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Il fulmine nella terra, Rai 5 ricorda il Terremoto in Irpinia 37 anni dopo

Il fulmine nella terra, uno spettacolo teatrale ricorda il terremoto del 23 novembre 1980 che uccise circa tremila persone.

pubblicato 23 Novembre 2017 aggiornato 1 Settembre 2020 03:24

Un fulmine nella terra: questo fu, per chi lo visse, il terremoto che alle 19.34 del 23 novembre 1980 sconvolse  l’Appennino Campano-Lucano, interessando le province di Avellino, Salerno e Potenza. E “Il fulmine nella terra – Irpinia 1980” è il titolo dello spettacolo teatrale in onda sabato 25 novembre 2017, alle 22.15, su Rai 5 (DTT, 23): la rete ricorda così il 37° anniversario del Terremoto che ridisegnò un’ampia area del Sud Italia. La scossa di 6.9 gradi Richter (10 sulla Scala Mercalli) colpì più di 680 comuni colpiti, di cui 70 andati distrutti: circa 3000 i morti, rimasti sotto le macerie di vecchie case e di chiese crollate durante la messa della domenica, circa 280.000 senza tetto, 6 milioni di italiani coinvolti a vario titolo da un sisma che ha segnato la recente storia italiana e che ha, di fatto, portato alla nascita della Protezione Civile italiana, oltre ad aver rappresentato il modello da non seguire per la Ricostruzione, tra speculazioni, appalti truccati, malversazioni politiche.

Sono passati 37 anni, ma il ricordo della scossa è vivo per chi c’era, e non solo per chi ha perso tutto (e tutti) in quella lunghissima scossa di 1 minuto e mezzo. Un’eternità. A rievocare quella sera, e soprattutto a ripercorrere i giorni successivi – trascorsi tra la difficoltà di prestare soccorso nei paesi del cosiddetto ‘cratere’ e la difficile gestione di un’emergenza che interessò centinaia di migliaia di persone – ci pensa il monologo scritto da Mirko Di Martino, direttore del Teatro dell’Osso di Napoli, e interpretato da Orazio Cerino: è lui che incarna tutta l’angoscia, il dolore, la speranza delle ore che seguirono la scossa. Il testo, infatti, racconta i primi giorni del sisma attraverso articoli di giornale, testimonianze e documenti originali dell’epoca. Le vicende ‘minime’ dei singoli, che accomunano tutti quelli che hanno vissuto un’esperienza simile (e il pensiero corre ai terremoti dell’Umbria del 1997, de L’Aquila del 2009, dell’Emilia nel 2012 per arrivare al sisma in Centro Italia del 2016) – si intrecciano a quelle di un Paese che in quei giorni non sapeva cosa fare: da una parte si raccontano le storie delle vittime e le testimonianze dei soccorritori, dall’altra si ricorda la confusa reazione dello Stato, denunciata in uno storico discorso anche dall’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini. Un modo per spiegare oggi a chi non c’era, per età o ‘geografia’, cosa ha significato quella data e quell’evento per una vasta area del nostro Paese.

La regia televisiva del monologo è di Luca Apolito, le riprese di Fiorenzo Brancaccio, Francesco Paglioli e Gianvincenzo Nastasi, la produzione tv è del Giffoni Experience, le musiche sono di Nicola Dragotto, Bruno Tomasello e Polo Sud Edizioni Musicali. L’appuntamento, lo ricordiamo, è per sabato 25 novembre alle 22.15 su Rai 5 (DTT, 23) e in live streaming sulla piattaforma Raiplay.it.

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