Home Le Iene Le Iene, Mauro Casciari a Blogo: “Ecco perché lascio il programma più bello della tv”

Le Iene, Mauro Casciari a Blogo: “Ecco perché lascio il programma più bello della tv”

Le Iene: Mauro Casciari lascia dopo nove anni il programma di Davide Parenti. E racconta il perché in una lunga intervista a Blogo.

di grazias
pubblicato 3 Marzo 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 03:56

Avrò fatto più di centocinquanta servizi, forse arrivo anche a duecento, così Mauro Casciari fa una stima dei suoi nove anni di militanza a Le Iene. Dopo quasi una decade di lavoro per il programma di Davide Parenti, lo storico inviato ha deciso di appendere giacca e cravatta al chiodo e di raccontare a noi di Blogo le motivazioni che stanno dietro a questa scelta nel corso di una lunga telefonata, tra una galleria e l’altra.

Ciao Mauro, cosa è successo?

È successo che ho lasciato Le Iene. Ormai è ufficiale.

Come mai?

Lavorare a Le Iene è bellissimo ma anche molto stressante, principalmente perché non lascia spazio per fare altro. Ho sempre fatto l’autore dei miei pezzi e per i primi otto anni li ho sempre montati da solo. Per riuscire a chiudere un pezzo a settimana, però, non puoi avere tempo libero. Questo vale per me come per tutti i miei colleghi del programma, solo che io ho 43 anni e questa vita nomade stava cominciando a pesarmi davvero tanto. A parte l’ansia che ormai fa parte di me, ho una fascite plantare da cinque mesi che mi impedisce di correre per quanto io ami la corsa. Non ho ancora avuto tempo per curarmela e negli ultimi tre mesi ho preso sei chili. Al di là di questa condizione psicofisica, so di essere altro oltre a quello che si è visto nei miei servizi a Le Iene: io e Agresti siamo sempre stati i giullari della redazione e questa mia verve non è mai riuscita ad emergere fino in fondo in tv. Negli ultimi anni c’è stato sempre meno spazio per la linea comica all’interno del programma, questo perché la tv è cambiata tra internet e digitale terrestre: se all’inizio Le Iene erano il programma giovane sul canale più giovane della televisione, oggi difficilmente un ragazzo sui 20 anni si metterebbe davanti alla tv per guardarsi una puntata intera di qualsiasi cosa. Magari il giorno dopo se la guardano a spezzoni su internet ma niente di più…

C’è stato un momento preciso in cui ti sei detto: “Adesso basta”?

Guarda, sì. Per il servizio dei cani in Ungheria, uno dei miei ultimi servizi andati in onda, io e un giovanissimo operatore il 22 dicembre siamo andati a Como all’una di notte coi carabinieri che sequestravano gli animali arrivati qui illegalmente dall’Ungheria. Lì abbiamo scoperto che per seguire meglio questa storia il mattimo dopo dovevamo essere a Rimini. Quindi ho preso la macchina – guidavo io – e alle quattro attraversando una nebbia che non avevo mai visto così spessa in vita mia, eravamo a Rimini. Mentre ero in ballo con tutto questo mi sono chiesto: ma io perché lo sto facendo? Ne vale davvero la pena? Perché dopo nove anni mi ritrovo ancora a fare questa roba qua?

E poi ti sei dato una risposta, diciamo. Ma come l’ha presa Davide Parenti?

Prima di tutto ci tengo a sottolineare una cosa: io non guardo molta tv generalista (giusto Blob e Striscia la Notizia) ma sono convinto che Le Iene sia il miglior programma della tv generalista. Se ci pensi sembra impossibile che questo programma sia andato avanti dal 1997 ad oggi quando perfino interi canali, come ad esempio Mtv, hanno chiuso. Con Parenti abbiamo avuto una discussione pacata. Lui ha il suo punto di vista sulla tv, per quanto, come ho avuto modo di dirgli spesso, non abbia il senso dell’arte e del bello. È un vero e proprio ragioniere della tv e alla fine vuoi o non vuoi ha ragione lui. Uno dei più grandi meriti che ha è quello di essere stato in grado di mantenere un equilibrio tra gli inviati, tra tutti noi. Siamo tutte primedonne e in ogni puntata non c’è spazio per tutti, ma lui non ha mai alimentato la competizione, scegliendo solo ciò che fosse meglio per il programma. Un’altra persona che ha la stessa capacità in questo senso è Linus di Radio Deejay. Quando ho affrontato il discorso con Parenti, comunque, lui mi ha detto “spiegami” e poi mi ha capito. Anche lui mi vedeva stanco nell’ultimo periodo, non è stata certo una sorpresa. È stato davvero molto comprensivo, non era così scontato visto che sto lasciando a metà produzione e questo non è particolarmente elegante da parte mia.

E adesso? Che progetti hai oltre a quello di poterti curare finalmente il piede?

Ho fatto radio fino al 2009 e lì mi piacerebbe tornare. Sono stato da Radio Italia, poi Rds passando anche per Radio 2 ma la mia radio del cuore è Deejay. Ne avevo già parlato con Linus tempo fa ma si vede che non gli piaccio e non sa come dirmelo (ride, ndr). Credo inoltre di poter condurre e penso anche che non me la caverei niente male col doppiaggio. So cantare e mi muovo pure piuttosto bene…

Oh, non è che l’anno prossimo ti ritroviamo a Ballando con le Stelle?

Ecco, lì magari no. Però busserò sicuramente alle porte di Tale e Quale Show. L’hanno già fatto dei miei amici come Elena Di Ciccio e Savino Zaba parlandomene un gran bene, si sono proprio divertiti. Quindi perché no?

Sai anche imitare, dunque?

Beh, di sicuro l’imitazione di Parenti la so fare molto bene…Ma mi piacerebbe anche recitare.

Ci hai già provato?

Beh, sono nella numero zero di una fiction scritta dagli autori di Fiorello con voce narrante dello stesso Fiorello. Il protagonista è Giovanni Cacioppo. Non posso dirti di più e non so quando e se mai andrà in onda. Speriamo, però. Comunque per raggiungere gli obiettivi di cui ti sto parlando, mi do una decina d’anni.

Beh, in bocca al lupo! Ma come avevi iniziato, poi, a Le Iene?

Dopo anni nelle tv locali umbre, sono stato preso a Mediaset per fare i promo dei cartoni animati. Per un certo periodo, sei mesi, annunciavo i cartoni quando partiva la sigla, in diretta, come se fossi uno speaker radiofonico. L’ho fatto per cinque anni e poi mi hanno dato un posto a tempo indeterminato nella pubblicità in Mediaset, tra l’altro io proprio in quello mi ero laureato. Di fianco al mio ufficio c’era la redazione di Striscia la Notizia e ad un certo punto viene fuori che stanno cercando inviati in varie zone d’Italia, tra cui l’Umbria. Mi sono candidato, per loro avevo preparato cinque servizi sui T-Red che però alla fine non andarono mai in onda perché in quel periodo Affari Tuoi stava dando del filo da torcere a Striscia dal punto di vista degli ascolti e allora preferirono puntare sui volti già noti della trasmissione senza lasciare spazio ad eventuali nuove leve. I miei colleghi, lì in pubblicità, mi convinsero a provare a mandare quel servizio a Le Iene. Io andai a comprarmi un completo in un outlet anche se sembrava più da funerale che da Iena. Ricordo di essermi chiesto: “Ma serve anche la cravatta?”. Rigirai e rimontai il servizio per renderlo più aderente allo stile del programma e ci provai. Era un venerdì. Il lunedì successivo Parenti mi invitò in redazione e io pensavo che non stesse dicendo sul serio. Invece sì, il servizio gli era piaciuto molto, tanto che chiamò subito il mio ufficio chiedendo: “Cosa devo fare per avere Casciari?”. Praticamente in un weekend mi cambiò totalmente la vita. Era il 2005.

E come andò questo primo servizio?

Bene, anche se dopo la messa in onda Enrico Lucci che per me era ed è tuttora un idolo mi si avvicinò per la prima volta e mi disse: “Oh sei bravo, ma perché urli così? Stai calmo!”. Questo perché avevo fatto una piazzata al sindaco per cui ancora oggi provo imbarazzo. Ma era stato Parenti a farmi tornare sul posto proprio perché al primo giro non ero stato abbastanza “tosto”. Quando l’ho fatto presente a Lucci che, vi giuro, anche nella vita parla con la voce di Lucci non è una posa, mi rispose: “Ma mandalo un po’ a fancul0 Parenti, va! Comunque sei bravo”.

Tornando a oggi: non hai nemmeno un po’ paura di quello che verrà?

Guarda, io so solo che adesso mi sento finalmente leggero come non mi sentivo ormai da tempo. Sto avvisando i miei colleghi di questa decisione e mi stanno arrivando moltissimi messaggi proprio mentre sono al telefono con te…

Stanno cercando di farti cambiare idea?

No, per ora nessuno mi ha detto: “Cosa diavolo stai facendo?!”. Mi vedevano stanco anche loro, comprendono bene la mia scelta.

Quindi si tratta proprio di un addio o di un arrivederci?

Sai, con Le Iene non si sa mai…Se domani dovesse venirmi in mente l’idea del secolo, qualcosa di perfetto per Le Iene, ovviamente la proporrei a Parenti. Poi ci sono altri casi molto noti: Volo di sicuro non si sarebbe aspettato di tornare qui e invece eccolo alla conduzione. Lo stesso vale per Pif. Tra l’altro quando Pif mi ha invitato a Las Vegas per fare da speciale guest in un paio di puntate de Il Testimone io l’ho presa come una vera e propria consacrazione. Per me, dico. Era l’estate del 2013 ed è stato incredibile. Scusa, tendo a divagare…

Sì, un po’…ma mica è un male! Anzi, già che ci siamo, in nove anni di onorata carriera, nessun passo falso?

No dai, passi falsi no. Però ci sono dei servizi di cui vado più orgoglioso e altri di cui col senno di poi avrei potuto fare a meno. Tipo quelli che ho girato e montato solo per fatturare e non per un vero interesse. Non è successo spesso, ma ti potrei citare, ad esempio, un’intervista fatta a Venezia alla Bellucci che, beh, è stata solo un’intervista standard e niente di più, nulla di particolare. Ci sono state anche delle volte in cui mi sono proprio vergognato, invece…

Tipo?

Beh, a volte mi sono ritrovato a correre dietro a dei truffatori e poi, una volta acciuffati, ho ascoltato le loro storie. Mi veniva da dirmi: “Ma io al posto al loro cosa avrei fatto? Sono poi così sicuro che non avrei agito allo stesso modo in mezzo a tutta questa miseria?”. Non mi piaceva per niente mettermi nella posizione di dover giudicare quelle persone disperate. Fortunatamente non dovrò più farlo.

E il servizio di cui vai più orgoglioso, invece?

Sicuramente quello sulla storia del mio amico Leonardo Cenci perché la sua storia è di ispirazione per tutti. I medici gli avevano dato quattro mesi di vita per via di un tumore che, a quanto pareva, ormai gli aveva già intaccato il cervello. Lui non solo oggi è ancora vivo, ma corre le maratone. Anzi, a novembre dobbiamo andare insieme a correre quella di New York. Sempre se mi passa la fascite. Posso ricordare il nome della sua Onlus di cui, tra l’altro, sono Presidente onorario?

Certo!

Avantitutta.org. E posso sottolineare un’altra cosa a cui tengo molto?

A parte che leggi sempre TvBlog, sì, puoi aggiungere tutto quello che vuoi…

A tutti quelli che storcono il naso davanti al fatto che un programma come Le Iene sia su Mediaset mettendone in dubbio la libertà, vorrei rispondere che nessun editore potrà mai darmi abbastanza soldi per comprare il mio pensiero.

In bocca la lupo, Mauro. E occhio alla fascite!

Le Iene