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Politics, Semprini saluta il pubblico: “Ci vuole più coraggio per le rivoluzioni, ho ricevuto critiche vergognose”

“Con un sorriso amaro, dico alla direzione che mi ha voluto qui e che aveva annunciato la rivoluzione del talk: ci vuole tempo e coraggio per le rivoluzioni”.

pubblicato 13 Dicembre 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 15:54

Fine. Dopo la puntata trasmessa martedì 13 dicembre, il “talk breve” di Rai 3 Politics chiude i battenti. Lo fa con una puntata più lunga del solito (è finito alle 23.15, mezz’ora in più del dovuto) e con un lungo sfogo finale – a tratti condivisibile – del conduttore Gianluca Semprini. “Politics chiude in anticipo. Come si diceva a Sanremo? ‘Comunque vada sarà un successo’? Questo purtroppo è stato un fallimento. La colpa è soprattutto mia, mi prendo responsabilità. Vi avevo promesso, tra il serio ed il faceto, che a domande precise avrei ottenuto risposte precise dai politici: non ci sono riuscito e ovviamente mi avete punito in termini di share. Però questa redazione, tutta la squadra di Politics, è stata equidistante. Nel referendum, fra il sì ed il no, hanno scelto il forse dandovi un’informazione pulita. Questo lo rivendico”.

Non è mancata una risposta amara alle tante polemiche di questi mesi:

“Ho ricevuto una marea di critiche. Alcune giuste e legittime. Alcune ingenerose, altre vergognose. C’è stato un quotidiano che fino a metà giugno mi considerava un brano giornalista, poi appena ho firmato con la Rai sono diventato un servo del governo. E va bene, ci può stare. Altri hanno addirittura infiltrato una spia nella nostra redazione, chissà cosa dovevano scoprire. Alla fine hanno proprio esagerato: hanno scritto che noi sfruttavamo i casi di malati di tumore e diabete. Nella mia storia personale c’è un papà morto di tumore e una sorella morta di diabete: non vi dovete permettere. Non fate lezioni di moralità, vi prego.

Infine un messaggio alla direzione di Rai 3 (e quindi alla direttrice Daria Bignardi): “Con un sorriso amaro, dico alla direzione che mi ha voluto qui e che aveva annunciato la rivoluzione del talk: ci vuole tempo e coraggio per le rivoluzioni, non si può aver paura dopo i primi insuccessi. Capisco il clima e capisco il raggiungimento dei risultati, ma forse bisogna tenere un po’ più il punto. Sono a disposizione e sono un dipendente della Rai. Anche su questo c’è stata polemica: venivo da Sky, avevo un contratto a tempo indeterminato e quando la Rai mi ha cercato ho chiesto un contratto a tempo indeterminato come avrebbe fatto qualsiasi lavoratore. Quindi chiedo anche ai colleghi di smetterla con questo veleno. Con la fine di Politics facciamo finire anche tutte queste critiche. Sono a disposizione perché, di fatto, sono uno che non ha mai avuto paura di lavorare. E dunque, riparto dall’ultimo gradino. Grazie e buonanotte”.

Come dargli torto.