Home Reality Show Vai in Tv e poi muori. L’incredibile inchiesta di “The Wrap” su 11 suicidi post Reality: “I concorrenti non si rendono conto dello stress a cui vanno incontro sotto i riflettori”

Vai in Tv e poi muori. L’incredibile inchiesta di “The Wrap” su 11 suicidi post Reality: “I concorrenti non si rendono conto dello stress a cui vanno incontro sotto i riflettori”

Ironia della morte, verrebbe da dire con un brivido. Ti fai vedere in lungo e in largo per il mondo – da Signor Nessuno che eri – ed eccolo là che ti scappano via dal cervello un paio di rotelle e, come niente, ti ritrovi sottosopra. E’ successo alla cantante scozzese di Britain’s Got Talent

3 Giugno 2009 14:24

Grande Fratello Ironia della morte, verrebbe da dire con un brivido. Ti fai vedere in lungo e in largo per il mondo – da Signor Nessuno che eri – ed eccolo là che ti scappano via dal cervello un paio di rotelle e, come niente, ti ritrovi sottosopra. E’ successo alla cantante scozzese di Britain’s Got Talent Susan Boyle, ormai lo sanno anche le zanzare, è successo anche ad altri. In forma anche ben peggiore, anzi irrimediabile. E’ quanto emerge da un interessante articolo di TheWrap.com, sito Web di Los Angeles che, un po’ come noi di TvBlog, si occupa di fatti relativi alla televisione: secondo l’inchiesta curata da Frank Feldinger e Tina McGilton, almeno 11 partecipanti ai più svariati Reality Show in giro per il mondo si sono tolti la vita in seguito all’eliminazione o alla vincita dei rispettivi programmi per motivi immediatamente riconducibili alla grande notorietà improvvisamente conseguita.

L’articolo prende il “la” con il ricordo di Paula Goodsped, suicidatasi davanti alla casa di Paula Abdul, giudice di “American Idol”, dopo essere stata eliminata dalle selezioni del programma. La donna fu ritrovata in macchina, uccisa da un’overdose di droghe. Quindi prosegue:

“Le vittime sono tanto diversificate quanto insospettabili: un vice procuratore distrettuale, un padre single, un giovane pugile. […] Il fenomeno non è limitato solo agli Stati Uniti. L’indagine di TheWrap.com ha riscontrato suicidi e tentati suicidi tra concorrenti in India, in Inghilterra e in Svezia. Certamente, molte di queste persone avevano problemi precedenti, che potrebbero averli portati ad una vera e propria ossessione nei confronti della fama. Tuttavia gli psicologi hanno scoperto che molti dei concorrenti di show quali “Survivor” e “Grande Fratello” – persino quelli che hanno vinto – hanno sofferto di severi e duraturi traumi psicologici”.

Il pezzo seguita, poi, con l’elenco di queste sfortunate persone. Ne citiamo solo alcune (in parentesi il nome del Reality Show cui hanno preso parte): per conoscere anche gli altri, naturalmente, vi rimandiamo al pezzo originale:

    Najai Turpun (“The Contender”): pugile di 23 anni, sparatosi in testa poche settimane dopo essere stato scelto per il programma dedicato ad atleti della sua disciplina: in palio un milione di dollari. Il suo allenatore, Perry Custus, ha dichiarato: “Aveva troppe cose per la testa”. Il giovane aveva appena firmato un contratto che gli impediva di salire sul ring fino a gara conclusa e la cosa lo stava turbando molto, anche perché l’emittente continuava a rinviare la messa in onda della prima puntata.

    Kelly McGee (“Extreme Makover”): la ragazza si è suicidata dopo che la sorella si è vista annullare le operazioni plastiche promesse dal programma, per una mancata coincidenza di date tra l’inizio dello show e le tempistiche ospedaliere di ricovero. Non è stata dunque lei a partecipare al reality in questione ma ne ha certamente subìto le più drastiche conseguenze emotive.

    James Terril (“Supernanny”): ragazzo padre che si è tolto la vita dopo essere apparso in una serie tv il cui scopo è di aiutare i genitori alle prese con figli ribelli.

    Simon Foster (“Wife Swap”): concorrente del nostro “Cambio moglie”, l’uomo ha perduto la moglie, il lavoro, la casa e infine la vita dopo la sua apparizione nel programma. La coppia era stata selezionata per la particolarità di mantenere dichiarate relazioni extraconiugali al di fuori dell’ambiente domestico. Un amico di famiglia ha dichiarato: “Lo show ha messo un enorme tensione addosso a Simon. Dopo non è stato più lo stesso”. Subito dopo la fine delle riprese la moglie dell’uomo si è trasferita con la sua compagna lesbica, portandosi dietro i due figli: il capo lo ha licenziato e da lì ha anche perduto l’abitazione.

    Jo O’Meara (“Celebrity Big Brother”): la donna non è morta, ma ha provato a togliersi la vita dopo essere stata accusata dagli altri concorrenti dello show di essere una violenta e una razzista.

Continua l’articolo, citando le parole della dottoressa Jamie Huysman, psicologa di Miami:

“‘L’ossessione di apparire in Tv equivale a quella di assumere droghe ed alcol. E’ solo un sintomo di un problema interiore più profondo e la sofferenza del malato può coinvolgere tutta la famiglia’. La dottoressa Huysman è una specialista del settore che ha trattato oltre 800 persone “vittime” dei Reality Show. La sua associazione, fondata nel 1992, si chiama proprio “AfterTVCare” (“Assistenza dopo la Tv” – ndr).

“I Reality Show aprono ferite che nessuno può suturare, perciò dopo la tua apparizione sei lasciato a sanguinare fino alla morte – ha spiegato un altro specialista, la dottoressa Michelle Callahan -. Per tutti quanti, vincitori e sconfitti, le luci della ribalta si spengono, i sintomi clinici rimangono. Sottovalutano con quanto stress avranno a che fare. Pensano: oh, sarà fantastico, ci divertiremo tantissimi e ci accadranno tantissime cose”.

Qualcosa su cui riflettere. Un’inchiesta che dovrebbe far parlare i salottini televisivi ben più dell’ultimo modello di tette della starlettina. Un caso mediatico, ma anche medico, che la storia di Susan Boyle ha contribuito a rilanciare in tutto il mondo.