Home Serie Tv The Roast of Donald Trump: i politici USA sfruttano la satira, in Italia la oscurano (come il caso di Nemico Pubblico)

The Roast of Donald Trump: i politici USA sfruttano la satira, in Italia la oscurano (come il caso di Nemico Pubblico)

Immaginereste Renzi in uno show di questo tipo?

pubblicato 25 Luglio 2016 aggiornato 1 Settembre 2020 22:06

Sabato 23 luglio 2016, è andato in onda in Italia un programma che meriterebbe più di un’osservazione. Stiamo parlando di The Roast of Donald Trump, trasmesso da Comedy Central.

Prima di addentrarci nel discorso, una doverosa premessa.

Il Comedy Central Roast o semplicemente i Roast sono un evento televisivo oramai abituale negli Stati Uniti. In questo tipo di show, una persona accetta di essere messa pubblicamente alla berlina, incassando decine e decine di battute, vari sfottò o veri e propri insulti.

In Italia, andando a ritroso rapidamente con la memoria, non si ricordano Roast o simil-Roast italiani (al massimo, ci siamo permessi gli Uno contro Tutti di Maurizio Costanzo ma vabbè…). Negli USA, Comedy Central produce questo show da qualcosa come diciotto anni.

Donald Trump, candidato alla presidenza degli Stati Uniti, quindi, ha accettato di passare sotto le forche caudine della satira, incassando battute di questo tipo (qualche esempio):

Diamo il benvenuto alla seconda tragedia più grande che abbia mai colpito New York: Donald Trump.

Si pronuncia “Sono un cazzo di illuso” e non “Sono candidato come presidente”!

Trump ha un ego enorme: quando Trump si fa una modella, chiude gli occhi e immagina di farsi una se*a.

Cosa dici al parrucchiere prima di farti quel taglio, Trump? Gli dici che ti sei sco*ato sua figlia?

Trump, hai rovinato più la vita alle modelle tu che la bulimia!

Trump vuole trasferirsi alla Casa Bianca. Non è la prima volta che toglierebbe una casa a qualcuno di colore!

Tua moglie ti ha sposato per amore. Sì, amore dei tuoi soldi!

Volevo ricordarvi, inoltre, che Trump è un repubblicano…

In Italia, immaginereste mai uno show come questo con la partecipazione straordinaria di un leader politico italiano?

Facciamo un paragone interessante…

Se al di là dell’oceano, si sta consumando la corsa per la Casa Bianca, qui in Italia, Matteo Renzi ha deciso di giocarsi il tutto per tutto con il referendum costituzionale di ottobre.

L’effetto Renzi, sostanzialmente, è già svanito: il risultato delle ultime elezioni amministrative l’ha certificato senza ombra di dubbio.

Immaginereste mai, Matteo Renzi decidere di farsi deridere deliberatamente in uno show goliardico come il Roast per rimpinguare il proprio consenso?

Immaginereste mai, Renzi su una passerella che non sia Amici o la finale di uno Slam di tennis?

Viene difficile, lo so…

Perchè, allora, negli Stati Uniti, Donald Trump ha accettato di farsi umiliare, facendosi vomitare addosso decine di battute mortificanti?

Semplice.

In questo tipo di show, di umiliante o mortificante, non c’è un beneamato nulla.

In questo caso, infatti, bersagliare, deridere, motteggiare, offendere sono sinonimi di celebrare.

Donald Trump ha capito che, accettando di presenziare a questo tipo di show, non poteva far altro che uscirne bene e così è stato.

In Italia, invece, storicamente, la satira ha sempre subito un costante processo di oscuramento, soprattutto per quanto riguarda la tv di Stato. Dai primi anni 2000, con Daniele Luttazzi e i fratelli Guzzanti in tv, al 2016, la situazione è addirittura peggiorata.

Un piccolo gioiellino come Nemico Pubblico di Giorgio Montanini, giunto alla terza edizione, sta subendo un trattamento ingiusto da parte della Rai.

Piazzato in pieno luglio, di notte e con orari instabili, Rai 3 sta mettendo in atto un comportamento nei confronti di questo programma con il fine unico di affossarlo e giustificarne, in tal modo, la mancata riconferma.

Nemico Pubblico, al momento, è l’unico programma targato Rai che offre satira vera.

Per quanto riguarda la percezione del potere della satira, quindi, tra Italia e Stati Uniti, persistono differenze abissali.

Attenzione, però.

Non è assolutamente detto che programmi come il Roast siano il futuro della satira in Italia, tutt’altro.

Come già scritto in precedenza, infatti, Trump è uscito alla grande da quel programma e la satira non deve mai adulare il potere: un programma come il Roast qui in Italia, quindi, sostanzialmente, apparirebbe come un Bagaglino più moderno nel linguaggio e nella forma (e senza Pippo Franco).

Le battute sul toupet di Donald Trump non hanno nulla di diverso dal Silvio Berlusconi versione Cavalier Mascarato di Striscia la Notizia.

Quello è sfottò, non satira.

Sfruttare la satira, quindi, non è meglio di oscurarla.

Nel primo caso, però, ne esci bene, nel secondo caso, no.