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La Corrida

Ricomincia questa sera – lo sto vedendo mentre scrivo, scanalando di tanto in tanto per dare un’occhiata a Il Treno dei Desideri e al resto della controprogrammazione del sabato italiano – uno dei programmi più longevi della storia dell’intrattenimento di massa nel nostro Paese. La Corrida ha origini radiofoniche; creata dall’indimenticabile Corrado Mantoni – scomparso

14 Gennaio 2006 21:19

Ricomincia questa sera – lo sto vedendo mentre scrivo, scanalando di tanto in tanto per dare un’occhiata a Il Treno dei Desideri e al resto della controprogrammazione del sabato italiano – uno dei programmi più longevi della storia dell’intrattenimento di massa nel nostro Paese.
La Corrida ha origini radiofoniche; creata dall’indimenticabile Corrado Mantoni – scomparso nel 1999 all’età di 74 anni – conobbe la sua prima edizione nel 1968. Tanto per raccontare un aneddoto, si esibì nella versione radiofonica un tal Gigi Sabani, che imitò Gianni Morandi, Mino Reitano, Claudio Baglioni e da quel momento iniziò la sua carriera. Sono passati 38 anni da quella prima puntata nel ’68, alle 13:20 su Radiodue, e il concetto alla base del format – anche se all’epoca non si chiamavano format – è sempre lo stesso, racchiuso in quel meraviglioso sottotitolo Dilettanti allo Sbaraglio. Tre minuti a disposizione per esibirsi, senza la pretesa di diventar famosi.
La Corrida è in qualche modo sinonimo dell’intrattenimento televisivo italiano. Marina Donato, moglie di Corrado, ha voluto che le nuove edizioni venissero affidate a Jerry Scotti (lo si legge in un’intervista su Famiglia Cristiana). Ma qualcosa si è rotto.

Sarà banale dirlo, ma la Corrida era Corrado, le sue facce, le sue espressioni guardando i dilettanti che ce provano erano il programma. Facce che, ahimé, riproposte da Gerry Scotti risultano una pallida imitazione, un tentativo meno riuscito, un qualcosa che non trova più il suo compimento.
C’è Pregadio, straordinario come al solito, cabarettista mancato, direttore d’orchestra e compositore, ed è un bel guardare; ma quando la regia stacca sui piani d’ascolto del conduttore, vorremmo tutti che fossero ancora gli sguardi di Corrado, a riempire quel primo piano.