Home Michele Santoro contro la Rai: “Ci affanniamo a proporre idee nuove ma non interessano a nessuno”

Michele Santoro contro la Rai: “Ci affanniamo a proporre idee nuove ma non interessano a nessuno”

La lettera di Michele Santoro alla Rai: nomina Renzi, Campo dall’Orto, Claudio Lippi, Beppe Severgnini, Giulia Innocenzi. Ecco cosa dice.

pubblicato 21 Gennaio 2016 aggiornato 2 Settembre 2020 05:49

Il chiacchierato ritorno di Michele Santoro in Rai appare più lontano dopo la lettera del giornalista e conduttore televisivo pubblicata questa mattina sul Fatto Quotidiano. “Curiosamente, da quando siamo usciti di scena, non si parla più di crisi dei talk. Segno che i talk sono tutti uguali, ma ce n’ era uno che evidentemente era più uguale degli altri”, debutta Santoro: Servizio Pubblico, infatti, non si vede su La7 da giugno, il conduttore aveva dichiarato di voler prendersi una pausa per ideare nuovi progetti. Quest’ultimi sono stati ideati, sì, ma “non interessano a nessuno. Meno che meno alla Rai”.

La redazione di Servizio Pubblico, scrive, “era piena di gente inadeguata alla rivoluzione. I più realisti si sono rifugiati nelle architetture che restano precariamente in piedi: le piazze pulite, le quinte colonne, i quartieri Ballarò ritinteggiati a calce, quando non hanno trovato posto nel più astratto e meno deperibile DiMartedì che è appena un po’ meno virtuale di Che tempo che fa. Giulia Innocenzi, incurante dei consigli per gli acquisti, continua a occuparsi dei diritti degli animali e, a dire il vero, anche di quelli degli umani”. Quest’ultima, secondo La Notizia, farà parte del cast di Maggioranza Assoluta su Italia 1.

Santoro, comunque, rimane alla porta: “In questa variegata classe di ripetenti alloggio io, aspettando la Rai. Andai via cinque anni fa con una lettera del Direttore Generale di allora, Lorenza Lei, che si impegnava a produrre tra l’altro un mio film, Processo all’Olocausto. Il racconto di una incredibile e affascinante vicenda giudiziaria che ha coinvolto uno storico inglese, David Irving, il quale sosteneva non ci fossero prove dell’ ordine finale di Hitler di sterminare gli ebrei. Non si è mai fatto. Lo faranno gli americani con la partecipazione degli inglesi e, udite udite, della Bbc”.

Lo sfogo prosegue:

“Siamo il Paese dove si sceglie Porta a Porta per spiegare l’importanza del merito e della competitività, si teorizza la rottamazione reclutando Claudio Lippi per lo show di Capodanno (mettendone a repentaglio la salute), si stabilisce il record mondiale della durata di un programma facendolo cominciare alle nove di sera e finire all’una del giorno successivo […] Dopo aver visto il programma della Lotteria alla Befana, che è solo un piccolo annuncio di ciò che ci aspetta, ne ho ricavato un forte senso di inadeguatezza; e, a chi mi chiede cosa farò, rispondo sinceramente: ‘Studia Campo Dall’Orto, studio anch’io’. Come staranno di sicuro facendo Daniele Luttazzi, Sabina Guzzanti, Adriano Celentano e, siccome non è un problema d’età, Roberto Saviano”.

Secondo Santoro, Renzi attraverso le sue nomine “ha raso al suolo il servizio pubblico” smantellandolo dalle lottizzazioni, l’editto bulgaro è diventato “editto del Nazareno e poi editto e basta” e si è così creata “impotenza e sgomento” in autori, giornalisti, tecnici e registi. Attacca quindi Beppe Severgnini, “rifarà Viaggio in Italia, scoprendo però che per i musei Italia batte Francia 6 a 0 e per le buche Roma batte Parigi 0 a 10, nel tressette a perdere”.

E mentre – prevede – saranno trasmessi “film da Oscar che oscureranno il pessimismo neorealista” e “programmi di economia Non è mai troppo tardi per aiutare i disoccupati ad accorgersi del lavoro che c’è”, i telespettatori cosa faranno? “Il pubblico a casa, libero dai complessi d’inferiorità, dal catastrofismo e dall’ansia di prestazione, farà la ola cinguettando davanti al televisore; e brandendo l’iPhone, in preda a un orgasmo multiplo da X-Factor, invaderà la Rete per votare chi ci ha spinti a calci in culo nel futuro. Che è già cominciato, ma Campo Dall’Orto vuole che vada in onda fra qualche mese”.

Fabio FazioRai 1