziosissimo anche lo speciale Blob Assolvenza Moro partito lunedì 12 marzo e in programma fino alla metà di maggio, con ritagli dei tg e dei programmi trasmessi nei 55 giorni del sequestro. Un materiale già rielaborato per il trentennale, ma ora rimodulato. E sempre prezioso.

 

 

 

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