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Tutta la vita davanti, su La7 il sabato pomeriggio Arianna Ciampoli racconta la crisi ‘a lieto fine’

Parte sabato 19 gennaio alle 14.00 su La7 Tutta la vita davanti, nuovo talk dedicato alle storie di persone comuni e al loro ‘rapporto’ con il lavoro. Racconti di chi ce l’ha fatta a ricostruirsi un futuro.

19 Gennaio 2013 11:00


Prende il titolo da un fortunato – e ispirato – film di Paolo Virzì Tutta la vita davanti, il nuovo talk di La7 al via oggi, sabato 19 gennaio, alle 14.00. A condurlo Arianna Ciampoli, volto noto al pubblico di RaiTre che l’ha potuta seguire a lungo alla co-conduzione di Cominciamo bene estate. Tutta la vita davanti si propone di raccontare storie di ‘lavoro’ vissuto, lavoro che soprattutto in tempi di crisi coincide con la ‘vita’. Ma in questo caso l’intento è quello di presentare al pubblico modelli positivi, gente che si è rimboccata le maniche e ce l’ha fatta, magari affrontando scelte difficili e dolorose, ma che alla fine hanno riaperto le porte del futuro. Per darvi un’idea, la prima puntata ruota sulla capacità di rialzarsi dopo un licenziamento e dopo una calamità come un terremoto: una sorta di iniezione di coraggio e di fiducia contro le avversità della crisi, qui allietata da un ‘happy end’. Le storie narrate scateneranno più emulazione o invidia? In un sabato pomeriggio solitamente occupato da gossip ‘verissimo’, chiacchiere tra ‘amiche del sabato’ e giovani ‘amici’ in cerca di lavoro nello show-biz, La7 sperimenta un nuovo talk a base di gente comune, ma soprattutto di lavoro comune. L’Italia che lavora o cerca di farlo, portata a vessillo della campagna elettorale 2013, trova un suo spazio in tv, senza confronti urlati dalle piazze o in studio con i politici di turno. Qua la politica non è presente, magari potrà aleggiare come ‘convitato di pietra’ nei racconti dei protagonisti, uomini e donne alle prese con le difficoltà di una vita da reinventare per non soccombere, di scelte da affrontare per smettere di sopravvivere e guardare al futuro. Nella prima puntata, in onda oggi, la storia del ferrarese Paolo Bergonzoni, 55enne, licenziato nel 2011 dopo venti anni di lavoro come responsabile di produzione in un’azienda di cornici. La svolta è arrivata con la scelta di rilevare un negozio di riparazioni di elettrodomestici: la vita ricomincia a 50 anni… Spazio poi alle donne e i giovani di “Emiliamo”, movimento nato in seguito al terremoto in Emilia: a loro il compito di raccontare la ‘ricostruzione’ della speranza e dell’economia partendo dalle macerie. Infine una clip introduce alla storia di Mirto Monaco, che da Catania racconta come la sua passione per l’arrampicata si sia trasformata in un lavoro specializzato da operaio di alta quota. Ospite ella puntata Il Cile, già operaio e ora cantautore con un disco all’attivo e in tasca un biglietto per Sanremo 2013, dove parteciperà nella categoria Giovani. Insomma, messe da parte sfortuna, sfiga, ostracismi e congiunture astrali, Tutta la vita davanti punta a ridefinire il principio dell’autodeterminazione dell’essere umano con una formula che ricorda, a primo acchito, un po’ Il Bivio di ‘ruggeriana’ memoria e Un’altra vita, format recentemente in onda su Rai 5. In ogni caso storie difficili, ma a lieto fine, per respirare un po’ in questa Italia con sempre meno speranze. Per riagganciarci al film da cui siamo partiti, alla fine la protagonista di Tutta la vita davanti decide di seguire la sua passione, lasciandosi alle spalle la follia dello sfruttamento dei call center e del lavoro ‘giovanile’ per cercare di fare ricerca in Filosofia, mettendo a frutto la sua laurea. Se non è coraggio quello…